malestruo
" Dal lat. Mala struo. Macchinatore di male " (Tommaseo, Dizionario). Ricorre in Cv IV XXVII 13 Ahi malestrui e malnati, che disertate vedove e pupilli. Il Galvani, citato da Vandelli-Busnelli, reca: " In lingua d'oc astrar, enastrar, adastrar o desastrar valevano influire bene o male per mezzo degli astri... Malastruc, scritto anche malestruc, valeva dunque... sciagurato e malaugurato ".
Il Flamini trova un altro esempio di m. nelle Noie del Patecchio, II I 5 (Novati, p. 16). La voce è stata studiata anche dal Nannucci in Voci e locuzioni italiane derivate dalla lingua provenzale (Firenze 1810, 19), e dal Meyer Lübke in REW, sub v. *astracus.
Con lo stesso significato, come sostantivo, in Cv IV XXIX 7 lo ma[l]estr[u]o disceso de li, buoni maggiori, e come attributo al § 6 lo ma[l]estr[u]o figlio o nepote.