Malaysia
(App. IV, ii, p. 377; V, iii, p. 297; v. anche malacca, XXI, p. 978; malesi, stati, App. II, ii, p. 255; malese, federazione, App. III, ii, p. 19)
Geografia umana ed economica
di Guido Barbina
Popolazione
La popolazione (21.410.000 ab. secondo una stima del 1998), con tasso di accrescimento annuo molto elevato (8.800.000 minori di 18 anni nel 1995), presenta una grande varietà di etnie e di culture.
Il 62% (i Bumiputra) è di origine malese e pratica l'islamismo, mentre il resto è di origine cinese (29%, di religione buddhista) e indiana (8%, di religione induista) e di altre etnie minori (nel Borneo i gruppi etnici più importanti sono quelli dei Bidhayu e degli Iban). La lingua ufficiale è il bahasa malaysia, forma semplificata di malese, ma la popolazione scolarizzata parla anche inglese; diffusi nei rispettivi gruppi etnici sono il cinese mandarino, il tamil e altri idiomi.
Condizioni economiche
La M. ha avuto uno straordinario sviluppo a partire dagli anni Novanta, quando ha adottato una nuova linea economica basata sulla riduzione delle imposte e delle tariffe doganali, sulla privatizzazione delle attività produttive e sulla libertà dell'iniziativa privata.
Anche per la M. si è parlato di 'miracolo economico asiatico' in quanto il passaggio da un'economia basata sulle piantagioni coloniali (caucciù) e sull'agricoltura tradizionale (associata alla pesca costiera) a un'economia moderna, fortemente dipendente da investimenti esteri, è stato molto rapido (con una crescita media annua del PIL pari al 5,8% nell'intervallo 1990-97) e inaspettato. Attualmente la M. appare come un paese moderno, con elevato tasso di scolarizzazione, strutture sociali efficienti e tenore di vita medio-elevato; tuttavia, a partire dal 1997 sono emersi i problemi derivanti da una crescita troppo rapida e incontrollata e l'economia ha perso il suo slancio, facendo comparire nuovi problemi sociali come la disoccupazione.
L'agricoltura non è più l'attività prevalente e impiega poco più del 15% della popolazione attiva: i prodotti principali sono l'olio di palma e il riso, che però non riesce ancora a soddisfare il fabbisogno interno, nonostante i miglioramenti introdotti con l'adozione di sementi selezionate e il maggior uso di fertilizzanti; la coltivazione dell'Hevea, la pianta gommifera di cui la M. era il primo produttore mondiale, è in lieve declino e la gomma grezza contribuisce solo all'1,9% delle esportazioni. Altri prodotti importanti sono il tè, la noce di cocco, il cacao, il pepe e il legname semilavorato: lo sfruttamento delle foreste è però frenato da apposite norme protettive dell'ambiente naturale, gravemente compromesso dallo sfruttamento intensivo praticato nei primi anni dell'indipendenza anche allo scopo di ricavare spazi per le piantagioni di palma da olio. Nell'ottobre 1997 una serie di incendi ha devastato parte delle risorse forestali ancora esistenti.
Le attività estrattive, che con quelle di trasformazione contribuiscono alla produzione del PIL per il 47,6%, riguardano soprattutto gli idrocarburi, che hanno superato per importanza lo stagno; altri minerali estratti sono quelli di ferro e di rame e la bauxite. Le industrie manifatturiere (che nel 1997 occupavano il 27,7% della forza lavoro, con salari molto più bassi rispetto a quelli europei o nordamericani) contribuiscono alla parte maggiore delle esportazioni; i comparti principali sono quelli delle apparecchiature radiotelevisive, del materiale elettronico, alimentare, chimico, della raffinazione degli idrocarburi e della lavorazione della gomma. In alcuni comparti altamente specializzati, come l'elettronica e la chimica di base, la M. si è collocata al di sopra del livello medio mondiale, ponendosi ai vertici nell'esportazione di semiconduttori e di molti prodotti dell'elettromeccanica. L'industria elettronica, che si avvantaggia di consolidate reti relazionali per lo scambio di conoscenze tecnologiche fra gruppi locali e con imprese di Singapore, ha presentato nel 1995 un incremento annuo della produzione del 30% circa: questo stesso comparto occupa il 12,5% circa della manodopera manifatturiera, contribuendo per il 60% alle esportazioni dell'industria.
