mancare
Quanto al costrutto, il verbo ha per soggetto sempre la cosa che manca, con l'unica eccezione di Cv IV XXVI 12 [lievemente merita perdono l'adolescenza, se di cortesia manchi...], " sia priva " (in un'integrazione già della '21 e ora anche nella Simonelli). Indica ancora ‛ privazione ', ‛ assenza ' in senso assoluto, in Cv I V 7 conviene questo comento... esser subietto a quelle [canzoni]... ed essere conoscente del bisogno del suo signore... Le quali disposizioni tutte li mancavano, se latino e non volgare fosse stato, e in If XXIV 7 lo villanello a cui la roba manca, " è povero " (Ottimo; ma si può intendere anche una carenza più limitata nel tempo e nella sostanza: " perché è dilungato dalla ricolta, et allora sono più care le biade che in tutto l'anno; o vogliamo intendere lo strame per pascere le pecore ", Buti).
Negli altri casi si tratta non di una mancanza assoluta, ma del " venir meno " di una cosa che normalmente si ha (cfr. il latino deesse rispetto a deficere): Rime XCI 5 'l suo [di Amore] valor si pur avanza, / e 'l mio sento mancare / sì ch'io son meno ognora ch'io non soglio: si noti l'uso assoluto, senza complemento di termine, come in Pd VII 77 e, ancora con soggetto astratto, in Pg XVII 54 come al sol che nostra vista grava / ... così la mia virtù [visiva] quivi mancava. In Pd XXXIII 142 D. esprime l'impossibilità di descrivere la sublime visione di Dio: A l'alta fantasia qui mancò possa, " quia scilicet altius non potest ascendere " (Benvenuto).
Con soggetto concreto, nel paragone di ciascuna delle tre donne con una persona discacciata e stanca, / cui tutta gente manca (Rime CIV 11), " alla quale vien meno qualsiasi forma di aiuto e di conforto da parte di tutti " (Barbi-Pernicone; per l'espressione, il Contini rimanda al provenzale tota gen, francese antico tote gent). Ancora un paragone in Pg XVII 33: l'imagine (la visione di Estere Mardocheo) si dileguò, rompeo / sé per sé stessa, a guisa d'una bulla cui manca l'acqua sotto qual si feo: " svanisce la bolla al rompersi del sottile involucro acqueo. Con l'effetto, la causa, osservata col solito acume, indicata con la solita brevità e felicità di espressione " (Torraca).