MANCIURIA (XXII, p. 88)
Ordinamento interno. - Il Man-chu kwo (cfr. pp. 94-95) è stato fino all'aprile 1938 giuridicamente riconosciuto, nell'ordine, dal Giappone, dal Salvador, dall'Italia, dalla Spagna e dalla Germania. L'U. R. S. S. si è indotta ad un certo riconoscimento di fatto, indirettamente, quando decise di trattare la cessione dei suoi diritti di compartecipazione alla ferrovia orientale cinese direttamente col nuovo stato, se pure assistito dal Giappone. Questa pretesa illegittimità internazionale del nuovo stato non ha però menomamente ostacolato né il processo di evoluzione del suo regime, né lo sviluppo e il consolidamento dell'ossatura creata dal Giappone e gradatamente rafforzatasi sotto la sua costante vigilanza. Dopo la trasformazione (1° marzo 1934) della repubblica mancese in impero, la capitale è rimasta a Hsing-king (ex Chang-chun) e la bandiera nazionale (gialla con un rettangolo formato da quattro strisce orizzontali: rossa, blu, bianca e nera), non ha subito modificazioni. È cambiato invece il nome dell'era, che è stata chiamata Kangte, e che regola ora, secondo l'uso dell'Asia orientale, la numerazione degli anni. Una nuova costituzione ha modificato il primo statuto.
Al sovrano sono stati conferiti tutti i consueti privilegi inerenti a tale dignità. Accanto al Consiglio di stato (Gabinetto) e al Consiglio legislativo è stato istituito un Consiglio privato, sul modello giapponese, incaricato di dare al sovrano il proprio parere sui più importanti affari di stato. Norma del nuovo regime continua ad essere il principio confuciano del Wangtao (cioè di governo ispirato al bene del popolo). La tranquillità dell'ordine pubblico, la sensibile diminuzione del banditismo, la sicurezza del raccolto garantito alle masse rurali, i metodi d'amministrazione introdotti dai Giapponesi hanno procurato al paese un progresso incontestabile, constatato anche dalla missione commerciale inglese di lord Barnby.
Commercio. Comunicazioni. - Il commercio estero ha visto raddoppiato il suo volume, e la bilancia commerciale è passata ad un notevole attivo. L'industria si sviluppa sotto la sorveglianza di quella giapponese per evitare concorrenze dannose: il piano quinquennale stabilito in Giappone si estende pure al Man-chu kwo, per armonizzarne il contemporaneo sviluppo.
La rete ferroviaria ha raggiunto, alla fine del 1935, un'estensione di 8712 km. (con un aumento di 2600 km. circa sulla cifra del 1931) e altre linee si stanno costruendo. La rete stradale, con i suoi 14.000 km. circa (di cui solo 140 per il traffico automobilistico) è ancora inadeguata per un paese tanto vasto. Il traffico è soprattutto di merci. Importantissime arterie di traffico sono pure i fiumi, specie il Sungari che per circa 700 km., dalla sua confluenza con l'Amur a Harbin, è navigabile da navi di oltre 1000 tonn. A grande avvenire sono destinate le comunicazioni aeree. L'unica società, la Manshū kōkū yūsō kabushiki kwaisha (Soc. per i trasporti aerei della Manciuria) fondata nel 1932 dai Giapponesi, gestisce le linee: Shingishū-Tsi-tsi-har, via Mukden-Kwan-cheng-tze (Hsingking) che collega la rete coreana a quella sovietica; la linea Kwanchen-tze (Hsing-King)-Kirin-Tun-hwa; la linea Harbin-Fu-chin; la linea Harbin-Koshan-Tsi-tsi-har e altre minori. Sviluppatissimi i servizî postali telegrafici e telefonici. Tre cavi collegano Dairen a Sasebo, a Ōsaka, a Nagasaki (Giappone), un'altra Dairen a Che-fu. A Harbin è la più importante stazione radiotelegrafica. Un'altra, a Dairen, è in mano dei Giapponesi.
Finanze. - L'economia mancese con la progressiva attuazione del piano quinquennale industriale e per l'aumento di prezzo dei principali prodotti di esportazione ha fatto considerevoli progressi e le entrate da 113 milioni di yüan nel 1932-33 sono passate a 170 nel 1935-36.
L'unità monetaria (legge 20 giugno 1932) è lo yüan equivalente a gr. 23,91 di argento fino. La circolazione è però composta di monete divisionali e di biglietti a corso legale, garantiti da una riserva in metalli e divise del 30% e inconvertibili, emessi dalla Banca centrale del Man-chu kwo, creata nel giugno 1932. Alla fine del 1935 i 142 milioni di biglietti deprezzati di varia provenienza erano già stati sostituiti da quelli della Banca che al 30 giugno 1937 ammontavano a 179 milioni. Alla stessa data le monete divisionali erano di 21 milioni, e le riserve metalliche di 118.
Per evitare le ripercussioni del rialzo dell'argento sul commercio estero, il 10 dicembre 1935 lo yüan è stato ancorato allo yen giapponese alla pari (il rapporto nel luglio 1932 era di 100 yüan = 75 yen). Dal 27 gennaio 1937 sono poi state introdotte le stesse limitazioni sui trasferimenti di valute applicate in Giappone.
Nel novembre 1933 il sistema bancario è stato sottoposto a un controllo analogo a quello adottato nel Giappone. Nel novembre 1936 è stata creata, per fusione, la Banca Industriale. Il credito è in gran parte esercitato da banche straniere: National City Bank of New York, Russo-Asiatic B., Far Eastern B., Hongkong-Shanghai Banking Corporation, Chartered Bank of India.
