malivoglienza
Vale " malvolere ", " malanimo ", ed è usata due volte nel Fiore. La prima nel discorso di Amico: così l'amor di lor guadagneria, / sanz'aver mai tra lor malivoglienza (LXXII 4), cioè " senza che sorga mai alcun contrasto tra gli amanti " (cfr. nel Roman de la Rose 9898-99 " Qui veaut leur grace deservir / E leur amour continuer "); la seconda in quello di Falsembiante, dove e 'n ciascuno i' ho malivoglienza (CXXIV 12) andrà interpretato come " voglio male, porto odio a ciascuno " (cfr. similmente il Boccaccio: " avendo alcuno odio ne' Fiorentini ", Dec. II 1 31); vi fa riscontro la simulata benvoglienza di Costretta-Astinenza in CII 7. Diversamente intende il Petronio: " tutti ce 'l'hanno con me ".
La parola (che si presenta anche nelle forme ‛ malevoglienza ', ‛ malavoglienza ', ‛ malvoglienza ') è diffusa in prosa e in poesia (cfr. Guittone Dett' ho de dir 6; Cecco Babb' e Becchina 11). Malvoillance è anche nel Roman de la Rose (v. 3139), riferita al malanimo di Dangier.