MANIA (Μανία)
Personificazione della pazzia, così come lo sono Oistros e Lyssa, la quale ultima sembra comparire assai più spesso di M. nelle rappresentazioni figurate. La presenza di M. è identificabile con assoluta certezza soltanto sul cratere pestano di Madrid firmato da Assteas, dove ogni figura è contrassegnata dall'iscrizione del nome. La scena, che si è molto discusso se possa o meno derivare da una tragedia, e in particolare dall'Eracle furente di Euripide, mostra Eracle, il quale, preso da improvvisa pazzia, getta nel fuoco uno dei figlioletti, mentre Megara fugge terrorizzata. In secondo piano, emergenti a mezzo busto fra le colonne di un loggiato che, se si accetta la derivazione teatrale della figurazione, rappresenta il logeion, compaiono Alcmena, Iolao e, nell'angolo sinistro, M., spettatrice e simbolo di tutta la scena: è una figura matronale, vestita di un ricco chitone molto ornato; tiene le braccia incrociate sul petto e una sferza in mano; il volto, dall'espressione torva, è fisso su Eracle.
Bibl.: H. Lewy, in Roscher, II, 2, c. 2324, s. v.; Burckhardt, in Pauly-Wissowa, XIV, i, 1928, c. 1107, s. v., n. 2; L. Sechan, Études sur la tragédie grecque dans ses rapports avec la céramique, Parigi 1924, pp. 525, 543, 563.
(S. De Marinis)