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DELLA CROCE, Manfredo

di Franca Petrucci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 (1988)
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DELLA CROCE, Manfredo

Franca Petrucci

Nacque, probabilmente nel ducato milanese, fra il terzo e l'ultimo quarto del XIV secolo.

Abbracciò la vita monastica già prima del 1393, quando conseguì il dottorato in diritto canonico nello Studio di Pavia. Dell'Ordine benedettino fu, dapprima, secondo l'espressione dell'Aresi, "Vallis Altae Bergomensis ditionis abbas". Nel 1403 è elencato, fra i cittadini milanesi, quale deputato della Fabbrica del duomo. Due anni più tardi, per intercessione del duca Giovanni Maria Visconti, divenne abate commendatario del monastero di S. Ambrogio, succedendo al card. Cosmo Miliorato. Nulla ci è noto della vita del D. per gli anni successivi, fino al 1414. Il 13 aprile di quell'anno divenne vicario generale di Bartolomeo della Capra, eletto arcivescovo di Milano nel febbraio da Giovanni XXIII in opposizione a Giovanni Visconti designato a tale carica già dal 1408 da Gregorio XII. Nel 1415 il D. fece parte della delegazione inviata a Costanza, dove si era aperto il concilio, da Filippo Maria Visconti: lo scopo principale era quello di operare un riavvicinamento all'imperatore Sigismondo, ma la legazione aveva anche il compito di dirimere la controversia sorta intorno all'arcivescovato.

La procura del duca porta la data del 15gennaio di quell'anno. L'ambasceria composta, oltre che dal D., da Bertolino Beccari, Gaspare Visconti, Ottone Mandello, Antonio Gentili e Galeotto di Casale, doveva supplicare Sigismondo di concedere al Visconti l'investitura del ducato di Milano e delle contee di Pavia e d'Angera, e prestare quindi all'imperatore il giuramento di fedeltà. Entrarono a Costanza solennemente il 18 febbr. 1415e il medesimo giorno il D. pronunciò il discorso, rivolto a Sigismondo, con il quale il Visconti si professava pubblicamente vassallo e suddito dell'imperatore e si sottometteva alla sua autorità (esso fu edito in H. von Hardt, Rerum universalis concilii Constantiensis tomus V, Francofurti et Lipsiae 1699, alle coll. 110-114e poi in G. D. Mansi, Sacrorum conciliorum... collectio, XXVIII, Venetiis 1785, coll. 531-35).Gli ambasciatori prestarono inoltre il giuramento secondo il loro mandato, anche se le aspettative del duca andarono in parte deluse, in quanto il diploma che gli fu concesso, il 7 apr. 1415, si limitava a riconoscergli i possessi lombardi.

Intanto, dal 1414 e fino al 1417, il D. era deputato della Fabbrica del duomo di Milano, come vicario arcivescovile. Quando Martino V, eletto papa a Costanza nel 1417, si mise in viaggio il 16 maggio 1418 verso Roma, secondo quanto afferma l'Aresi, aveva al suo seguito anche il D., il quale, seguitolo a Sciaffusa, Berna e Ginevra, lo accompagnò fino a Milano (12 ottobre) e qui assistette alla solenne dedicazione del duomo fatta dal neopontefice.

Il D. continuava ad esercitare le sue funzioni di abate commendatario di S. Ambrogio e in epoca imprecisata faceva costruire fra la chiesa di S. Ambrogio e il sacello di S. Satiro una cappella, la quale in seguito divenne la sacrestia dei monaci.

Morì a Milano nell'agosto del 1425 e fu seppellito nella chiesa di cui era abate e bella quale gli successe Antonio Ricci.

Uberto Decembrio lo aveva posto come uno degli interlocutori, oltre a se stesso ed a Leone e Simone Moriggia, nel suo De republica.

Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del Duomo di Milano, I, Milano 1877, p. 254; II, ibid. 1877, pp. 10, 14; Acta concilii Constanciensis, a cura di H. Finke, II, Münster i. W. 1923, pp. 214, 396; P. C. Decembrio, Opuscula historica, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XX, 1, a cura di A. Butti-F. Fossati-G. Petraglione, pp. 339, 388; B. Aresi, Insignis Basilicae... S. Ambrosii Maioris Mediolani abbatum chronologica series..., Mediolani 1674, pp. 43 ss.; Ph. Argelati Bibliotheca script. Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, coll. 526, 1983; Z. Volta, Dei gradi accademici conferiti nello "Studio generale" di Pavia..., in Arch. stor. lomb., XVII(1890), p. 537; C. Romano, Contributi alla storia della ricostr. del ducato milanese, ibid., XXIV(1897), 1, p. 69; F. Savio, La falsificazione di un libro..., ibid., XL(1913), 1, p. 6; F. Cognasso, Ilducato visconteo..., in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 175 s.; E. Cattaneo, Istituzioni eccles. milanesi, ibid., IX, ibid. 1961, p. 516.

Vedi anche
abate Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre». vicario foraneo Il parroco preposto a uno dei distretti ( vicariati foraneo, vicario), comprendenti più parrocchie, in cui si può dividere una diocesi; ha un diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti. Wichmann arcivescovo di Magdeburgo Ecclesiastico tedesco (n. 1116 circa - m. Könnern 1192), vescovo di Naumburg-Zeitz (1148), fu eletto, con l'aiuto di Federico Barbarossa, arcivescovo di Magdeburgo (1152). Appoggiò l'imperatore nella lotta contro Alessandro III e negoziò, a nome di Federico, la pace di Venezia con il papa (1177). Diede ... cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ...
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cróce
croce cróce s. f. [lat. crux crŭcis]. – 1. a. Strumento di pena in uso presso gli antichi, in partic. presso i Romani, costituito da un palo infisso nel suolo o, nella forma più tradizionale (ma non più antica), da due legni, uno orizzontale...
bécco in cróce
becco in croce bécco in cróce (o bécch’in cróce; anche becchincróce) locuz. usata come s. m. – Altro nome dell’uccello crociere.
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