Il paese è quasi autosufficiente per la produzione di energia; molti problemi ha destato il progetto per la costruzione di un impianto idroelettrico di grande potenza a Bakum, nel Sarawak, a causa delle forti preoccupazioni ambientalistiche che ha creato. Il turismo è un'altra importante fonte di ricchezza in espansione. I rapporti commerciali con l'estero vedono al primo posto per le importazioni il Giappone, seguito dagli Stati Uniti, da Taiwan e da Singapore; le esportazioni sono dirette principalmente negli Stati Uniti.
La M. sta allargando i suoi rapporti commerciali soprattutto all'interno dell'ASEAN Free Trade Area, la zona di libero mercato costituita nel gennaio 1992 dai membri dell'ASEAN (Association of South East Asian Nations).
bibliografia
I.M. Salleh, Malaysia. Growth, equity, and structural transformation, Washington (D.C.) 1993; Malaysia. Enterprise training, technology and productivity, Washington (D.C.) 1997.
Storia
di Paola Salvatori
L'integrazione fra le diverse etnie (malese, cinese e indiana) e i rapporti istituzionali fra i poteri locali (in prevalenza monarchie) e il governo federale hanno continuato a rappresentare le questioni di fondo, ancora sostanzialmente irrisolte, della vita politica malese. L'indirizzo autoritario perseguito da M. Mahathir, dal 1981 capo dell'esecutivo e leader della United Malays National Organization (UMNO), principale partito della coalizione di governo, perpetuò infatti il predominio politico, economico e sociale della comunità malese (alleata con una ristretta élite cinese e indiana), mentre il tentativo di rafforzare il potere centrale, anche attraverso la limitazione delle prerogative dei sovrani, incontrò fortissime resistenze sia nei diversi Stati sia all'interno della stessa UMNO.
Fu proprio in quest'ultimo campo, tuttavia, che il governo ottenne i maggiori risultati: nel gennaio 1993 il Parlamento approvò un emendamento costituzionale che restringeva le immunità legali dei sovrani dei singoli Stati e nel maggio 1994 venne abrogata definitivamente la facoltà di veto del 'capo supremo' della Federazione.
Nonostante il permanere di forti contrasti in seno al partito e l'esplodere di diversi scandali di carattere finanziario che coinvolsero vari esponenti dell'esecutivo, la coalizione di governo (denominata Fronte nazionale) uscì rafforzata dalle elezioni legislative del 1995, a fronte di un'opposizione divisa e disorganizzata, fortemente penalizzata dalla politica repressiva attuata dall'esecutivo. A garantire una sostanziale stabilità politica contribuiva il permanere di un forte tasso di crescita economica sostenuta dai capitali stranieri che, pur non alterando significativamente la diseguale distribuzione della ricchezza, aveva tuttavia ridotto il tasso di disoccupazione.
La politica estera fu caratterizzata in questi anni da un rafforzamento dei legami con i paesi dell'ASEAN e dal miglioramento delle relazioni con il Vietnam e le Filippine. I rapporti con Singapore subirono invece un brusco deterioramento a partire dalla primavera 1997, e peggiorarono nei mesi successivi anche in seguito alla crisi finanziaria che nell'estate travolse l'intero Sud-Est asiatico. Per fronteggiare la crisi il governo adottò una rigida politica restrittiva, con pesanti tagli alla spesa pubblica, mentre cercò di limitare gli effetti della conseguente disoccupazione attraverso il rimpatrio forzato dei lavoratori stranieri (gennaio 1998). Le pesanti difficoltà economiche in cui venne a trovarsi il paese acuirono la tensione sociale e riaccesero i contrasti interni alla UMNO.
Nel corso del 1998 alcuni esponenti del partito, tra cui I. Anwar, ministro delle Finanze (dal 1991) e vice primo ministro (dal 1993), cominciarono a manifestare apertamente critiche nei confronti delle misure adottate da Mahathir per fronteggiare la crisi, provocando la dura reazione di quest'ultimo. Nel settembre 1998 Anwar fu costretto a dimettersi e venne successivamente arrestato. A tale provvedimento i sostenitori di Anwar, tra cui il movimento giovanile dell'UMNO, reagirono organizzando manifestazioni di protesta, violentemente represse dalle forze dell'ordine.
Anwar fu condannato, nell'aprile 1999, a sei anni di reclusione perché ritenuto colpevole di corruzione. Nel giugno 1999 le forze di opposizione decisero di allearsi e di presentarsi con un candidato unico alle elezioni generali previste per l'aprile del 2000.
bibliografia
H.A. Crouch, Government and society in Malaysia, Ithaca (N.Y.) 1996; A. Munro-Kua, Authoritarian populism in Malaysia, New York 1996; E.T. Gomez, K.S. Jomo, Malaysia's political economy. Politics, patronage and profits, New York 1997, 1999².