MALTA (XXII, p. 34; App. II, 11, p. 255)
Subito dopo la seconda guerra mondiale alla colonia fu concesso l'autogoverno con lettere patenti del 5 settembre 1947; ma la vita politica del paese, nella quale al governatore erano pur sempre riservati alcuni poteri, non risultò del tutto tranquilla. Alle elezioni del dicembre 1953 risultarono eletti 19 laburisti maltesi, 18 nazionalisti e 3 rappresentanti del partito operaio che si unirono ai nazionalisti per formare un governo di coalizione. Nel febbraio 1956 si tenne un plebiscito per decidere dell'integrazione nel Regno Unito: si ebbero, oltre ad un elevatissimo numero di astensioni e 2559 voti dichiarati nulli, 67.607 voti favorevoli e 20.177 voti contrarî all'integrazione. Il 26 aprile il governo in carica si dimise: scoppiarono agitazioni, a seguito delle quali il 30 aprile fu dichiarato lo stato di emergenza e il governatore assunse la diretta amministrazione dell'isola. Nel novembre-dicembre 1958 si tennero a Londra una serie di incontri tra il governo del Regno Unito e i capi politici maltesi, alla ricerca di una base comune per la restaurazione di un governo costituzionale, ma senza successo. La situazione si sbloccò il 15 aprile 1959 con la revoca della costituzione del 1947, sostituita da una costituzione provvisoria che prevede un Consiglio esecutivo composto di 3 membri ex-officio (segretario capo, segretario legale, segretario alle finanze) e almeno altri tre membri ufficiali e quanti membri non ufficiali piaccia nominare al governatore. Tutti i poteri legislativi e amministrativi sono nelle mani del governatore coadiuvato dal Consiglio esecutivo, fatta eccezione per alcuni casi.
Lingue ufficiali sono l'inglese e il maltese.
La popolazione (stima del 1957) si aggira sui 316.000 abitanti. Allevamento (1956): ovini 16.721, caprini 43.984, bovini 2142, suini 15.173, equini 2151. Pesca: 839 tonnellate. Le importazioni (26 mil. di sterline) superano di sette volte le esportazioni (3,8 mil.). Gli autoveicoli ammontano a 14.000.