MANCHESTER (A. T., 47-48)
Città dell'Inghilterra, con un proprio governo di contea, situata nella regione sud-orientale del Lancashire, sul fiume Irwell, in prossimità della confluenza di esso con la Mersey, a 302 km. a NO. di Londra e a 50 km. a NE. di Liverpool; nel 1931 la sua popolazione era di 766.333 abitanti. L'abitato della città è congiunto senza soluzione di continuità con Salford (223.442 ab.) sulla riva occidentale dell'Irwell, sicché l'agglomerato complessivo dà una popolazione totale di 989.775 ab. La continuità dell'abitato è quasi ininterrotta anche con un anello più estemo di centri che comprende Stretford (56.795 abitanti), Eccles (44.415 ab.), Swinton e Pendlebury (32.761 ab.), Prestwich (23.876 ab.), Failsworth (15.724 ab.), Droylsden (13.277 ab.). Includendo queste e poche unità minori situate all'orlo estremo della città, la popolazione si avvicina a 1.200.000 ab. Vi è poi ancora un'altra e più esterna cerchia di centri abitati che sono quasi uniti,e uniti senz'altro in alcuni punti, al gruppo Manchester-Salford per mezzo di case situate lungo le strade maestre. Questa seconda cerchia comprende: Oldham (140.309 ab.), Chadderton (27.455), Denton (17.383 ab.), Ashton-under-Lyne (51.573 ab.), e, nel Cheshire: Stalybridge (24.823 ab.), Hyde (32.066 abitanti), Stockport (125.505 ab.), Cheadle e Gatley (18.496 ab.), Sale (28.063 ab.), Altrincham (21.356 ab.), Bowdon (3285 ab.), e Hale (10.669 ab.). L'aggiunta di questi centri porta l'agglomerato urbano, che in pratica è ininterrotto, a una popolazione di 1.700.000 ab.
La maggior parte di Manchester si estende a N. della Mersey, sulle terrazze di questo fiume, e su preesistenti ripiani alluvionali e pianure diluviali del sistema fluviale. A Didsbury l'orlo della terrazza sorge ripido dal fiume ed è coperto di depositi in cui predominano sabbia e ghiaia; verso il centro della città il terreno abbonda d'argilla; il centro sorge in posizione più elevata. La roccia sottostante è formata da strati superiori di giacimenti carboniferi e scisti del Carbonico, con alcune arenarie del post-carbonico, ecc.
Nel secolo XIX, Manchester divenne il centro del mercato per l'industria cotoniera e vi sorsero alcuni impianti per la tintura e lo stampaggio del cotone. I magazzini di deposito di questa mercanzia costituiscono una delle caratteristiche della zona centrale. Sono anche molto importanti le industrie delle stoffe colorate e le industrie meccaniche; tra queste, importantissima l'elettrotecnica. Molte persone sono impiegate anche nelle industrie della gomma e della polpa di legno. Manchester è inoltre un importante centro bancario e assicurativo. L'apertura al traffico (1894) del Manchester Ship Canal, lungo 57 km. e la cui profondità è stata in seguito accresciuta fino a 9 m., consentì a grandi piroscafi oceanici l'accesso fino ai dock di Manchester. Il canale ha diminuito i pericoli delle inondazioni in vicinanza degli antichi serpeggiamenti dell'Irwell e della Mersey. Tra il livello del mare e quello di Manchester, passando per la Mersey, il canale supera un dislivello di m. 18,5 circa per mezzo di quattro serie di chiuse. Questo canale ha fatto di Manchester un grande porto per derrate alimentari, petrolio, ecc., ed è anche la via da cui si esportano una parte del cotone e altre mercanzie. Il duplice traffico d'esportazione e importazione ha accresciuto l'importanza di Manchester come centro commerciale. Le sponde del canale hanno fornito spazio per impiantare specialmente officine meccaniche. La città e il suo canale hanno molto sofferto per la crisi commerciale e industriale cominciata nel 1929-1930.
