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MALTA

di *, Gi. Du. - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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MALTA (XXII, p. 34)

*
Gi. Du.

Secondo una valutazione del 31 dicembre 1946, la popolazione ascende a 295.247 ab. Lingue ufficiali sono l'inglese e la maltese, quest'ultima introdotta nel 1934 in sostituzione di quella italiana. La costituzione del 1939 aveva tolto all'isola ogni autonomia. Ma l'ammirazione suscitata in Inghilterra dal valore e dallo spirito di sacrificio dimostrati dalla popolazione (il 17 aprile 1942 l'isola fu insignita della George Cross, creata per premiare la resistenza agli attacchi aerei durante la seconda Guerra mondiale), che nel frattempo domandava unanimemente un nuovo assetto costituzionale, condusse il governo inglese alla dichiarazione del 13 luglio 1943 ai Comuni, con cui esso s'impegnava a ristabilire un governo autonomo alla fine della guerra. Il 10 febbraio 1944 si riunì un congresso, incaricato di preparare la convocazione di un'assemblea costituente, la quale tenne la prima seduta il 20 gennaio 1945. Essa, con l'assistenza di un commissario britannico (Sir Harold Mac Michael) si pose finalmente d'accordo nell'estate 1946 e così, con lettere patenti del 5 settembre 1947, in vigore dal 22, l'isola - cui fin dal luglio 1946 era stato dato per governatore un civile (F. R. C. Douglas) anziché, com'era tradizione, un militare - ebbe la sua nuova costituzione. Essa stabilisce un'assemblea legislativa di 40 membri eletti a suffragio universale e con rappresentanza proporzionale (eletta il 23 ottobre 1947, si aprì il 1° novembre, alla presenza del duca di Gloucester); un gabinetto, composto del primo ministro e, al massimo, di altri 7 membri. Le materie relative alla difesa e le relazioni con l'estero di esclusiva competenza del governatore, assistito da un consiglio (Nominated Council), composto del vice governatore, del segretario legale e di 3 ufficiali in rappresentanza delle forze armate: questo, insieme con il gabinetto (Executive Council), costituisce il consiglio privato (Privy Council). Gravissimi i prohlemi economici del dopoguerra, sicché alla concessione di 10 milioni di sterline alla fine del 1942, se ne dovette aggiungere (febbraio 1946) un'altra di 20 milioni; inoltre il Malta Reconstruction Act prevede che l'isola possa usufruire di fondi come una colonia.

Danni di guerra. - Estesi sono i danni arrecati dai ripetuti e violenti bombardamenti aerei ai monumenti artistici di Malta. Nelle cittadine di Senglea e di La Vittoriosa, quasi completamente distrutte, si sono salvate, nella prima, le chiese di S. Filippo, S. Giuliano e di S. Anna (sec. XVII) e nella seconda, il Castello di S. Angelo, colpito anch'esso da bombe, e le chiese dei Carmelitani (1611) e di S. Scolastica (sec. XVII). Gravi sono state pure le distruzioni a La Valletta. Sono stati demoliti il monastero di S. Orsola, fondato nel 1583, le chiese di S. Maria di Damasco (1576), e di S. Niccolò (1762), l'Albergo della Lingua di Francia, i palazzi Hompesch e St. Poix (sec. XVIII). Serî danni hanno subìto le chiese di Nostra Signora di Liesse e del Salvatore (sec. XVIII); il palazzo del Gran Maestro, gli Alberghi della Lingua di Castiglia, della Lingua d' Italia, della Lingua d'Alvernia, la Baracca Superiore, l'Ospedale dell'Ordine, il mercato del pesce (sec. XVII), il palazzo Parisio (sec.XVIII), che è stato restaurato, e la casa Dorell (sec. XVI). Sono rimaste inoltre danneggiate, ma meno gravemente, le chiese dei Carmelitani (1573), degli Agostiniani, della Nostra Signora del Pilar (1670), di S. Giacomo e di S. Maria Maddalena, il palazzo della Tesoreria dell'Ordine (oggi il Casino Maltese) e la Libreria. Nella chiesa di S. Giovanni è stata colpita la cappella della Lingua d'Italia, mentre la chiesa dei Francescani ha perduto il suo chiostro. Distruzioni e danni notevoli sono inoltre da lamentare ad Attard, Cospicua, Floriana, Gzira, Kalkara, Luca, Mosta e Micabba.

