male (avv.)
Voce ad alta frequenza, che si registra in numerose accezioni, ora a esprimere un giudizio negativo in ambito morale, ora a indicare una condizione dannosa, ovvero d'inadeguatezza in senso tecnico. La forma apocopata (‛ mal ') è più frequente di quella intera. In qualche caso non è possibile stabilire con assoluta certezza se m. sia avverbio o sostantivo.
" In modo contrario alla norma morale ", cioè " peccaminosamente ", " colpevolmente ", " viziosamente ", ovvero " ingiustamente ": If XI 37 ciascun che mal fiere, " ferisce "; XV 114 li mal protesi nervi; Pg XVI 111 l'un con l'altro insieme [cioè il potere spirituale e quello temporale] / per viva forza mal convien che vada; XXXII 129 O navicella mia [la Chiesa], com' mal se' carca!, " idest onusta malis mercibus " (Benvenuto), " imperò che la ricchezza ha fatto li chierici rei, li quali ne la povertà soleano essere buoni " (Buti); Pd VI 129 Romeo, di cui / fu l'ovra grande e bella mal gradita, cioè " ingiustamente " ricompensata, col male in cambio del bene fatto; XXII 39 la gente [pagana] ingannata e mal disposta: " Ingannata. Riguarda la mente. - Disposta. Il cuore " (Tommaseo). E ancora: Cv IV XXIX 4, If VII 58 (2 volte), XIX 98, Pg XVII 87, XXXII 103, Pd VI 104. In Pg XVIII 124 e 125 suo figlio, mal del corpo intero / ... e che mal nacque, si allude a Giuseppe Della Scala, che era " difettoso di corpo " (Scartazzini-Vandelli) e illegittimo, in quanto figlio naturale di Alberto.
" Con danno proprio o altrui ", " per sventura ", " per disgrazia ": If IX 54 mal non vengiammo in Tesëo l'assalto; Pg IV 72 la strada / che mal non seppe carreggiar Fetòn, " con danno suo e con pericolo del mondo intero "; Pd VI 69 mal per Tolomeo poscia si scosse, detto dell'aquila imperiale. E ancora: If XII 66, Pg XII 45, Pd XVI 140, Fiore CLXXIV 14. Anche in Fiore XXIV 10 mal balito, cioè " maltrattato ", " malridotto ", come mal balita (XCVIII 2). Si veda anche CXXXVII 4 la Vecchia... / quando gli vide, le ne parve male, " se ne afflisse " (Petronio).
Rilevanti i seguenti nessi: mal fatata (Rime LXXIII 1), detto di Nella, moglie di Forese Donati, cioè " ‛ sciagurata ': provenzalismo (malfadat) diffuso allora anche nel nord d'Italia, e che si trova pure in Cecco Angiolieri nella forma dissimilata malfato " (Contini); mal finir (Vn XIX 10 42), cioè " dannarsi ". A indicare i dannati nell'Inferno: l'anima mal nata (V 7), cioè " nata per suo danno e sventura " (Mattalia), mal nati (XVIII 76 e XXX 48), mal creata plebe (XXXII 13), ma - chiosa Guido da Pisa - " non quod a Deo male creata sit, quia Dei perfecta sunt opera ... sed quia suis malis operibus sit damnata ". Si veda anche Vn XIX 8 27, Cv IV XXVIII 19 (v. MALNATO).
Vale " dolorosamente ", " con tormento ", in If XII 51 Oh cieca cupidigia e ira folle, / che sì ci sproni ne la vita corta, / e ne l'etterna poi sì mal c'immolle!, e Pg XXXII 45; " scortesemente ", in Rime L 37 s'elli avven che li risponda male. " In modo non conveniente, non conforme, inadeguato al proprio fine e ai propri compiti ", " inopportunamente ": Cv I I 12 alcuno male de' suoi organi disposto però che né denti né lingua ha né palato; III VIII 19 l'uomo... mal naturato, contrapposto a colui che ben naturato si sostiene in buono reggimento; IV XXV 9 Ahi quanto sta male a ciascuno nobile uomo che onore vada cercando, menzionare cose che ne la bocca d'ogni donna stean male!; If XXX 53 La grave idropesì, che sì dispaia / le membra con l'omor che mal converte, " non trasmuta... a dovere " (Venturi); Pg XIV 116 Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; / e mal fa Castrocaro (di nuovo contrapposto a ‛ bene ', come in Rime LXXXIII 87. E anche, con più decisa connotazione morale: ciascuno con ampia misura cerca lo suo mal fare e con piccola cerca lo bene, Cv I II 9; ‛ far m. ' anche in Fiore CLXI 11). Cfr. ancora Cv IV II 8 (3 volte), XIII 7, XX 7, XXII 11, If XXXII 96, Fiore XXII 8, LXVIII 13.
" In modo errato, inesatto, impreciso ": Cv I IV 8 E questi non solamente passionati mal giudicano, ma, diffamando, fanno a li altri mal giudicare; XI 12 per scusarsi dal non dire o dal dire male accusano e incolpano la materia, cioè lo volgare proprio; IV XV 13 anzi la domandagione compiuta, male rispondono; If X 77 " S'elli han quell'arte ", disse, " male appresa... "; XXIII 140; Pg XXIII 60 mal può dir chi è pian d'altra voglia; Pd IV 61 Questo principio, male inteso; V 12.
" Sconsideratamente ": Pd V 67 [a Ieptè] più si convenia dicer ‛ Mal feci ', / che, servando, far peggio.
In due luoghi dell'Inferno (XVIII 52 e XXIX 78), in unione con volontier, m. ha semplicemente valore di negazione; così anche in Rime dubbie XXVIII 6 mal pittura sta senza vernice (" Colore senza vernice era espressione proverbiale per cosa fatta inutilmente ", Contini), e in Cv IV XXII 2 (due volte).
In alcuni passi, l'avverbio sembra usato in accezione pregnante. Col valore insieme di " contrariamente alla norma morale " e " senza successo ": Pg XX 1 Contra miglior voler voler mal pugna; " peccaminosamente " e " con danno ": Pd VI 131 mal cammina / qual si fa danno del ben fare altrui.
Nel duplice senso di " in modo errato " e " con danno ", " con pericolo ": Pd XXXI 125 il temo / che mal guidò Fetonte (cfr. anche Pg IV 72, già citato). Nell'accezione probabilmente triplice di " in modo inesatto ", " in modo contrario alla norma morale " e " con danno e disonore ": Pd XIX 141 quel di Rascia / che male ha visto il conio di Vinegia, Stefano Urosio II (1276-1321), re di Serbia, Croazia e Dalmazia, che volle imitare il conio dei ducati o matapan veneti di argento fine nei suoi ‛ grossi ', di lega inferiore.