Mali
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(App. III, ii, p. 21; IV, ii, p. 379; V, iii, p. 300)
Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Popolazione
Con una popolazione di 10.694.000 ab., secondo una stima del 1998, il M. ha visto crescere la sua consistenza demografica, durante il periodo 1990-98, a una media annua del 32‰, mentre l'economia ha registrato una crescita media annua del PIL pari al 4% circa. Il distretto urbano della capitale, Bamako, contava 913.000 ab. nel 1995. Un'importante riforma in materia di decentramento amministrativo, entrata in vigore nel 1997, ha istituito circa 700 amministrazioni municipali, in luogo delle precedenti 19. La revisione delle strutture di governo locale è mirata a normalizzare le regioni del Nord, teatro della ribellione antigovernativa di gruppi di nomadi tuareg.
Condizioni economiche
Nel 1995 l'agricoltura e le altre attività del settore primario hanno concorso a produrre circa il 44% della ricchezza nazionale, impiegando l'84% della forza lavoro. Dopo la fine della tremenda siccità - che si è protratta con fasi alterne dal 1968 al 1986, sconvolgendo l'economia e la società maliane - le produzioni agricole sono tornate ai livelli normali, e anzi nel 1996 l'economia del M. ha beneficiato di un raccolto eccezionale di cotone, di cui il paese è il secondo produttore africano dopo l'Egitto. Le esportazioni di cotone sgranato (che forma da solo più del 50% del valore delle esportazioni) e di arachidi costituiscono, unitamente ai prodotti dell'allevamento, le maggiori voci attive della bilancia commerciale, la quale d'altra parte deve registrare al passivo consistenti importazioni di cereali (54.000 t nel 1998-99) per far fronte all'insufficienza delle colture destinate alla sussistenza di una popolazione in forte crescita.
L'importanza del settore minerario è in aumento, da quando è stato intensificato con successo, a partire dalla fine degli anni Ottanta, lo sfruttamento delle riserve aurifere, in particolare nella miniera di Sadiola (11 t l'anno, con riserve per 124 t). Il settore manifatturiero (7% circa del PIL) si basa principalmente sulla prima lavorazione dei prodotti agricoli (cotone, riso, zucchero). Circa il 78% dell'energia elettrica generata nel 1995 è di origine idrica. A partire dal 1998 il M. ha cominciato a ricevere forniture di elettricità dalla centrale azionata dalla diga di Manantali, sul fiume Senegal, mentre si progetta di interconnettere la rete maliana con quelle della Costa d'Avorio, del Burkina Faso e del Ghana. Le principali importazioni consistono in combustibili (30% circa del valore totale), macchinari, derrate, prodotti chimici. Nel 1997 è stato registrato l'arrivo di 27.000 turisti.
Nel 1997 il debito estero sfiorava i 3000 milioni di dollari; misure per il riequilibrio dei conti pubblici formulate alla metà degli anni Novanta di concerto con il Fondo monetario internazionale prevedevano la privatizzazione accelerata e la ristrutturazione delle imprese rimaste sotto il controllo statale. Tuttavia, la crescita dell'economia rimane frenata dall'elevato grado di dipendenza dalle importazioni e dall'esiguità della base d'esportazione. Ad aggravare la crisi finanziaria hanno concorso le ingenti spese per l'apparato militare, chiamato a reprimere i moti di ribellione ai confini settentrionali, nonché i costi connessi con le iniziative volte a integrare le comunità tuareg e ad accogliere le decine di migliaia di profughi al loro rientro dagli Stati confinanti.
bibliografia
Spécial Mali, in Marchés tropicaux et méditerranéens, 1995, 2573; S. Davies, Adaptable livelihoods. Coping with food insecurity in the Malian Sahel, Houndmills, Basingstoke-New York 1996.
