MALOGGIA o Maloia (A. T., 17-18-19)
Valico (m. 1817) fra la Val Bregaglia e l'Engadina (Grigioni). Questo passo, scavato entro rocce serpentinose, è un'ampia continuazione della pianeggiante alta Engadina e sta appena 17 m. sopra la superficie dei due laghi di Sils e di Silvaplana, da cui prende origine l'Inn (versante del M. Nero), fra la cima ghiacciata del Pizzo Bernina a sud (m. 4050) e quella del Piz Julier a nord (m. 3385). Invece verso la Val Bregaglia (versante Adriatico) il valico scende con una parete di quasi 350 m., dovuto alla cattura, che il fiume Mera ha fatto dei suoi alti affluenti (T. Marozzo e T. Muretto), che prima dell'epoca glaciale, andavano a oriente verso l'Engadina.
Percorso da strada carrozzabile, che viene da Chiavenna e va a Samaden, abitato quasi tutto l'anno (alberghi), il valico ha importanza turistica, ma non molto grande per il commercio, a confronto dei vicini passi dello Spluga (m. 2117) e di S. Bernardino (m. 2063); infatti le comunicazioni verso l'Engadina sono meglio servite dal Passo del Bernina (m. 2330) per la Val di Poschiavo, che oggi unisce con ferrovia di montagna Tirano a S. Moritz.
Storia. - Praticato forse precedentemente alla conquista romana, durante il periodo imperiale il valico fu attraversato da una grande arteria di comunicazione, larghi tratti della quale sussistono tuttora nella Val Bregaglia. A Muro (Murus, Castelmur in Bregaglia) località situata al di qua del displuvio, fu eretta, probabilmente verso la fine dell'impero, una grande muraglia di difesa, attraverso la quale passava la strada, forse per fronteggiare i barbari, forse per facilitare la riscossione dei pedaggi. Il valico della Maloia venne presto in mano del vescovo di Coira, e poi dei suoi visconti, che riscossero dazî e pedaggi. La carrozzabile, che non segue interamente il decorso dell'antica via romana, risale alla metà del sec. XIX.
Bibl.: F. Stähelin, Die Schweiz in römischer Zeit, Basilea 1927; G. Giovanoli, Storia della Bregaglia, Lugano 1929.