MALTA
(XXII, p. 34; App. I, p. 815; II, II, p. 255; III, II, p. 23; IV, II, p. 383)
Nel 1985 sono stati censiti 345.518 ab.; una stima del 1991 faceva ascendere la popolazione dello stato a 355.910 abitanti. Il movimento migratorio è, nel complesso, piuttosto contenuto e continua a registrare saldi negativi, ma non tali da sopravanzare e cancellare, come nel recente passato, l'apporto dell'incremento naturale. Pertanto, nel corso della seconda metà degli anni Ottanta, il coefficiente di accrescimento annuo è risultato positivo (+0,8%). La capitale, Valletta, conta poco più di 9000 ab., ma fa parte integrante di un'agglomerazione urbano-portuale popolata da oltre 100.000 abitanti.
L'evoluzione recente dell'economia è stata caratterizzata da un ulteriore ridimensionamento dell'apporto del settore agricolo e da un notevole potenziamento dell'apparato industriale e delle attività di servizio. Così, nel 1990, su una forza lavoro totale di circa 130.000 unità, poco più di 3000 erano addette all'agricoltura e alla pesca (il cui apporto al prodotto interno lordo è ormai ridotto a pochissimi punti percentuali), 35.400 trovavano occupazione nelle industrie manifatturiere e 43.000 nei servizi (privati). Nel 1991 il reddito pro capite superava i 6800 dollari, e nel corso di tutti gli anni Ottanta è aumentato mediamente del 3,6%.
Il governo maltese persegue una politica economica, favorita dalla posizione geografica strategica, che punta ad attirare investimenti stranieri nel settore industriale garantendo stabilità politica, presenza di infrastrutture adeguate e di una buona dotazione di servizi alle imprese, disponibilità di forza lavoro facilmente addestrabile e con elevata capacità di adattamento, agevolazioni finanziarie e fiscali. La maggior parte delle 300 imprese manifatturiere attualmente esistenti, che fruiscono di aiuti statali, fa capo a proprietari stranieri o coinvolge interessi stranieri. Particolarmente diffuse sono le industrie alimentari, tessili e dell'abbigliamento, meccaniche, di lavorazione delle materie plastiche, del legno e del mobilio, del tabacco e prodotti derivati. L'industria delle costruzioni e delle riparazioni navali e il turismo (poco meno di 900.000 visitatori nel 1991, di fronte a 178.000 nel 1971) rappresentano altre due basi fondamentali dell'economia maltese (il solo turismo fornisce valuta che, in termini equivalenti, corrisponde a quasi il 30% del totale delle esportazioni).
Il problema dell'approvvigionamento idrico, diventato particolarmente critico in seguito all'aumento dell'afflusso turistico e alla ristrutturazione dell'economia, è stato affrontato, a partire dal 1967, ricorrendo a impianti di dissalazione dell'acqua di mare. Attualmente l'acqua ottenuta con questa tecnica si aggira sul 40% del fabbisogno idrico complessivo del paese, consentendo di rallentare il ritmo di sfruttamento delle falde sotterranee profonde.
Le importazioni (1328 milioni di dollari nel 1989) superano largamente le esportazioni (866 milioni). Nel 1990 l'Italia è stata al primo posto fra i partners commerciali di Malta. La marina mercantile si avvale di una stazza lorda di 4,5 milioni di t, mentre i trasporti interni sono assicurati da una maglia di 1600 km di strade.
Bibl.: Central Bank of Malta, Annual reports, anni vari; Department of Industry, Malta manufactures and exporters, anni vari; Economic Survey anni vari; S. Franco, Il turismo nelle isole maltesi, Napoli 1990.
Storia. - Dopo la vittoria nelle elezioni politiche del 1976 il governo laburista stabilì una forte convergenza con i sindacati, mentre venivano adottate alcune misure di regolamentazione dell'economia. In politica estera, dopo il ritiro delle forze militari britanniche avvenuto, secondo gli accordi del 1972, nel marzo 1979, M. confermò la propria posizione di neutralità. I rapporti con la Libia, che si erano rinforzati a seguito di un accordo tecnico-finanziario stipulato nel 1978, si deteriorarono nel corso del 1980, a causa del contrasto insorto sull'estensione delle acque territoriali e sullo sfruttamento della piattaforma continentale, dove il governo maltese aveva autorizzato l'ENI a iniziare, per conto della compagnia Texaco, esplorazioni petrolifere. La Libia ingiunse, nell'agosto del 1980, di sospendere le trivellazioni per la ricerca del petrolio e il governo maltese rispose con l'espulsione dei tecnici libici. Nell'estate del 1980 M. stipulò un accordo con il governo italiano, che s'impegnava a garantire la neutralità dell'isola e a fornirle un consistente aiuto finanziario. Un incontro tra Dom Mintoff e Gheddafi nel marzo 1982 appianò le divergenze e fra i due paesi furono ristabilite relazioni diplomatiche e commerciali.
