McDowell, Malcolm (propr. Taylor Malcolm)
Attore cinematografico e teatrale inglese, nato a Leeds (Yorkshire) il 13 giugno 1943. Come interprete del Free Cinema il suo nome è legato a quello del regista Lindsay Anderson per il quale ha portato sullo schermo il personaggio di Mick Travis, che incarna lo spirito di ribellione verso le istituzioni e le tradizioni britanniche, in If… (1968; Se…), in O lucky man! (1973) e in Britannia Hospital (1982). Ha raggiunto la notorietà internazionale interpretando Alex DeLarge, il giovane violento di A clockwork orange (1971; Arancia meccanica) diretto da Stanley Kubrick, la cui intensa caratterizzazione si è impressa tanto indelebilmente nell'immaginario del pubblico da creare quasi un'inseparabilità tra attore e personaggio. Il suo viso, contraddistinto da lineamenti marcati, esprime una grande intensità mediante lo sguardo accigliato degli occhi chiari e il sorriso spesso simile a un ghigno, caratteristiche somatiche che, unite alle qualità mimiche, lo hanno sovente reso interprete di personaggi contraddittori, aggressivi e tormentati. La sua carriera, interessante e brillante nel corso degli anni Settanta, ha successivamente subito un declino sul versante qualitativo; tuttavia McD. ha continuato a recitare in decine di film, spesso in ruoli stravaganti e per produzioni a basso costo oppure in cammei, come è avvenuto per The player (1992; I protagonisti) di Robert Altman, dove interpreta sé stesso.
Completati gli studi superiori, cominciò a lavorare nel pub di suo padre a Liverpool e, in seguito, fece il rappresentante per una ditta di caffè, alternando la sua attività lavorativa alle lezioni di recitazione e ad alcune occasionali apparizioni come figurante per la Royal Shakespeare Company. Il suo primo film fu Poor cow (1967) diretto da Ken Loach, ma il suo personaggio venne tagliato in fase di montaggio. Anderson lo chiamò a interpretare in If… lo studente Travis che, ribellatosi alla repressione di un sistema di insegnamento militaresco, cade anch'egli nella spirale della violenza, facendo fuoco sui professori e sugli allievi durante il discorso di fine anno. La sua ottima prova di attore impressionò Kubrick che gli affidò il ruolo principale di A clockwork orange, ossia quello del violento capo di una futuristica banda di delinquenti, amante della musica di Beethoven, che, arrestato, viene rieducato secondo metodi altrettanto violenti. La sua interpretazione di O lucky man!, parzialmente autobiografico, può essere considerata il terzo capitolo di un'ideale trilogia nella quale l'attore è assurto a simbolo del fallimento dell'utopia e dell'imbarbarimento dei sogni. Frattanto aveva interpretato un maniaco sessuale fuggitivo in Figures in a landscape (1970; Caccia sadica) per la regia di Joseph Losey e un atleta infortunato in The raging Moon (1970; La luna arrabbiata) di Bryan Forbes. Fu Harry Flashman, luogotenente inglese sbruffone che cade nella trappola di O. von Bismarck, in Royal Flash (1975; Royal Flash ‒ L'eroico fifone), satira leggera e iconoclasta sul mondo vittoriano diretta da Richard Lester. Anderson lo richiamò per realizzare il grottesco Britannia Hospital , una satira sociale sulla sanità (e sulla follia) del Paese. Nello stesso anno fu Paul Gallier in Cat people (Il bacio della pantera), remake di Paul Schrader dell'horror di Jacques Tourneur. Ha lavorato anche in Italia come protagonista in Caligola (1984), di Tinto Brass, biografia del più folle tra gli imperatori romani, nel ruolo di un attore che si suicida sulla scena in Mortacci (1989) di Sergio Citti, e in Maggio musicale (1989) di Ugo Gregoretti. Ha inoltre partecipato a film televisivi, come Star trek: generations (1994; Generazioni) di David Carson, e di genere quali Gangster No. 1 (2000) di Paul McGuigan e I spy (2002; Le spie) di Betty Thomas.