Forze armate. - L'esercito organizzato dai Giapponesi, che ne esercitano il comando insieme con le autorità militari nazionali, è composto di 26 brigate di armi diverse e di 8 di cavalleria. L'armata consta di una ventina di cannoniere per la polizia dei grandi fiumi.
Divisione amministrativa. - Dal 1° dicembre 1934, l'Impero mancese è stato amministrativamente diviso in 14 provincie (shêng), comprendenti più distretti (hsien):
Non fanno parte del territorio dell'Impero due regioni, geograficamente appartenenti alla Manciuria, ma politicamente sotto il dominio giapponese, e cioè: 1. Il territorio del Kwan-tung (3368 kmq.), costituito dalla porzione meridionale della Penisola di Liao-tung, che il Giappone ha avuto in affitto dalla Cina fino al 1997; ha una popolazione di 1.134.074 ab.; 2. la zona della Ferrovia Mancese Meridionale (290 kmq.), che ha una popolazione di 522.689 ab. (1935) e come centro amministrativo Dairen.
I quattro distretti del Hsing-an, territorio che faceva parte della Mongolia interna, sono dipendenti da uno speciale dipartimento, dotati di una larga autonomia amministrativa, giudiziaria e finanziaria. Presidiata da truppe prevalentemente giapponesi, quella regione rappresenta una posizione di estrema importanza militare, di fronte alla linea russa dell'Amur.
Missioni cattoliche. - Le missioni cattoliche comprendono i vicariati apostolici di Kirin, Mukden, Sze-ping-kai (vicariato dal 1932), Yen-ki (vicariato dal 1937), le prefetture di Fu-shun e di Tsi-tsihar e la missione di Kia-mu-tze (già Ilan; mutato nome, 1937), già elencati sotto: cina (X, p. 302); nonché la prefettura apostolica di Lin-tung, creata nel 1937.
Il sistema educativo. - Ha grande importanza in un paese dove, nel 1925, il 92% della popolazione era costituito da analfabeti. Per questo, l'istruzione primaria e secondaria hanno preso forte sviluppo e sono oggetto di cure assidue da parte del governo. Attualmente si hanno circa 13.500 scuole elementari, e 500 scuole medie (normali, tecniche, ecc.), oltre a molte altre istituzioni del genere gestite da missionarî europei e dai Giapponesi. Per l'istruzione superiore non esistono ancora università vere e proprie, ma istituzioni singole, come l'istituto di medicina di Mukden, di ingegneria di Port Arthur, ecc.
Le lingue in uso sono, oltre al mancese, il cinese (dialetto di Pechino e dello Shan-tung), il russo, il giapponese. Nei documenti ufficiali si adopera il cinese letterario moderno.
Rapporti con l'estero. - Il protocollo del settembre 1932 continua a formare la base dei rapporti del giovane stato col Giappone, che vi esercita un vigilante controllo amministrativo e militare. L'organo supremo della rappresentanza giapponese è oggi personificato nell'ambasciatore del Mikado, il quale è in pari tempo comandante generale delle truppe dislocate nel Kwan-tung. Con tale provvedimento il governo di Tōkyōha da qualche anno fuso in una sola le leve di azione in ogni campo, che funzionavano di sovente in attrito. Nel 1936 il Giappone rinunciò al regime capitolare, con riserva però della zona della ferrovia meridionale mancese, e specialmente del Kwan-tung, nel cui territorio, già avuto in concessione dalla Cina, nulla venne cambiato.
Il 5 luglio 1938 sono stati firmati a Tōkyō un accordo commerciale fra l'Italia e il Giappone e il Man-chu kwo, e un trattato di amicizia, commercio e navigazione fra il Man-chu kwo e l'Italia.
La politica estera del nuovo stato si limita al settore di immediato interesse (russo, cinese, mongolo) e si svolge naturalmente in modo concomitante a quella giapponese. Così fu della spedizione (marzo 1933), che procurò al Man-chu kwo l'annessione dello Jehol; spedizione, annunciata dal governo mancese "per sterminare i banditi irrompenti di là nel suo territorio e scacciarne gli armati cinesi, minaccianti le frontiere" e che sboccò nell'occupazione da parte dei Giapponesi di Cheng-teh, capitale dello Jehol, e di punti strategici sulla Grande Muraglia. Nei riguardi dell'U. R. S. S. l'azione indiretta del Giappone fu tuttavia decisiva nel risultato delle trattative per la cessione dei diritti russi sulla grande arteria trasversale del nuovo stato: la ferrovia cinese orientale. I negoziati, condotti a Tōkyō, durarono circa due anni e terminarono (1935) con la firma di un accordo sulla base della cessione per 170 milioni di yen. Atto di somma importanza (contro il quale la Cina inutilmente protestò a Mosca), in quanto con esso la Russia rinunciava alla principale sua arma di penetrazione, riconoscendone l'inservibilità, e il Giappone acquistava, attraverso lo stato alleato, libertà d'azione nel territorio, per il cui possesso aveva affrontato, nel 1904, la guerra con l'impero zarista. Continui, sanguinosi incidenti di frontiera con la Mongolia esterna, completamente sottoposta all'influenza sovietica, si sono ininterrottamente susseguiti e continuano tuttora. Una conferenza riunita a Man-chu-li (1935) tra delegati del Manchu-kwo e della Mongolia esterna non ebbe risultati. Più frequenti ancora gl'incidenti con l'U. R. S. S. che si contano a centinaia; in terra, in cielo, sulle acque dei fiumi. Tali conflitti saranno d'altronde inevitabili fino a quando non si sarà giunti a una delimitazione un po' meno vaga dei confini.