Nel dicembre del 1981 le elezioni politiche erano state vinte ancora una volta dal Partito laburista grazie al sistema elettorale (basato sul principio della trasferibilità di singoli voti da un candidato all'altro), nonostante il Partito nazionalista avesse riportato una percentuale di voti complessivi leggermente superiore. Il Partito nazionalista contestò i risultati elettorali e, oltre a boicottare il nuovo Parlamento, indisse nei mesi successivi una campagna di disobbedienza civile con manifestazioni e scioperi. Nel febbraio del 1982, essendo scaduto il mandato di A. Buttigieg, fu eletta alla presidenza della Repubblica la signora A. Barbara. Nel marzo del 1983 i deputati nazionalisti posero fine al boicottaggio, ma i rapporti con il Partito laburista peggiorarono ulteriormente nel mese di giugno a causa dell'approvazione di una legge che espropriava gran parte dei beni ecclesiastici e a seguito del tentativo operato dal governo di limitare la presenza della Chiesa cattolica nel settore dell'istruzione. Lo scontro si protrasse per tutto il 1984 con ricorsi all'autorità giudiziaria, manifestazioni e scioperi, e condusse, nel dicembre, alle dimissioni di Mintoff.
Nell'aprile del 1985 un accordo siglato dal nuovo primo ministro laburista K. M. Bonnici garantiva alla Chiesa l'autonomia delle scuole da essa gestite. Nel febbraio del 1987 P. Xuereb, già speaker del Parlamento, sostituì A. Barbara alla presidenza della Repubblica. Nelle elezioni generali del maggio del 1987 il Partito nazionalista ebbe il 50,9% dei voti, ma conquistò solo 31 dei 65 seggi in palio, mentre il Partito laburista con il 48,9% dei suffragi ottenne i rimanenti 34 seggi. In ossequio, però, a un emendamento costituzionale che era stato approvato nel gennaio di quell'anno − che attribuiva un'aliquota di seggi aggiuntiva al partito che avesse ottenuto la maggioranza dei voti di lista per consentirgli di raggiungere la maggioranza più uno in Parlamento − furono assegnati al Partito nazionalista quattro seggi aggiuntivi. Dopo sedici anni di governo il Partito laburista lasciava il potere ai nazionalisti il cui leader E. Fenech-Adami divenne primo ministro. Al momento del suo insediamento Fenech-Adami ribadì il non-allineamento di M. e il legame con la Libia, mentre furono prospettate relazioni più strette con gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali. Il nuovo primo ministro sottolineò anche il suo impegno affinché M. divenisse membro a pieno titolo della CEE. Nell'aprile del 1989 V. Tabone, già ministro degli Esteri del governo nazionalista, sostituì Xuereb alla presidenza della Repubblica. Il 2 e 3 dicembre del 1989 il porto di M. ospitò il primo incontro al vertice tra G. Bush e M. Gorbačëv. Nel febbraio del 1990 fu rinnovato fino al 1995 il Trattato di cooperazione bilaterale con la Libia, a esclusione delle clausole militari. Le elezioni generali tenutesi nel febbraio del 1992 hanno confermato la supremazia del Partito nazionalista.
Archeologia. - Nuove ricerche archeologiche e approfondimenti analitici su dati da tempo noti hanno consentito nell'ultimo decennio fondamentali progressi nelle conoscenze relative alle antichità di Malta. Per la fase preistorica si segnala anzitutto l'attività della missione italiana del Centro Camuno di studi preistorici che, tra il 1985 e il 1987, ha raggiunto risultati di notevole interesse.
È stata infatti precisata la cronologia dell'inizio del popolamento umano nell'arcipelago, collocabile ora, grazie a datazioni con il metodo del C 14, attorno al 6000 a.C. Se M. resta dunque priva di testimonianze sulla presenza umana nel Paleolitico, i più avanzati sistemi di datazione fanno rimontare le prime consistenti tracce di vita sociale organizzata (individuate nell'abitato all'aperto di Skorba) a un periodo compreso tra il 5300 e il 4500 a.C. Rispetto al quadro precedentemente tracciato, risulta anche modificata la cronologia delle successive fasi della preistoria maltese: l'epoca del massimo sviluppo dei grandi templi polilobati coinciderebbe con il 4° millennio a.C., mentre la fase innovativa denominata ''Tarxien Cemetery'' andrebbe innalzata, rimanendo compresa entro la prima metà del 2° millennio a.C. Studi condotti dalla stessa missione italiana sui grandi templi preistorici di M. hanno messo in rilievo talune significative costanti topografiche: si è notato infatti che furono eretti in punti nodali del territorio, in posizione di raccordo tra i crinali alti e bassi delle alture, o in prossimità di guadi, ovvero in relazione a importanti approdi costieri, a testimonianza di un loro ruolo non secondario nel quadro dell'organizzazione territoriale e forse dell'economia di M. preistorica.
