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MALUMORE

di Ernesto Lugaro - Enciclopedia Italiana (1934)
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MALUMORE

Ernesto Lugaro

. Intonazione spiacevole dell'affettività con inclinazione alla tristezza, allo scoraggiamento o all'ira. Nei normali il malumore deriva da avvenimenti sgraditi, è lo strascico di emozioni penose; ma può anche scaturire, all'infuori di ogni motivo psichico, da leggiere intossicazioni, da disturbi gastrointestinali, da fatica. Simili influenze possono essere favorite e rese perenni da una disposizione personale; e c'è pure una disposizione contraria, che rende certi individui quasi refrattarî al malumore. Accentuandosi notevolmente questa disposizione al malumore, si ha un vero stato di malumore costituzionale, aberrazione degenerativa che conduce spesso al suicidio ed è, di solito, il movente essenziale dei suicidî in età giovanile. Nelle crisi di melanconia, il malumore è poi la nota fondamentale dell'affettività, che determina la particolare orientazione di tutti gli altri processi psichici. Crisi meno durevoli o addirittura fugaci di malumore si hanno spesso nell'isterismo. Nell'epilessia il malumore può costituire un equivalente della crisi epilettica: s'inizia bruscamente senza motivo e bruscamente cessa, dopo aver reso gli ammalati, per poche ore o per pochi giorni, irascibili, intolleranti, litigiosi e violenti.

Vocabolario
malumóre
malumore malumóre (ant. 'mal umóre') s. m. [comp. di malo e umore]. – 1. Secondo la medicina del passato, e in relazione alla teoria umorale propria della scuola ippocratica, prevalenza in un individuo dell’umore atrabile, che determina...
bróncio²
broncio2 bróncio2 s. m. [forse der. del lat. tardo brunchus «muso»]. – Atteggiamento del volto che mostra dispetto, fastidio, malumore, risentimento: avere, fare il b. (meno com. mettere, prendere il b.), mostrarsi corrucciato; tenere,...
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