mandati internazionali
Nel diritto internazionale, istituto creato nell’ambito della Società delle nazioni per regolare la sorte dei territori ceduti dalla Germania e dall’impero ottomano alla fine della Prima guerra mondiale, sottoponendoli a una forma di governo internazionalmente controllata; secondo l’art. 22 del patto, non essendo le popolazioni di tali territori «in grado di reggersi da sé», era compito delle nazioni civilizzate assumere la responsabilità della loro tutela, esercitandola «per conto della società». I m.i. furono assegnati, con appositi atti di mandato accettati dalle potenze mandatarie, dal consiglio della Società delle nazioni, su progetto delle principali potenze alleate e associate (alle quali i trattati di pace avevano formalmente ceduto i territori in questione). In base al grado di sviluppo delle popolazioni, alla collocazione geografica del territorio e alle sue condizioni economiche, i m.i. si distinguevano in tre categorie (tipo A, B o C) cui corrispondevano diversi gradi di tutela da parte della potenza mandataria. Il controllo sui m. era esercitato dalla Società delle nazioni per mezzo della commissione permanente dei mandati, cui spettava il compito di esaminare il resoconto annuale che gli Stati mandatari avevano l’obbligo di presentare. La commissione riferiva poi le proprie osservazioni al consiglio della Società, il quale poteva adottare le risoluzioni che ritenesse opportune. Dopo la Seconda guerra mondiale, la Carta delle Nazioni unite (art. 77) sostituì al sistema dei m.i. quello dell’amministrazione fiduciaria, che si è modellato su quello precedente. I mandati pretesero di incarnare il principio di responsabilità internazionale verso le colonie, ma nella pratica permisero il mantenimento dello status quo coloniale.
L’istituzione dei mandati interessò in Africa le ex colonie tedesche occupate durante la Prima guerra mondiale dalle potenze alleate. L’Africa orientale tedesca (od. Tanzania) fu affidata in mandato alla Gran Bretagna, dopo lo scorporo del protettorato del Ruanda-Burundi, passato invece al Belgio; Togo e Camerun vennero divisi tra Francia e Inghilterra, mentre l’Africa del S-O (od. Namibia) andò all’Unione Sudafricana.
La gestione dei territori mediorientali distaccati dall’impero ottomano fu affidata alle potenze vincitrici, Gran Bretagna e Francia. I mandati mediorientali, cosiddetti di classe A, avevano una durata definita nel tempo, fino alla completa indipendenza e autodeterminazione del Paese oggetto di mandato, che la potenza mandataria avrebbe dovuto favorire, oltre a contribuire al suo sviluppo economico e culturale. Nella spartizione successiva alla conferenza di San Remo (1920), l’Iraq e la Palestina furono assegnati alla Gran Bretagna, la Siria, con il futuro Libano, alla Francia. L’Iraq cessò di essere oggetto di mandato nel 1932, mentre gli altri mandati cessarono dopo la fine della Seconda guerra mondiale.