ADAMS-STOKES, malattia di
È caratterizzata da rallentamento del battito cardiaco (fino a 20), vertigine, perdita della coscienza, attacchi convulsivi. Questa sindrome può amarsi al completo, oppure può limitarsi a pochi sintomi: i disturbi nervosi sono tanto più evidenti quanto più grande è il rallentamento del battito; appare spesso in modo parossistico fra i 50 e i 70 anni quando è dovuta ad arteriosclerosi, anche a 20 anni se a sifilide. Fu segnalata la prima volta da Morgagni: nel 1827 Adams ne descrisse due casi mettendo in evidenza il rapporto fra rallentamento del battito e disturbi nervosi; nel 1846 Stokes ne ampliò lo studio e fissò il quadro nosologico. Si dimostrò poi la possibilità di confusione con aritmie a polso lento (p. es. quella di origine extrasistolica) o bradisfigmie, senza rallentamento del battito cardiaco (bradicardia). La scoperta fatta dai fratelli Weber dell'azione inibitrice del vago sul cuore indirizzò l'interpretazione della patogenesi a una ipotetica lesione di questo nervo o dei suoi centri bulbari. Si ebbe così la teoria nervosa di Charcot; ma le ricerche moderne hanno confermato sempre più che nel massimo numero dei casi il rallentamento permanente del cuore dipende da lesioni intracardiache di diversa natura delle zone percorse dal fascio di conduzione e quindi dello stesso fascio di His. Attualmente, più che una malattia a sé, il morbo di Adams-Stolkes rappresenta un complesso sintomatico che può apparire per circostanze diverse e fa parte del gruppo delle bradicardie, descritte sotto la voce aritmie.