Bibl.: M. Braun, Work of Art in Malta. Losses and Survivals in the War, Londra 1946.

Malta durante la seconda Guerra mondiale.

Ai primi di luglio 1940 la flotta inglese H (amm. Somerville) si mosse da Gibilterra per scortare a Malta, e farne consegna alla flotta del Mediterraneo orientale al comando dell'amm. A. Cunningham, un numeroso convoglio con carico assai prezioso per la difesa d'Alessandria. In quella occasione i dragamine di Malta riuscirono a dragare un'ampia zona libera da mine nel canale di Sicilia per le navi di Gibilterra, mentre i Sunderland di base nell'isola scoprivano e seguivano incontrastati la flotta italiana, al comando dell'amm. Campioni, anch'essa in mare per scortare un convoglio diretto a Bengasi: dando così occasione alla due flotte di scontrarsi per la prima volta presso le acque di Calabria (battaglia di Punta Stilo o di Calabria, 9 luglio 1940). Verso la fine di agosto, con un gruppo di navi che si recavano in rinforzo della squadra di Alessandria, fra cui la portaerei Illustrious, fu inviato a Malta un forte numero di velivoli della RAF (Royal Air Force). L'isola divenne il centro da cui partivano le offese più pericolose per i convogli italiani diretti a Tripoli, data la insufficiente autonomia degli apparecchi aerei da combattimento. Ma alla fine del 1940 la Germania inviò in Sicilia il X corpo aereo (X CAT), che, gravitando sul canale di Sicilia, riusci a neutralizzare Malta.

