Porta, Malatesta Francesco
Scrittore (S. Giovanni in Marignano 1561 circa - Rimini 1629). Su questo imitatore di D. attirò l'attenzione F. Flamini che ne illustrò La Visione (1578), poema in versi sciolti tramezzati da canti lirici, in cui il P. immagina di elevarsi ancor vivo al Paradiso con la guida di Davide e di un angelo. Alcuni particolari (per es. la contemplazione della terra simile a un punto dall'alto del cielo, i colloqui coi beati), e soprattutto il linguaggio, folto di frasi e immagini dantesche, richiamano palesemente quello che il P. stesso dice " l'antico mastro ".
Ma il P. testimonia il suo interesse a D. anche nel dialogo Il Rossi, dove introduce Giov. Galeazzo Rossi di Bologna e il canonico Pier Belmonte di Rimini a discutere della polemica sul Tasso. D. vi è richiamato più volte come esempio di lingua e di stile, in senso positivo o negativo, per giudicare e, in genere, difendere la lingua del Tasso in cui il P. avverte cospicui apporti danteschi e una certa affinità con D. nel genio inventivo della lingua.
Se nel rilevare l'oscurità come caratteristica dello stile di D. si accosta al Casa e al Bembo, e nel deplorarne i latinismi come troppo aspri e nuovi rispetto a quelli del Tasso misconosce la creatività linguistica di D. sotto questo aspetto, ne avverte tuttavia l'originalità esemplare in certe costruzioni (trattando l'aere), o nei molti neologismi derivati per analogia (torreggiavan) o per ‛ congiungimento ' (trasumanar, antelucani), o nelle onomatopee (cricchi), o nei bisticci; e ancora ne adduce l'autorità per giustificare l'imitazione e rielaborazione di episodi tolti dai classici, asserendo che " poco di suo trovò " e formulando l'opinione accolta ancora nel '700 dal Pelli e da altri che D. derivasse la figurazione dei cerchi e delle bolge dalla " favolosa istoria di Guerino da Durazzo ". In certe postille alla Gerusalemme, di cui fu contestata l'originalità, il P. cita l'autorità di D. nella definizione della bellezza (Cv I V 13).
Opere Del P.: La Visione, Firenze 1578; Il Rossi, o vero del parere sopra alcune obiezioni fatte dall'Infarinato Accademico della Crusca intorno alla Gierusalemme Liberata del Sig. T. Tasso, Rimini 1589.
Bibl. - G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, Modena 1781, IV 226; A. Margutti, Cenni biografici di alcuni illustri sinigagliesi, Sinigaglia 1888, 5; C. Tonini, La cultura letteraria e scientifica in Rimini dal sec. XIV ai primordi del XIX, I 382-397; II 28-36, 158-160 e passim, Rimini 1884; F. Flamini, Di un'ignota imitazione cinquecentistica della " Commedia " di D., in Dai tempi antichi ai tempi moderni, Miscellanea Scherillo-Negri, Milano 1904; L. Bonfigli, Le postille tassesche di M.P., in " Giorn. stor. " C (1932). Sull'opinione del P. circa il Guerrin Meschino: M. Barbi, Della fortuna di D. nel sec. XVI, Pisa 1890, 131 (che cita Batines, Bibliografia I 460). Per il rapporto della Commedia con la leggenda di Guerrino: Andrea Da Barberino, La discesa di Ugo d'Alvernia allo Inferno (con accluso l'episodio della Discesa di Guerrin Meschino dall'altro romanzo su questo eroe dello stesso Andrea), a c. di R. Renier, Bologna 1883, p. CLVI.