La città è sede dell'organizzazione centrale della Società cooperativa per la vendita all'ingrosso. Il giornale principale, il Manchester Guardian, ha notevole importanza anche internazionale.
Monumenti. - Poco resta della città medievale, che si stendeva sulla sponda orientale dell'Irwell. La collegiata, eretta a cattedrale nel 1847, è una bella costruzione gotica, seriore, considerevole per le sue doppie navatelle, per la cappella della Madonna aggiunta intorno al 1518, e per gl'intagli lignei degli stalli e della trave del Crocifisso sotto l'arco trionfale, anch'essi dello stesso periodo. L'ospedale e la biblioteca di Chetam, fondati nel 1651, occupano gli edifici di un'istituzione monastica del sec. XV e sono assai interessanti. Oltre la cattedrale, le sole chiese che presentino qualche valore architettonico sono quella di S. Giovanni, del 1769, e quella di S. Pietro. Fra le costruzioni profane, la Banca d'Inghilterra ha un bel prospetto dorico, dovuto a J. Cockerell, e il Free Trade Hall, in Peter Street, costruito su disegno di Edward Walters (1853-6), è un'originale esercitazione di stile palladiano. La galleria d'arte, già Royal Institution, costruita da Charles Barry nel 1825, è anch'essa degna di menzione. Più moderne sono la biblioteca John Rylands, del Waterhouse, in stile tardo gotico e la enorme Public Reference Library, a pianta circolare. La Corporation Art Gallery è importante per le sue collezioni di opere dei pittori inglesi preraffaelliti e di Ford Madox Brown, mentre la Whitworth Art Gallery ha una splendida serie di opere di acquarellisti inglesi e collezioni di stampe e tessuti.
Istituti culturali. - L'istituzione scolastica più antica è rappresentata da una "grammar school" fondata nel 1519, tuttora esistente. Altre scuole di notevole antichità sono quella fondata nel 1653 da Humphrey Chetham e l'altra, pure istituita nel sec. XVII, da W. Hulme. Con l'abolizione dovuta alla legge 1902, gli "school boards" furono sostituiti nella città dal Manchester Education Committee. Nell'ordinamento attuale, l'istruzione primaria comprende scuole sussidiate e non sussidiate e scuole centrali distrettuali. L'istruzione secondaria è costituita da scuole tecniche, commerciali, artistiche, e da scuole speciali serali. Inoltre vi sono: una grande e bene attrezzata scuola tecnologica, una scuola d'arte, una magistrale e un conservatorio musicale. Da ricordare anche le scuole speciali per deficienti, sordomuti e ciechi.
L'università di Manchester (Victoria University) risale a una fondazione privata del 1846, fu aperta nel 1851, ebbe una propria costituzione nel 1880 (eccetto che per le facoltà di teologia e medicina) e vi furono incorporati l'università di Liverpool e il College of Science di Leeds, poi separati e resi autonomi (1903-04). All'università sono annessi una biblioteca con importanti collezioni e il Manchester Museum, che contiene soprattutto collezioni di storia naturale e d'archeologia, tra cui antichità egiziane. Indipendenti dall'università sono varie facoltà teologiche, emanazioni di altrettante sette, mentre la facoltà di teologia dell'università non fa distinzione di confessioni.
Tra le biblioteche principali: la Chetham Library, con alcuni manoscritti importanti e molte opere relative all'archeologia del Lancashire e Cheshire; una biblioteca pubblica con circa 300 mila volumi, alla quale furono unite una biblioteca musicale e una per bibliotecarî. A essa sono affiliate altre 23 biblioteche minori, ciascuna con sala di lettura e reparto per prestiti. Nel complesso, le biblioteche municipali contengono più di 550 mila volumi. Sono anche notevoli le biblioteche annesse alla scuola di tecnologia, alla Società letteraria e filosofica, ecc. Più notevole di tutte è la biblioteca John Rylands che contiene la famosa collezione Althorps: 10 mila manoscritti, tra cui molti miniati, circa 300 mila volumi e 3000 incunaboli. Numerose e attive le associazioni scientifiche e letterarie. Da menzionare la società orchestrale Hallé, una delle più importanti organizzazioni musicali dell'Inghilterra.
