malizioso
Malizioso... troppo si definisce Ciampolo di Navarra (If XXII 110), riprendendo l'Odi malizia di Cagnazzo: " ma non però in quel senso che Cagnazzo intendeva di astuto e fraudolente, ma... di facitore di male; perocché veniva a tradire i compagni tirandoli a maggior tristizia " (Lombardi; così prima l'Ottimo, e altri; v. Malizia). Ma Benvenuto intende che Ciampolo parli " ironice, quasi dicat: ‛ sum nimis simplex et fatuus, ecce stultam malitiam meam ' ", e analogamente il Vellutello: " Volendo inferire che se egli fosse stato malizioso come lo faceva, che non si sarebbe lasciato artuncigliare, per essere, come era, straziato da loro ".
Il senso di " astuto " sembra invece prevalere in Rime dubbie XXX 4, dove l'aggettivo, unito a fella, " trista ", è attribuito alla cornacchia che pensò mutar gonnella rivestendosi di penne non sue, per apparire più bella.
Unito a saggio è detto di Falsembiante (Fiore CXXXI 5) che presentandosi a Malabocca si spaccia per mastro divino, " teologo ". Malabocca conobbe ben Sembiante, / ma non ch'e' fosse Falso (vv 7-10): m. alluderà dunque all'astuzia e alla consuetudine all'inganno, caratteristiche del personaggio.