manettaro
s. m. e agg. (iron.) Chi o che ritiene che il malcostume si possa risolvere più facilmente con il rigore giudiziario e la detenzione.
• La magistratura ha invaso il campo lasciato libero da una politica debole e senza idee. Ha svolto un ruolo di supplenza per un certo periodo. Ma quando avrebbe dovuto ritirarsi per lasciare il campo alla politica, questo non è avvenuto e abbiamo assistito allo spettacolo di governi di centrodestra e di centrosinistra caduti per via giudiziaria. Bisogna ricordare alle anime belle e ai manettari di carta che sia l’esecutivo Berlusconi che quello Prodi sono andati in crisi perché di volta in volta la magistratura ha deciso di staccare i fili della corrente. (Mario Sechi, Tempo, 29 luglio 2012, p. 1, Prima pagina) • Pensa che quantomeno sulla stagione della sinistra manettara proliferata in funzione antiberlusconiana, si possa finalmente mettere un punto? «Chi se ne frega anche di questo. Sì, sicuramente è stata una sciagura per la sinistra schiacciarsi sulle posizioni della magistratura» (Lorenzo Misuraca intervista Massimo Cacciari, Cronache del Garantista, 1° agosto 2014, p. 5, Politica) • «La teoria secondo cui chi ha ricevuto un avviso di garanzia, e lo dico io che in 13 anni che faccio politica non ne ho mai ricevuto uno, si deve dimettere. Io non la penso così. Il mio governo andò in Aula e disse: “Noi non chiediamo le dimissioni di chi è indagato perché è un atto di inciviltà giuridica”. Il caso riguardava Bubbico che ora è nel Mdp. Io non accetto l’atteggiamento manettaro» (Matteo Renzi intervistato da Maria Teresa Meli, Corriere della sera, 24 marzo 2017, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. f. pl. manette con l’aggiunta del suffisso -aro.
- Già attestato nella Stampa del 13 novembre 1993, p. 7, Interno (Raffaello Masci).