PORENA, Manfredi
Storico e critico della letteratura italiana, nato a Roma il 6 settembre 1873. Insegnò dal 1907 al 1948, dapprima stilistíca ed estetica, quindi lingua e letteratura italiana nell'Istituto superiore (poi facoltà) di magistero di Roma. Dal 1907 è socio nazionale dei Lincei.
Egli è uno dei pochi studiosi italiani che non abbiano risentito l'influsso dell'estetica del Croce, propugnando una sua estetica "psicologica" (Che cos'è il bello?, Milano 1905; Dello stile, Torino 1907), ed esercitando una critica tutta intesa a render ragione, con estrema acutezza e limpidezza, dei moti psicologici, appunto, dei dati culturali, dei fatti esterni che sono alla base delle opere d'arte, e ad eliminare ogni indeterminatezza esegetica nella lettura dei testi. In parecchi volumi e in moltissimi scritti sparsi, che qui non si ricordano, si è occupato principalmente del Parini (Il Giorno e odi scelte, Napoli 1932); del Petrarca; dell'Alfieri (V. A. e la tragedia, Milano 1903); del Foscolo; del Monti; del Leopardi (Il pessimismo di G. L., Napoli 1921; Tutte le poesie di G. L., Messina 1916; Prose scelte di G. L., Milano 1921); del Manzoni; soprattutto di Dante (Delle manijestazioni plastiche del sentimento nei personaggi della Divina Commedia, Milano 1902; La mia Lectura Dantis, Napoli 1932; commento alla Divina Commedia, Bologna 1946-47).