Col trasferimento del X CAT nel Peloponneso per l'azione di Creta (maggio 1941), Malta fu di nuovo valorizzata, con grave pregiudizio del traffico con la Libia. Il 26 luglio, nonostante i replicati attacchi aero-navali, poté entrare a Malta un convoglio di 18 piroscafi. Contro questo nucleo così numeroso di navi, nella notte sul 27 luglio fu tentato da parte dei mezzi speciali di assalto italiani il forzamento dei porti di La Valletta e di Marsa Muscetta, ma il tentativo fallì completamente con la distruzione di tutti i mezzi impiegati. Il 7 gennaio 1941, quattro piroscafi britannici, scortati da numerosi elementi della squadra H al comando dell'amm. Somerville, mossero verso Malta; l'azione di contrasto impegnata dall'Asse riuscì efficace. La portaerei Illustrious fu gravemente danneggiata e, in misura minore, lo fu anche l'incrociatore Southampton; tuttavia il convoglio inglese raggiunse la mèta, Malta. Il 25 settembre dello stesso anno partì, ancora una volta da Gibilterra verso Malta, la forza navale H al comando dell'amm. Somerville, per scortare un convoglio di 9 piroscafi. Le forze aeree italiane non poterono contrastare con efficacia la formazione nemica, che pertanto portò a termine la sua missione. Malta in seguito divenne sede di una divisione navale formata dagli incrociatori Aurora, Penelope e dai caccia Lance e Lively, tutti muniti di radar, divisione, che nella notte sul 9 novembre 1941, affondò un convoglio italiano di 7 piroscafi scortati da una divisione navale e da caccia. Dati i buoni risultati, la divisione, denominata K, fu rinforzata prima con gli incrociatori Ajax e Neptune e i due caccia Kingston e Kimberley, e poi con altri 4 caccia, di cui uno olandese. Questi ultimi eseguirono l'affondamento del convoglio Da Barbiano e Di Giussano, che trasportavano benzina. Il 21 novembre partì da Malta la forza K per attaccare un convoglio italiano di 4 motonavi scortato da una divisione di incrociatori pesanti e da una divisione di 8000 t. Il convoglio fu scoperto dai ricognitori: ma prima di esser raggiunto dalla divisione K il Trieste fu colpito da un siluro di sommergibile e il Duca deglî Abruzzi da un siluro di aerosilurante. Data la situazione, il comando italiano ordinò il dirottamento per Taranto. In seguito la forza K riuscì ad affondare, presso Navarino (24 novembre), due piroscafi tedeschi che si trasferivano dal Pireo a Bengasi, e il 16-17 dicembre prese parte alla prima battaglia della Sirte riuscendo a far arrivare a Malta la petroliera Breconshire, indispensabile per rifornire le unità della forza K. Pochi giorni prima detta forza, volendo intercettare un convoglio italiano, era finita su di un campo di mine presso Tripoli perdendo l'incrociatore Neptune e un caccia, mentre l'Aurora e il Penelope rientrarono a Malta assai danneggiati. Fra il 27 dicembre 1941 e il 30 gennaio 1942, cioè durante la seconda occupazione britannica di Bengasi, la difesa del traffico per Tripoli divenne sempre più difficile: a ponente della Sicilia, perché il raggio di azione di 160 miglia dei nuovi aero-siluranti lambiva la costa tunisina, a levante, perché i cerchi d'azione di Malta e di Bengasi venivano quasi a toccarsi. Anche l'arretramento del fronte britannico, dopo la riconquista di Bengasi, non arrecò sensibili vantaggi ai convogli dell'Asse per l'entrata in servizio degli aero-siluranti di 300 miglia, operanti di giorno e di notte in collaborazione con gli aerei ricognitori-bengalieri. La situazione sarebbe divenuta critica se il II CAT, giunto in Italia alla fine del 1941, non avesse ripreso il bombardamento sistematico di Malta insieme a reparti dell'aviazione italiana, riuscendo quasi a paralizzare il potere aereo dell'isola e a renderne effettivo il blocco via mare: infatti, mentre in gennaio un convoglio riuscì a passare, un secondo in febbraio dovette tornare ad Alessandria. Fu in queste contingenze che il 22 marzo 1942 avvenne la seconda battaglia della Sirte, in condizioni proibitive di mare. Dei 4 piroscafi inglesi, uno fu affondato, la petroliera Breconshire e due piroscafi arrivarono, ma furono affondati in porto. Le autorità di Malta decisero allora di far sgombrare il porto dalle rimanenti navi, inviandole ad Alessandria o a Gibilterra. Rimasero gli aerei Spitfire riforniti da 5 sommergibili.

Gli Spitfire, lanciati dall'Eagle e dalla portaerei americana Wasp, furono tutti distrutti: solo in maggio numerosi aerei poterono raggiungere Malta, mentre un posamine veloce, di 40 nodi, rifornì l'isola di munizioni. Gli Alleati riconobbero che l'unica maniera di ostacolare l'avanzata dell'armata italo-germanica di Rommel verso l'Egitto era impedirne i rifornimenti: il che si sarebbe ottenuto facendo riprendere a Malta la sua funzione operativa, alimentando i suoi mezzi offensivi. Due tentativi in tal senso furono compiuti. Il 12 giugno transitò da Gibilterra un convoglio di 6 piroscafi al comando dell'amm. Curteis, scortato da incrociatori e caccia: continuamente attaccato dal cielo e dal mare, solo due piroscafi con carico di gran valore arrivarono a Malta. Il 15 giugno lasciò Alessandria un convoglio di 10 piroscafi, sotto scorta di 7 incrociatori e di 31 caccia, al comando dell'amm. Vian: continuamente sotto attacco, dopo aver subìto gravi perdite, avuta conoscenza che non era lontana una squadra italiana con due corazzate, 4 incrociatori e una flottiglia di caccia, rinunciò a proseguire per Malta e fece ritorno ad Alessandria. Il 21 giugno cadeva Tobruch e il 29 le truppe dell'Asse occupavano Marsa Maṭrūḥ. Nella speranza di raggiungere Alessandria e il canale di Suez, il comando tedesco ordinò al II CAT di desistere dall'attacco aereo a Malta e di mettersi a disposizione del corpo di spedizione in Africa. E Malta rifiorì ed il traffico dei rifornimenti con la Libia divenne subito proibitivo, con evidente danno di quella stessa armata di Rommel che si era voluto rinforzare. Le sconfitte di Stalingrado e del Caucaso furono il preludio indiretto della sconfitta nel Mediterraneo, dove, per il mutato rapporto delle forze in presenza, specie dopo el-‛Alamein e lo sbarco alleato nell'Africa del Nord, non fu più possibile tentare l'occupazione di Malta come il comando italiano - contro le vedute tedesche - aveva progettato. Gli scrittori britannici si affannano a dimostrare che fu l'aumentato numero degli Spitfire a neutralizzare gli attacchi aerei tedeschi: non si può escludere che vi abbiano contribuito, ma i fatti dimostrano che finché duro il martellamento, Malta non poté impedire il traffico con la Libia.

