MAMAI
. Capo del khānato mongolo-tataro dell'Orda d'Oro nel sec. XIV. L'Orda d'Oro aveva raggiunto il suo massimo sviluppo sotto il governo dei khān Uzbek (1313-1341) e Gianibek (1342-1357), che promossero lo sviluppo del commercio genovese nella Crimea. Due anni dopo la morte di Gianibek sorsero dissidî nell'Orda. Si fecero avanti alcuni pretendenti, che lottarono fra loro per il trono. Traendo partito da questi torbidi, M., uno dei "temnik" (generali) più influenti dell'Orda, seppe assumersi il potere effettivo, presentando al trono dei khān candidati obbedienti alla sua volontà (1361). I khān che si succedettero l'un l'altro, ‛Abdallāh Meḥmet Sultān, Tiulibek, furono così creature di M., il quale finì col proclamarsi khān. Durante i torbidi che ebbero luogo nell'Orda, il più potente vassallo di questa, il granduca di Mosca Demetrio, si sottrasse al dominio dell'Orda. M. pose per primo compito della sua politica di ristabilire il potere dell'Orda su Mosca. L'esercito del murza Beghic, inviato da M., fu sconfitto dal principe moscovita sul Vocha (1378). Dopo questo M. raccolse grandi forze e le condusse personalmente a Mosca. Ma i Moscoviti, comandati dal granduca Demetrio, sbarrarono la strada a M. sul campo Kulikov, presso il corso superiore del fiume Don. L'esercito di M. riportò una completa sconfitta (1380). M., si preparò a una nuova lotta, ma il suo prestigio nell'Orda era completamente scosso. Fu proclamato khān Toqtamish, candidato del celebre Tīmūr e M. dovette cercare la salvezza nella fuga. Rifugiatosi nella colonia italiana di Caffa (Crimea) vi fu ucciso dagli agenti di Toqtamish.
Bibl.: H. Howorth, History of the Mongols, II, i, 1880.