Storia
di Francesca Socrate
Nei primi anni Novanta il M. si trovava ancora fortemente condizionato da una grave instabilità politica: nonostante nel gennaio 1992 fosse stata introdotta una Costituzione democratica, la nuova fase avviata con la presidenza di A.O. Konaré, leader del partito di centro ADEMA (Alliance pour la Démocratie au Mali), si trovò ancora per un lungo periodo a doversi confrontare con la questione etnica della minoranza tuareg, scoppiata fin dall'inizio del decennio nelle regioni settentrionali del paese, e con il malcontento sociale, rappresentato soprattutto dagli studenti che si opponevano alla dura politica di riduzione della spesa pubblica adottata da Konaré. La rissosità fra i partiti ricomparsi sulla scena politica rendeva inoltre difficile ogni accordo di coalizione di governo.
Nato nella primavera del 1993, il nuovo gabinetto di A.S. Sow, vicino al presidente seppure non iscritto ad alcun partito politico, di fronte alla profonda fragilità delle alleanze fra i partiti, alla sospensione degli aiuti finanziari da parte del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, e infine, nel gennaio 1994, alla svalutazione del 50% del franco CFA (Communauté Financière Africaine: la moneta comune dei paesi africani di area francofona), cadde nel febbraio 1994. Sow fu così sostituito da I.B. Keita, anch'egli vicino al presidente. Ma le agitazioni antigovernative esplose tra i militari contro la svalutazione del franco e il mancato adeguamento degli stipendi (agosto-novembre 1994), nonché le rinnovate e violente proteste studentesche, che costellarono a più riprese la vita politica della capitale tra il 1994 e il 1996, indebolirono ulteriormente la coesione all'interno dei partiti e fra i partiti stessi. Nonostante l'accordo dell'agosto 1994 con cui il governo aveva sottoscritto l'impegno a proteggere i diritti della minoranza tuareg, nelle regioni settentrionali si ripetevano frattanto i periodici scontri fra esercito e gruppi armati tuareg. Solo nella primavera del 1995, dopo difficili trattative, si giunse all'abbandono della lotta armata da parte dei gruppi più estremisti e all'avvio di una reale integrazione dei Tuareg nelle forze armate governative e nell'amministrazione civile. Mentre decine di migliaia di esuli tornavano dall'Algeria, dalla Mauritania e dal Burkina Faso, la pacificazione della regione, sancita ufficialmente a Tombouctou, sembrò così, nel marzo 1996, finalmente raggiunta.
A livello centrale, peraltro, mentre nascevano nuovi partiti, la crisi si concluse con il varo di una riforma elettorale che affiancava al sistema proporzionale per le elezioni locali un sistema misto per quelle politiche, con l'aggiunta di una serie di vantaggi per il partito di maggioranza. Fortemente avversata dalle opposizioni, la riforma fu approvata nel gennaio 1997.
Il primo turno delle elezioni legislative (aprile 1997), cui si presentarono 36 dei 63 partiti presenti sulla scena nazionale, registrò una netta vittoria dell'ADEMA in un clima di disordini e irregolarità. In seguito a una manifestazione di protesta e alla decisione di boicottare il secondo turno elettorale da parte delle opposizioni, i risultati furono invalidati. Ciononostante, le elezioni presidenziali, svoltesi nel maggio con un'affluenza alle urne di appena il 28,4% degli aventi diritto, confermarono con il 95,9% dei voti Konaré, mentre l'avversario M. Diaby, leader del Parti pour l'unité, la démocratie et le progrès (PUDP), ottenne solo il 4,1% dei suffragi. Boicottate dalle principali forze di opposizione e ulteriormente rimandate, le nuove elezioni politiche si svolsero in un clima di grave tensione politica nel luglio-agosto 1997: l'ADEMA ottenne 130 seggi su 147. Mentre alcuni importanti esponenti delle opposizioni venivano arrestati, nel settembre1997 Keita formò un nuovo governo con l'appoggio di gruppi dell'opposizione moderata. Nel gennaio 1999, al termine di un lungo processo, l'ex dittatore M. Traoré (al potere nel paese dal 1968 al 1990) fu condannato a morte per abuso di potere e peculato.
bibliografia
Ch.O. Diarrah, Le défi démocratique au Mali, Paris 1996.