Storia. - La storia di Manchester come città industriale è assai recente: essa non risale che ai primi decennî del sec. XVIII, e anche allora non rivela che i primi accenni del meraviglioso sviluppo a cui era destinata nel secolo successivo. Ma le memorie di Manchester come piccolo centro di un distretto rurale si cominciano invece a trovare in epoca assai remota.
Dopo la caduta del dominio romano, di cui gli scavi hanno rilevato qualche traccia negl'immediati dintorni di Manchester, non si conservano che ben poche notizie attendibili; si sa di certo soltanto che Manchester ebbe grandemente a soffrire dalle devastazion i dei Danesi e che nel 1923 re Edoardo mandò un certo numero dei suoi soldati a riparare le sue mura e a guarnirle, segno dunque che già allora essa non era un semplice villaggio aperto, ma un luogo fortificato. Un secolo più tardì essa figura fra le pochissime località del Lancashire sud-orientale (4 in tutto) ricordate dal Domesday-Book, il quale elenca, come appartenenti a Manchester, le chiese di S. Maria e di S. Michele, la prima delle quali dev'essere identificata con l'attuale cattedrale.
Nel sec. XIII, e probabilmente fin dalla conquista normanna, Manchester è sottoposta alla giurisdizhne di un lord, che estendeva il suo potere su tutto il paese compreso tra i fiumi Mersey e Ribble, esigeva dei dazî sul mercato di Manchester, e possedeva una gualchiera per la follatura dei panni, per la quale nel 1282 egli stipulava un contratto d'affitto. Dal signore stesso Manchester ottiene nel 1301 uno statuto, che le riconosce le franchigie di un castello e varî privilegi fiscali. Perciò sebbene la giurisdizione signorile su Manchester, passata per diverse mani per successione o per alienazione, si sia mantenuta fino al sec. XIX almeno in alcuni diritti fiscali, che furono riscattati, nel 1847, da quel municipio per la somma di 200.000 lire sterline, tuttavia essa non impedì che il castello avesse una propria amministrazione, che godesse di un'autonomia abbastanza larga, esercitando la vigilanza sulle strade e sulle acque, e dando disposizioni sul lusso e sui costumi.
Ma finché Manchester si trovò al centro di un distretto rurale, pochissimo popolato e occupato in gran parte da foreste e da terreni incolti, le sue possibilità di sviluppo furono estremamente modeste, in modo che fino al sec. XV la sua popolazione dovette essere di poche centinaia di abitanti. La situazione comincia a modificarsi in suo favore quando il Lancashire diventa una delle sedi preferite dell'industria tessile inglese.
Il primo accenno isolato all'esistenza dell'industria laniera a Manchester o nelle sue immediate vicinanze, risale, come si è visto, al 1282. Un secolo e mezzo più tardi si attribuisce ai fabbricanti e mercanti di panni il progetto d'istituire per la prima volta una scuola di grammatica a Manchester; e a quell'epoca l'industria laniera doveva avervi fatto progressi assai pronunciati, se nel 1586 il Camden, nella sua descrizione della Britannia, parla di Manchester come eccellente per i suoi panni di lana "a cui, egli dice, si dà il nome di Manchester's cottons". E pochi anni dopo, sotto il regno di Giacomo I, è ricordata l'esistenza a Manchester di un hall per la vendita dei panni.
