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malattia

Dizionario di Medicina (2010)
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malattia


Stato di sofferenza di un organismo in toto o di sue parti, prodotto da una causa che lo danneggia, e il complesso dei fenomeni reattivi che ne derivano. Elemento essenziale del concetto di m. è la sua transitorietà, il suo andamento evolutivo verso un esito, che può essere la guarigione, la morte o l’adattamento a nuove condizioni di vita. La m. è un processo che consta di un concatenamento di manifestazioni essenzialmente consistenti in: alterazioni prodotte dalla causa di m.; fenomeni reattivi, locali (dei tessuti) o generali (febbre, manifestazioni vasomotorie, ecc.); processi riparativi o di adattamento. Le classificazioni delle m. sono diverse: le più comuni sono basate su criteri eziologici (m. infettive, parassitarie, cronico-degenerative) oppure di sede (m. della pelle, degli occhi, del sistema nervoso, m. mentali); su criteri sociali (m. del lavoro; m. professionali). In base al decorso le m. si distinguono in acute e croniche; secondo che abbiano origine dall’interno dell’organismo o dall’esterno, in endogene ed esogene; con riferimento alla modalità di trasmissione, in acquisite, ereditarie, congenite. La nomenclatura nosologica non segue regole fisse: per le m. infiammatorie si utilizza il nome dell’organo colpito cui si aggiunge il suffisso -ite (polmonite, ecc.); per le malattie degenerative quello -osi (per es., artrosi, ecc.); nome dell’autore o degli autori che per primi le hanno descritte (m. di Hodgkin, ecc.); la località in cui l’affezione è stata riscontrata per la prima volta o risulta essere particolarmente diffusa o esclusiva (per es., m. di Bornholm); il segno clinico più saliente; l’agente o il momento eziologico fondamentale.

Storia delle idee di malattia


Vedi anche
eziologia In generale, parte di una scienza che indaga le cause di una determinata classe di fenomeni. ● In particolare, in medicina, lo studio delle cause delle malattie o, impropriamente, la causa stessa. Mentre alcune volte la condizione morbosa è legata a una sola causa (ereditaria, infettiva ecc.), più spesso ... malattìe genètiche Patologie ereditarie, dovute ad anomalie cromosomiche o a mutazioni di singoli geni (malattie da deficit di enzimi; errori congeniti del metabolismo). La frequenza delle genetiche, malattiegenetiche, malattie nella popolazione mondiale dei neonati è di ca. il 3%. Esse incidono significativamente sulla ... morbillo Malattia infettiva e contagiosa contrassegnata soprattutto da esantema ed enantema tipici. È prodotta dal morbillivirus, genere di virus a RNA della famiglia Paramyxoviridi, che passa nelle secrezioni catarrali delle mucose così da essere facilmente trasmesso per via aerea. Dopo un’incubazione di durata ... alimento Sostanza che, introdotta nell’organismo animale, sopperisce al suo dispendio energetico, fornisce i materiali di reintegrazione, quelli necessari per l’eventuale accrescimento e quegli elementi (vitamine, minerali ecc.) indispensabili al normale svolgimento di funzioni fondamentali per l’individuo e ...
Vocabolario
malattìa
malattia malattìa s. f. [der. di malato1]. – 1. a. Condizione abnorme e insolita di un organismo vivente, animale o vegetale, caratterizzata da disturbi funzionali, da alterazioni o lesioni – osservabili o presumibili, locali o generali...
quarta malattìa
quarta malattia quarta malattìa locuz. usata come s. f. – In medicina, nome (propriam. quarta malattia esantematica) di una malattia infettiva, epidemica, considerata come una forma attenuata di scarlattina (e detta anche pseudoscarlattina,...
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