MALTA.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Marco Maggioli. – Stato insulare dell’Europa meridionale. La popolazione (430.146 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014), per il 93% urbana, è costituita da maltesi e da alcune minoranze, tra cui gli inglesi. La crescita della popolazione è piuttosto stabile (0,3% annuo dal 2005 al 2015), con un tasso di natalità del 9,5‰ (2013) e uno di mortalità del 7,9‰ (2013). La capitale, La Valletta (6966 ab. nel 2011), fa parte di una conurbazione urbano-portuale di oltre 200.000 abitanti. L’economia di M. è caratterizzata da un ridimensionamento del settore agricolo, da un potenziamento dell’apparato industriale e dallo sviluppo delle attività di servizio. La politica economica maltese punta ad attirare investimenti stranieri nel settore industriale, garantendo infrastrutture e servizi alle imprese, disponibilità di manodopera e agevolazioni sostenute da un leggerissimo sistema fiscale, che ha trasformato l’arcipelago in un hub finanziario riconosciuto e rispettato.
L’agricoltura, spesso in serra e irrigua, occupa soltanto il 3,3% (2012) della popolazione attiva e contribuisce per l’1,9% alla formazione del PIL. Il settore secondario (19,1% degli attivi e 20,3% del PIL) annovera attività prevalentemente manifatturiere (alimentare, tessile, abbigliamento, meccanico, lavorazione delle materie plastiche e del legno), registrando una crescita nei comparti elettronico, informatico, farmaceutico, costruzioni navali e strumenti di precisione. La vera forza economica del Paese consiste tuttavia nel turismo, il quale procura entrate in valuta in costante crescita dagli anni Settanta del secolo scorso: nel 2011 gli ingressi sono stati 1.412.000 e gli introiti pari a 1,480 miliardi di dollari.
Storia di Ilenia Rossini. – A cavallo del primo decennio del 21° sec., la politica maltese continuò a essere condizionata dalla posizione geografica dell’isola e, soprattutto, dai flussi immigratori a cui essa la esponeva. Per fronteggiarli, soprattutto in seguito alla crisi libica del 2011, che aumentò massicciamente l’afflusso di migranti, M. chiese collaborazione all’Unione Europea, all’interno della quale era stata più volta criticata per i respingimenti di rifugiati politici e richiedenti asilo.
Ponte naturale tra le due sponde del Mediterraneo, il sistema politico dell’isola si era polarizzato, storicamente, sul tema dell’allineamento internazionale: all’europeista e occidentalista Partit nazzjonalista (PN), vicino alla Chiesa cattolica, si contrapponeva l’antieuropeista Partit laburista (PL), legato ai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Tra il 2007 e il 2008, durante il primo governo del nazionalista Lawrence Gonzi (2004-08), M. aderì ed entrò nell’area Schengen, adottò l’euro e ratificò il Trattato di Lisbona.
Alle elezioni politiche del 2008, il PN prevalse di misura (49,3% dei voti e 35 seggi) sul PL (48,8% dei voti e 34 seggi): Gonzi fu confermato primo ministro, con il programma di privatizzare i cantieri navali e altre imprese pubbliche maltesi e di ridurre le tasse sul reddito. Nel 2009 fu nominato presidente della Repubblica il laburista George Abela, appartenente al partito di opposizione.
A fronte dell’aumento della disoccupazione e del costo della vita, il consenso del PN iniziò a calare e, alle elezioni politiche del 2013, fu sconfitto dal PL (54,8% dei voti e 39 seggi), il cui leader Joseph Muscat fu nominato primo ministro. Il 4 aprile 2014 la laburista Marie Louise Coleiro Preca divenne presidente della Repubblica.
Sul piano dei diritti civili, nonostante la forte influenza cattolica nel Paese, furono approvati il divorzio (un referendum consultivo vincolante, nel maggio 2011, vide il 53,2% dei voti favorevoli, nonostante la contrarietà di Gonzi) e le unioni civili – equivalenti al matrimonio – tra persone dello stesso sesso (aprile 2014). Rimase, invece, illegale l’aborto.