Ma quella della lana non è la sola industria tessile che vi si sia sviluppata: il Roberts, in un famoso passo del suo Treasure of Traffike, pubblicato nel 1641, dice che "deve essere ricordata la città di Manchester nel Lancashire, la quale compera in grande quantità i filati (di lino) dell'Irlanda e, dopo averli tessuti, li manda a vendere in Irlanda. Ma", egli aggiunge "la loro industria non si ferma a questo, perché essi comprano a Londra il cotone greggio, che viene da Cipro e da Smirne; lo lavorano in casa, facendone fustagni e altre stoffe, che rispediscono a Londra, dove sono venduti e spesso mandati all'estero". Fin da quell'epoca quelle industrie, e in particolare quella del cotone, esercitata probabilmente più nei dintorni di Manchester che nell'interno della città, doveva, almeno in parte, essere esercitata per conto di mercanti capitalisti; per il 1619 si ha notizia di due fratelli i quali costituiscono una società con capitale di 10.000 sterline per l'esercizio di una fabbrica di fustagni a Manchester e del loro commercio a Londra.
Lo sviluppo dell'attività industriale continua, sebbene con qualche stento, nonostante le lotte civili che tengono divisa l'Inghilterra nel secolo XVII e a cui Manchester prende una parte assai attiva: durante la prima rivoluzione la città fu assediata dai realisti comandati dal duca di Derby, ma fu difesa con successo dagli abitanti, sotto la direzione di un soldato di mestiere tedesco, il colonnello Rosworm. Dopo la seconda rivoluzione la città o almeno i suoi ceti dirigenti parteggiarono invece per gli Stuart, i quali contavano nel distretto di Manchester alcuni ardenti sostenitori. Nel 1715 una larga parte del clero si schierò per il pretendente; e nell'ultimo tentativo del 1745 la città fu occupata dal principe Carlo Edoardo Stuart, e vi si formò un reggimento di Manchester.
Ma in realtà la maggioranza degli abitanti non dovette sentire molto viva la ripercussione di questi avvenimenti, né dovette lasciarsi distrarre dall'attività produttiva, specialmente industriale, che, dopo la rivoluzione del 1688, si rivela in continuo e rapido incremento. Di questi progressi si ha un indice indiretto, ma sicuro, nel movimento della popolazione:. le nascite registrate nella parrocchia (di cui la circoscrizione corrisponde press'a poco a quella della città) per il periodo 1580-1587 dànno una media mnuale di 184; mentre nel periodo 1720-27 la media è salita a 359. Un calcolo attendibile degli abitanti di Manchester nel 1717 li fa salire a circa 8000. Ma dopo quest'epoca l'incremento si fa assai più rapido: nel 1757 la città era già salita a 19.839, e nel 1773 città e parrocchia di Manchester e Salford raggiungevano i 42.927 ab.
In mezzo secolo dunque la popolazione si era quintuplicata, mentre nei due secoli precedenti essa non doveva essere arrivata a raddoppiarsi.
Ma dell'importanza che le industrie tessili hanno raggiunto nella vita di Manchester e del sud distretto si hanno indici anche più sicuri: un'indagine sui salarî agricoli ha riscontrato che alla fine del'600 nelle vicinanze di Manchester essi erano più alti che nei distretti puramente rurali. Vi si era dunque già manifestata una rarefazione della mano d'opera rurale, attratta dalle industrie; e infatti pochi decenni più tardi, in una parrocchia nelle vicinanze immediate di Manchester, poco più di un decimo delle famiglie coloniche vivevano esclusivamente delle rendite del loro podere; la grande maggioranza trovava per lo più le fonti di vita nel commercio e soprattutto nella filatura e tessitura della lana, del lino e del cotone.
