MANDALAY (A. T. 93-94)
La principale città della Birmania, posta sulla riva sinistra dell'Irawady a 21°59′ di lat. N. e a 96°8′ E. Consta di due parti: il tratto compreso entro le vecchie mura, ora chiamato Forte Dufferin, e la parte, più ampia e importante, sviluppatasi fuori delle mura. La città murata fu costruita nel 1856-57 dal re Mindon e divenne la capitale della Birmania, annessa poi all'impero indiano dopo la guerra birmana del 1885-86. Entro la cinta delle vecchie mura v'è molto spazio occupato da parchi e giardini pubblici: nel centro sorge il "Palazzo", un gruppo di costruzioni in legno, alcune delle qualî riccamente scolpite e dorate. La città sorta fuori delle mura ha una popolazione mista di Birmani, lndiani e di un piccolo numero di Cinesi ed Europei. Ha circa l'80% della popolazione (148.917 nel 1921 e 144.899 nel 1931) è birmana, percentuale superiore a quella di Rangoon (v.).
La città è un centro importante della religione buddhista; possiede numerose pagode e monasteri, tanto che una collina a NE. della città ne è interamente coperta. È collegata con Rangoon per mezzo di una ferrovia (603 km., 18 ore di viaggio). Una diramazione porta a Lashio negli Stati Shan, e dalla piccola città di Sagaing, posta sull'altra riva dell'Irawady, si dipartono le linee ferroviarie dirette a Myitkyina. Il ponte ferroviario che unisce le due città è l'unico esistente su tutto il corso dell'Irawady. Un ottimo servizio di battelli fluviali organizzato dalla "Irawady Flotilla Company" congiunge Mandalay con Rangoon e con Bhamo.