Le più recenti indagini sul terreno hanno arricchito in modo decisivo le conoscenze sull'architettura domestica di M. in età preistorica, limitate in precedenza al solo complesso di Skorba. Una missione archeologica ha infatti individuato nel 1984 a Gozo, in località Ghajnsielem Road, due strutture abitative.
La prima, di forma ovale e ampia m 8 × 5, era dotata di banchine addossate al perimetro murario interno e di un pilastro centrale, destinato a sostenere la copertura del vano. La seconda, di m 2 di lato, era di forma approssimativamente quadrata, e un pilastro esterno in mattoni crudi (materiale di cui si sono trovate abbondanti tracce nell'area) suggeriva l'esistenza di una porta. La cronologia delle strutture, legandosi a quella del grande tempio di Ġgantija nella stessa isola di Gozo, dovrebbe porsi attorno agli inizi del 3° millennio a.C.
Recenti studi sulla ceramica maltese del 5°-3° millennio a.C. hanno rivelato precisi contatti con altre aree mediterranee, prima fra tutte la Sicilia, ma anche, per il periodo di Skorba (3600-3200 a.C.), con l'area egiziana e, per la fase di Tarxien (2700-2200 a.C.), con la cultura sarda di Ozieri e con coeve culture della Grecia e della regione francese.
Scavi della missione archeologica italiana dell'università di Roma e del CNR, e ritrovamenti dovuti al Museums Department di Valletta hanno dato, nell'ultimo decennio, notevoli risultati nella caratterizzazione dei modi d'insediamento delle genti fenicie nell'arcipelago. Queste sembrano aver privilegiato inizialmente le regioni elevate dell'interno e l'area portuale di Marsaxlokk, rinunciando alla creazione di propri abitati in favore di una coabitazione con le popolazioni indigene nei centri preesistenti. L'analisi della distribuzione e dell'ampiezza degli impianti cimiteriali fenici ha sostanzialmente confermato l'indicazione di Tolomeo, che parla di due insediamenti urbani maggiori localizzabili rispettivamente attorno a Rabat e nella stessa area di Marsaxlokk dove i Fenici eressero il loro massimo santuario insulare, quello di Tas Silg dedicato ad Astarte. Nel quadro del più generale fenomeno dell'espansione fenicia in Occidente, M. rivela, alla luce dei più recenti studi archeologici, un ruolo assai peculiare, con un precoce allentamento dei rapporti con le vicine colonie fenicie di Nord Africa e Sicilia e con la rapida creazione di approfondite relazioni economiche e culturali con i centri sicelioti. I reperti ceramici, in particolare, costituiscono una chiara testimonianza sia dell'influenza della Sicilia greca sulla cultura fenicia dell'arcipelago, sia del peso della componente indigena nell'evoluzione della civiltà fenicio-punica di Malta. Per ciò che concerne l'artigianato di età fenicio-punica, le colonnette in pietra a corone di foglie pendenti, già considerate una peculiarità di M., si sono rivelate in realtà incensieri, di un tipo attestato anche da esemplari in terracotta. Recentemente è stata prospettata anche l'ipotesi che i due cippi marmorei con iscrizioni bilingui greco-fenicie, da tempo noti, fossero posti all'ingresso di un tempio maltese dedicato a Melqart.
Per l'età tardo-romana e bizantina, è stato condotto un rilevamento sistematico delle catacombe dell'arcipelago, distribuite in una trentina di località. È emersa l'articolata varietà tipologica delle strutture (tombe-finestre, arcosoli, loculi, tombe a baldacchino, tombe ''a banco'' o ''a tavola''). Gli impianti, per lo più costruiti a partire dal 4° secolo d.C., vengono riutilizzati fino all'8°-9° secolo.
Bibl.: Età preistorica: Archaeology and fertility cult in the ancient Mediterranean, a cura di A. Bonanno, Amsterdam 1986; C. Malone, S. Stoddart, D. Trump, A house for the Temple builders. Recent investigations on Gozo, Malta, in Antiquity, 62 (1988), pp. 297-301; Missione a Malta. Ricerche e studi sulla preistoria dell'arcipelago maltese nel contesto mediterraneo, a cura di A. Friedkin Anati ed E. Anati, Milano 1988. Età fenicio-punica: P. Zanovello, I due ''betili'' di Malta e le ambrosiai petrai di Tiro, in Rivista di Archeologia, 5 (1981), pp. 16-29; A. Ciasca, Insediamenti e cultura dei Fenici a Malta, in Phönizier im Westen, Magonza 1982, pp. 133-51; Id., Su un tipo di incensiere da Tas Silg, in Rivista di Studi Fenici, 12 (1984), pp. 175-83; S. Moscati, Italia punica, Milano 1986, pp. 329-42. Età tardo-romana e bizantina: M. Buhagiar, Late Roman and Byzantine catacombs and related burial places in the Maltese islands, Oxford 1986.