Alla metà del sec. XVIII Manchester, sebbene sia ancora una modesta città di 20.000 ab., ha ormai assunto il carattere, ch'essa andrà poi rapidammte accentuando, di un centro manifatturiero, nel quale la direzione della produzione dei fustagni e di altri tessuti di cotone è ormai in mano di piccoli o medî capitalisti, che sono nello stesso tempo mercanti e industriali: acquistano la materia prima, fanno preparare la trama da operai dipendenti, che lavorano a cottimo, e fanno eseguire le altre lavorazioni da operai a domicilio o da artigiani. La città difende i diritti dei suoi industriali con petizioni al parlamento, come quella da cui deriva il cosiddetto. Manchester Act del 1736, che permette di produrre stoffe stampate, tessute con lino e cotone, purché la trama sia interamente di filo di lino. L'interesse predominante di un ceto di mercanti industriali, che non sono inceppati da alcun vincolo corporativo, che devono importare la materia prima, ed esportare una parte sempre maggiore della loro produzione, determina, per ragioni puramente pratiche, il trionfo di tendenze decisamente liberali; nel 1748, in occasione di una controversia fra il porto di Londra e i porti della periferia, Manchester compare per la prima volta, quasi un secolo prima della lega famosa, che da essa prende il nome, come campione del libero commercio, con la sua dichiarazione che "tutti i monopolî commerciali sono contro la natura e contro la ragione, e che secondo gl'insegnamenti dell'esperiema non se ne può attendere che conseguenze dannose, perché essi impediscono l'aumento e l'estensione del commercio".
D'altra parte il carattere capitalistico che l'industria tessile va assumendo, dopo il 1750, a Manchester e nei suoi dintorni, risalta anche dalle notizie che ci sono rimaste di coalizioni formatesi fra operai tessitori, che assumono il carattere di vere associazioni, forse occasionali, di resistenza, le quali talvolta riescono a imporre la loro volontà agl'imprenditori.
Finalmente la modernità del movimento economico è dimostrata anche dal sorgere a Manchester, fin dal 1718, di giornali, che hanno lunga vita e notevole importanza il Manchester Mercury (1752).
Dopo la metà del secolo i progressi dell'industria cotoniera sono continui e sono favoriti dalle migliorate comunicazioni per via d'acqua fra Manchester e Liverpool.
La richiesta di tessuti cresce più rapidamente della produzione dei filati; sicché, scriveva nel 1783 l'Ogden nella sua Description of Manchester, "non era raro il caso di tessitori che dovessero percorrere 3 o 4 miglia in una mattina e rivolgersi a 5 o 6 filatori prima che essi raccogliessero il filato necessario per lavorare nel resto della giornata". Ma, aggiungeva l'Ogden stesso, il caso era diverso dove si erano introdotte le macchine per filare e (con esse) il lavoro dei fanciulli. Manchester e la regione che la circonda si pongono in prima linea nell'introduzione delle macchine e nell'impiego della forza idraulica: già nella prima metà del secolo XVIII, quando scriveva il De Foe, entro il raggio di 3 miglia intorno a Manchester v'erano 60 opifici industriali che usavano la forza d'acqua. E il loro numero era di gran lunga maggiore alla fine del secolo, quando la forza idraulica cominciò a essere sostituita dal vapore.
L'impiego delle macchine e il trionfo della grande industria deter minarono un nuovo incremento della popolazione, che si raddoppiò in meno di trent'anni, superando, nel 1801, i 75.000 ab. per salire poi con rapidità assai maggiore e raggiungere i 303.382 nel 1851, e i 606.824 nel 1901. Alla metà del sec. XIX Manchester è diventata ormai una delle città più grandi dell'Inghilterra, e non solo non può più tollerare la sopravvivenza dei vincoli di soggezione all'antico signore della campagna circostante, segni di una situazione male della sua trasformazione col riconoscimento della qualifica di "city". Prima che nella forma, essa aveva però trionfato nella sostanza: già nel secondo decennio del sec. XIX si era manifestato assai vivo nella popolazione di M., e in particolare nella sua numerosa classe operaia, il malcontento contro il sistema elettorale, che escludeva una città così densamente popolata e importante da ogni rappresentanza diretta nel parlamento, obbligandola ad accontentarsi della difesa che dei suoi interessi avessero potuto fare i baroni del suo territorio, appartenenti alla camera dei lord. L'agitazione culmina nel 1819 nel cosiddetto affare di Peterloo, quando una immensa folla riunita nei St Pieter's Fields approva una petizione al parlamento per la rifomma elettorale, ma è sciolta con la violenza e col sangue, mentre i presunti organizzatori del comizio sono gettati in carcere. Sconfitta allora, l'agitazione trionfa pochi anni dopo, e finalmente con l'atto del 1832 Manchester ottiene di avere i suoi rappresentanti nella Camera dei comuni.
