manco (agg.)
È usato spesso come predicativo, e vale " carente " (di perfezione), quindi " difettoso ", " imperfetto ", riferito per lo più a entità astratte: il desiderio di perfezione ne fa parere ogni dilatazione manca (Cv III VI 7); unquanco / non vid'io chiaro sì com'or discerno / là dove mio ingegno parea manco (Pg IV 78), " insufficiente " (Torraca e altri); se tutto ciò che i cieli inviano sulla terra non vi giungesse disposto... a proveduto fine, gli effetti prodotti dal cielo non sarebbero arti, ma ruine; e ciò esser non può, se li 'ntelletti / che muovon queste stelle non son manchi [" difettosi "], / e manco il primo, che non li ha perfetti (Pd VIII 110-111). Cfr. anche X 20 se dal dritto più o men lontano fosse 'l partire [" l'allontanarsi dello Zodiaco dall'Equatore "], assai sarebbe manco / ... de l'ordine mondano, " molta parte dell'ordinamento del mondo sarebbe... manchevole " (Mattalia).
Per i voti manchi (Pd IV 137; cfr. anche V 14) l'‛ imperfezione ' consiste nel fatto che " non sono adimpiuti né osservati " (Buti).
La ripa, la " parete " del girone dei superbi, che dritto di salita aveva manco (Pg X 30) è quella " meno ripida ". Il passo è molto controverso, anche per la varietà delle lezioni; fra le interpretazioni più accettabili è quella secondo cui dritto " valga ‛ ripidezza ', ‛ drittezza ', e, manco risulti aggettivo, ‛ manchevole ', ‛ minore ' " (Petrocchi, ad l.; così prima il Torraca e il Chimenz). Ma alcuni considerano m. sostantivo (" mancamento di dritta salita ", Daniello; Scartazzini-Vandelli, per cui dritto ha il valore avverbiale di " veramente ", e così Grabher e Mattalia); per altri " avere manco può bene significare non avere " (Casini-Barbi; m. sarebbe dunque avverbio, come pare potersi intendere anche nella parafrasi di Benvenuto: " quasi dicat, rectitudinem ascensus non habebat ").
Riferito a un oggetto concreto, in If XII 6 quella ruina che... l'Adice percosse, / o per tremolo o per sostegno manco, " sostegno venuto meno; cioè una cavità formatasi alla base del pezzo di montagna poi caduto pel mancato appoggio " (Porena).
Col valore di " sinistro ", " mancino " (v.), in Rime CIII 48 il braccio manco, e If XXIII 68 a man manca.