In agosto, un grosso convoglio di 14 piroscafi veloci partì dall'Inghilterra scortato da due corazzate, 4 portaerei e 25 caccia, e il 10 del mese passò lo stretto di Gibilterra: l'11 la portaerei Eagle venne affondata da un sommergibile germanico a 8 miglia a nord di Algeri, la portaerei Indomitable fu silurata ma non affondò, il Furious tornò indietro non appena lanciati gli apparecchi destinati a Malta, gli incrociatori Manchester, Cairo e il cacciatorpediniere Foresight, silurati dai MAS, affondarono. Arrivarono a Malta solo 5 dei 14 piroscafi partiti; i servizî logistici più redditizî furono disimpegnati da due posamine velocissimi di 40 nodi del tipo Abdiel, e da 5 sommergibili trasporto. Tuttavia, nel settembre del 1942, la situazione di Malta divenne nuovamente così sicura, da farne sede di una divisione di incrociatori e di squadriglie di caccia. Con lo sbarco degli Alleati nell'Africa francese e l'abbandono di Tripoli da parte dell'Asse, in conseguenza della precipitosa ritirata dell'armata di Rommel, Malta non ebbe più compiti offensivi verso oriente, ma con i suoi mezzi contribuì non solo a intercettare i traffici con la Tunisia, bensì anche alla resa di Pantelleria e delle Pelagie, e all'invasione della Sicilia.

Vedi anche
Valletta Città capitale di Malta (6319 ab. nel 2008). Sorge sulla costa nord-orientale, sopra uno sperone roccioso alto 60 m, che si protende nel mare fra le due insenature, a coste frastagliatissime, del Porto Grande a SE e del Porto di Marsamuscetto a NO. È il principale centro culturale, commerciale (attività ... marsa Termine (indica porto, ancoraggio) che ricorre frequentemente nei toponimi della costa africana del Mediterraneo, di Malta (Marsa Matruh in Marmarica, Marsa al-Kabïr in Algeria presso Orano, Marsa Muscetto a Malta) e anche della Sicilia, residuo della dominazione araba medievale. La parola è usata estensivamente ... Tripoli (arabo Ṭarābulus el-Gharb) Città capitale della Libia (1.065.405 ab. nel 2006; 2.188.000 ab. nel 2007, considerando l’intera agglomerazione urbana), capoluogo dell’omonima municipalità, coincidente con l’area metropolitana. Situata su una prominenza della costa mediterranea, presso una grande oasi, ha ... Mare Mediterraneo Mare interno compreso fra le coste meridionali dell’Europa, settentrionali dell’Africa e occidentali dell’Asia Anteriore. Si estende per circa 2.505.000 km2 (non considerando il Mar Nero e il Mar di Marmara), con una profondità media di 1430 m e una massima, presso le coste sud-occidentali del Peloponneso, ...
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malta
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malto1 malto1 s. m. [dall’ingl. malt]. – Prodotto che si ottiene da varî cereali provocandone la germinazione e lasciandola proseguire fino a che gli enzimi amilolitici presenti nel seme abbiano idrolizzato al massimo l’amido a maltosio;...
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