L'agitazione politica è la premessa necessaria della famosa agitazione per la riforma doganale, a cui soprattutto e legato il nome di Manchester nella storia del mondo contemporaneo; e non per puro caso la sede della lega contro la legge sui cereali (Anti-Corn Law League), costituita a Manchester nel 1838, fu fondata (col nome di Manchester Free Trade Hall) appunto nel luogo dove s'erano compiuti i massacri di Peterloo. Manchester seguita dopo d'allora a essere il centro e l'anima del movimento: non solo fino al suo completo trionfo, ma anche molto più tardi essa si mantiene fedele al principio della più completa liberlà economica, e insorge in difesa di esso, rimettendo in attività la vecchia lega tutte le volte che esso sia minacciato. Soltanto dopo la guerra, la crisi gravissima in cui ha cominciato a dibattersi l'industria cotoniera del Lancashire ha diminuito la possibilità di resistenza del liberalismo, che ha tuttavia a Manchester la sua principale roccaforte.
Bibl.: S. Hibbert-Ware, History of the Foundat. of Manchester, Manchester 1843; J. Harland, Mamecestre, Manchester 1861; Handbook to the English Cathedrals, Northern Division, Londra 1869; W. E. A. Axon, Annals of Manchester, Manchester 1886; G. E. Saintsbury, Manchester, Londra 1887; I. Mortimer, Mercantile Manchester, Past and present, Manchester 1896; J. Tait, Medieval Manchester, Manchester 1904; I. F. Wood, The Story of Manchester, Londra 1915; F. A. Bruton, Short History of Manchester and Salford, 1924; H. A. Hudson, The medieval woodwork of M. Cathedral, Manchester 1924; L. W. Moffit, England on the Eve of the Industrial Revolution, Londra 1925; E. Lipson, The Economic History of England, Londra 1931.
Per i conti e duchi di Manchester, .v. montagu.
La scuola di Manchester.
Con questo nome si designa il movimento che ha per centro la dottrina del libero scambio secondo A. Smith e, insieme, l'azione svolta, soprattutto dalla Camera di commercio di Manchester (ricostituita nel 1820) e dall'Anti-Corn Law League, lega contro la legge sul grano (che imponeva il dazio), per una realizzazione pratica delle teorie stesse.
R. Cobden (v.) e J. Bright (v.) furono i principali esponenti di questa scuola; essi cercarono di agire sull'opinione pubblica attraverso giornali, opuscoli, discorsi e petizioni al parlamento, tutti vivacemente polemici e in certi casi così infiammati da divenire parziali e da giustificare anche giudizî sfavorevoli e incomprensioni circa le teorie da essi propugnate. È indubbio tuttavia che la loro attività si tradusse in risultati concreti e che per opera loro si anticipò il passaggio dell'Inghilterra al libero scambio. Le lunghe lotte sostenute dall'Anti-Corn Law League e il suo trionfo finale, con l'abolizione del dazio, nel 1846, ebbero sul principio una notevole ripercussione anche all'estero, benché più da un punto di vista teorico che pratico; la sua influenza in ogni modo andò successivamente attenuandosi, specie in Germania ove fu soffocata dalle nascenti scuole storica e socialista.
Bibl.: A. Prentice, History of the Anti-Corn Law League, voll. 2, Londra 1853; J. Bright, Speeches, voll. 2, Londra 1867; R. Cobden, Speeches, voll. 2, Londra 1870; H. Ashworth, Recollections of Cobden and Corn-law League, nuova ed., Londra 1879; A.J. Balfour, saggi su Cobden e la scuola di Manchester, in Essays and Addresses, Edimburgo 1893.