manganello
Designava anticamente una macchina da guerra per scagliare grosse pietre, o altri proiettili, nelle città assediate. Ricorre tre volte nel Fiore (le prime due in coppia con trabocchi, con cui si trova spesso associato nei testi antichi). Trabocchi e m. vengono piazzati da Gelosia a completare la fortificazione del suo allegorico castello, sì da tenere lontani i nemici: Ancor fe' far trabocchi e manganelli, / per li nemici lungi far istare / e servirli di pietre e di quadrelli, XXIX 12 (cfr. Roman de la Rose 3855 ss. " Dedenz le chastel a perrieres / E engins de maintes manieres: / Vos peüssiez les mangoniaus / Veoir par desus les creniaus ").
Essi fanno parte di un'oculata strategia, che unisce a strumenti puramente difensivi dispositivi di prevenzione e di attacco (si osservi che gli attacchi verbali di Malabocca vengono resi appunto da immagini balistiche: ma quel normando incontanente scocca / ciò ched e' sa, ed in piazza ed a santo, / e contruova di sé e mette in cocca, LI 12-14). Vi verrà fatto nuovamente cenno in LXXI 12 Non vi varrà gittar di manganello , / ned a le guardie lor folle musaggio, / porte né mura, né trar di quadrello (m. rima ancora con quadrello), dove l'espressione ‛ gittar di m. ' potrebbe essere memore di Roman de la Rose 11775 " E gitast en granz mangoneaus ". Il vocabolo compare anche nel discorso di Falsembiante (XCVIII 8): presa sarà sanza darvi fedita / né di trabocchi né di manganelli (cfr. Roman de la Rose 11143 " Prise sera senz cop sentir / De mangonel ne de perriere "), cioè " senza colpo ferire ": si esprime il timore che la Chiesa (civitas Dei) finisca per cedere alle forze dell'Antecristo, tradita dai suoi stessi difensori.