malattia epatica
Malattia a carico del fegato, il più grande organo ghiandolare dei Vertebrati. Nell’uomo, il fegato è disposto trasversalmente nella parte superiore dell’addome, ha colorito rosso bruno, forma ovoidale, peso di circa 1500 g (nell’adulto di sesso maschile). Svolge molteplici funzioni indispensabili alla vita: produce la bile; determina importanti modificazioni metaboliche, intervenendo nel metabolismo di grassi, zuccheri e proteine, e nel ricambio di molti ormoni; sintetizza alcune proteine del plasma sanguigno. L’epatologia tradizionale distingue gli stati patologici indotti da cause ‘primitive’, vale a dire determinate nell’organo, da quelle secondarie, ovvero provenienti da patologie sviluppatesi in altri organi, dovute alla sua funzione di filtro depuratore dell’intera massa di sangue circolante. Questa funzione espone l’organo al rischio di essere implicato in affezioni che insorgono in altri organi e apparati, veicolate dal doppio flusso arterioso e portale dal quale è attraversato. Le malattie epatiche vengono classificate in tre tipi a seconda della loro natura: genetica (epatopatie congenite e disgenopatiche di tipo vascolare, cistiche, autoimmuni, metaboliche); tossica e infettiva (epatopatie batteriche virali, fungine e parassitarie); neoplastica (tumori primitivi e metastatici). Molti virus possono produrre un’epatite più o meno intensa (virus della varicella, della mononucleosi, della parotite epidemica, herpesvirus, Citomegalovirus), ma gli agenti virali responsabili fino al 95% dei casi di epatite virale acuta umana sono i virus dell’epatite A, B, C e D. La cirrosi si può considerare come il punto di arrivo irreversibile di una lesione prolungata a carico degli epatociti. La distruzione degli epatociti porta, con l’andar del tempo, a uno sviluppo esagerato di tessuto fibroso che impedisce il rigenerarsi di tessuto normale: quindi gli epatociti di nuova formazione si raccolgono in ammassi ai quali si dà il nome di noduli. Si può quindi affermare che le due lesioni principali che definiscono la cirrosi sono la fibrosi e i noduli. Il carcinoma del fegato è il più frequente tra i vari tumori che colpiscono primitivamente il fegato e si impianta spesso sopra un fegato già leso da epatopatia cronica o da cirrosi. La prognosi è infausta a breve scadenza dalla diagnosi anche se oggi l’uso di sostanze citostatiche l’ha in parte migliorata. Da ricordare poi la possibilità di asportazione chirurgica qualora il tumore sia piccolo, ben localizzato e il paziente sia in condizioni tali da sopportare l’intervento. Occorre ricordare che il fegato è uno degli organi più colpiti dalle localizzazioni metastatiche dei tumori maligni a partenza dagli organi più diversi; in particolare causano spesso e rapidamente metastasi epatiche i carcinomi dello stomaco, dell’intestino, della colecisti, del pancreas. (*)
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