manifestino
s. m. e agg. (scherz.) Affezionato e convinto sostenitore che si identifica nel progetto editoriale e politico del quotidiano comunista «il manifesto»; che milita nel «manifesto».
• Cara Rina, [...] non puoi sapere quante volte, a sedere nei bar di piazza Dante, con i tantissimi «manifestini» dei tempi più felici che abbiamo vissuto, abbiamo ricordato la «ragazza della Normale», poi diventata giornalista illustre [...] sono certa che attorno a te avrei reincontrato tutta la nostra grande tribù manifestina (Luciana Castellina, Manifesto, 29 giugno 2010, p. 3) • Segue la politica? «Per farmi quattro risate. I politici sono più esilaranti dei comici che li imitano: [Matteo] Renzi mi fa scompisciare più di [Maurizio] Crozza. [Beppe] Grillo? All’inizio mi piaceva, ora mi manca come cabarettista. Sa, io sono una “manifestina” militante. Ho comprato anche delle azioni del quotidiano. Per me e per Fidel Castro, che mi invitò a Cuba dopo che regalai i diritti di Comandante Che ad una scuola di laggiù, perché potesse acquistare libri, matite, quaderni. Dovetti dare forfait per la morte di mia sorella» (Loredana Bertè intervistata da Fulvio Paloscia, Repubblica, 12 gennaio 2014, Firenze, p. XXII).
- Derivato dal titolo (il) manifesto con l’aggiunta del suffisso -ino2.
- Già attestato nella Stampa del 26 ottobre 1996, p. 5, Interno (Gad Lerner).