manifesto
Relativamente pochi i casi in cui questo aggettivo è adoperato in funzione di attributo; numerosissimi invece quelli in cui è predicativo, quasi sempre del verbo ‛ essere '. Molto frequente, specie nel Convivio, il modulo ‛ è manifesto '. Il valore di " chiaro ", " evidente ", in cui l'aggettivo ricorre nella maggior parte dei casi, si arricchisce e si modifica in contesti particolari.
Come attributo, talvolta al superlativo, qualifica sempre sostantivi astratti, e vale " chiaro ", " evidente ": Cv II XIV 14 Lo Cielo cristallino... ha comparazione assai manifesta a la Morale Filosofia; III VII 14 manifesto essemplo rendo a le donne, nel quale mirando possano [sé] far parere gentili; IV X 7 pruovo quelle [le ricchezze] essere vili per uno loro massimo e manifestissimo difetto, e III XV 3; III III 5 Li animali bruti hanno più manifesto amore... a li luoghi (cfr. al § 4 hanno amore a certo luogo più manifestamente); e ancora I 12, IV VIII 11 (due volte) e 16, XIII 13.
Più frequente come predicativo, sempre nel significato di " chiaro " all'intelletto, " comprensibile ", o " evidente ": Vn XXXV 4 E però che [il sonetto]... è assai manifesto, sì nollo dividerò, e XIV 13, XXXVII 5; III 15 Lo verace giudicio del detto sogno non fue veduto allora per alcuno, ma ora è manifestissimo a li più simplici; Cv III XV 20 per quello che ne la sentenza litterale è dato, è manifesta l'allegoria de la tornata; Pg VI 33 non m'è 'l detto tuo ben manifesto?, non l'ho " bene interpretato? "; XVIII 17 Drizza... l'agute luci / de lo 'ntelletto, e fieti manifesto / l'error de' ciechi che si fanno duci; XI 48 Le lor parole... / non fur da cui venisser manifeste, dove " la costruzione regolare sarebbe stata ‛ non fu manifesto '; ma per la rima il verbo è accordato con parole " (Porena; casi analoghi in Cv IV V 6 assai è manifesto la divina elezione del romano imperio: " L'aggettivo manifesto sarà da considerare come un predicato apparentemente maschile, ma con valore di neutro: ‛ È cosa manifesta la divina elezione ' ", Busnelli-Vandelli, e XIII 14).
Cfr. ancora Vn XXII 17, XXV 9, Cv I X 2, II XV 3 e 12, IV Le dolci rime 75 a 'ntelletti sani / è manifesto i lor diri esser vani (ripreso in XV 10; e cfr. ancora ai §§ 10 e 17); VI 17, XI 1, XVI 10, XVII 11, If XV 91, con un pronome prolettico: Tanto vogl'io che vi sia manifesto / ... ch'a la Fortuna... son presto. L'aggettivo è sostantivato in Pd XIX 42, dov'è detto che Dio volse il sesto / a lo stremo del mondo, e dentro ad esso / distinse tanto occulto e manifesto, " compartì tanto occulto a noi, e manifesto a sé, o cose in parte occulte per loro sublime natura a noi e in parte per naturali ragioni a noi aperte " (Ottimo; per la contrapposizione, cfr. Cv IV V 1).
E ancora: Cv IV XI 3 non solamente la loro [delle ricchezze] imperfezione è manifesta [" evidente "], ma la loro condizione essere imperfettissima; e poco più oltre (XII 10): Oh com'è manifesto, anzi manifestissimo, quelle... essere... imperfette; Pd II 79 Se 'l primo fosse [cioè se esto pianeto, la luna, fosse di sua materia... digiuno], fora manifesto / ne l'eclissi del sol; e così anche Cv I II 12, II I 7, IV IX 16, XI 8 questo è sì manifesto, che...; XIV 2, XIX 4, XX 9 (prima occorrenza), XXIX 3, Pd XV 80. In Vn XIV 14 è manifesto si avvicina al valore di " è noto ". In funzione avverbiale, in Cv IV V 1 la essecuzione de lo etterno consiglio tanto manifesto procede c[on] ta nostra ragione: cfr., poco prima, occultamente... procedere; e v. MANIFESTAMENTE.
Il predicato ‛ è m. ', riferito a cose o a persone, equivale talvolta ad " apparire ": If XXIV 81 Noi discendemmo il ponte... / e poi mi fu la bolgia manifesta; XIV 18 ciò che fu manifesto [" apparve ", " si presentò "] a li occhi miei, cioè le diverse schiere dei dannati; Pd V 114 a li occhi [gli spiriti di Mercurio] mi fur manifesti. E analogamente: Cv III V 8 Di questi due poli, l'uno è manifesto [" visibile "] quasi a tutta la terra discoperta, cioè questo settentrionale, la stella polare; IV XXVIII 10 dice Santo Paulo a li Romani: " Non quelli ch'è manifestamente, è Giudeo, né quella ch'è manifesta in carne è circuncisione... " (cfr. Paul. Rom. 2, 28); Pg II 123 lo scoglio / ch'esser non lascia a voi Dio manifesto, la " scoria de' peccati che... è come un velo che non lascia ancora... vedere Iddio " (Scartazzini-Vandelli); XXX 69 Tutto che 'l vel... / non la lasciasse [Beatrice] parer manifesta, " apparir chiaramente visibile " (Mattalia). Talora anche riferito a cose astratte, che possono tuttavia essere considerate " visibili ": Lo quale amore [quello che è forma di Filosofia] manifesto è nel viso de la Sapienza, ne lo quale esso conduce mirabili bellezze, Cv III XIII 11 (e v. anche VIII 9); la cagione ancor non manifesta della magrezza dei golosi (Pg XXIII 38) risulterà essere poi l'albero carico di frutti profumati (v. 73).
Si veda ancora Pd XII 74 'l primo amor che 'n lui fu manifesto [" si palesò ", " si rivelò "], / fu al primo consiglio che diè Cristo.
Con una sfumatura diversa di significato, in Pd XXX 96 come gente stata sotto larve [" maschere "] / ... mi si cambiaro in maggior feste / li fiori e le faville, sì ch'io vidi / ambo le corti del ciel [le schiere di angeli e quelle di beati] manifeste, cioè in quella vera forma, che erano " (Buti).
Frequentissima, soprattutto nel Convivio, la formula ‛ è m. ' (o ‛ m. è '), alla reggenza di una proposizione, sempre nel significato di " è chiaro ", " è evidente ", " risulta ": Vn XXXVIII 5 che degno sia di chiamar l'appetito cuore... assai è manifesto a coloro cui...; Cv I IX 9 E' adunque manifesto che lo volgare darà cosa utile; II V 5 manifesto è a noi quelle creature [essere] in lunghissimo numero; Pd XXVII 120 come il tempo tegna in cotal testo / le sue radici e ne li altri le fronde, / omai a te può esser manifesto; e si veda anche Cv I VI 4, IX 11, X 5, II XIV 13 e 18, III II 12 e 16, VI 12, VII 16, XIV 9, IV V 17 (due volte), VIII 8 (due volte), IX 10, XI 12, XIV 15, XXVI 15, XXVII 20. Il costrutto ricorre spesso anche nel latino, soprattutto della Monarchia e delle epistole.
Talvolta la formula ‛ è m. ' è posta a conclusione di un'argomentazione di tipo sillogistico, sicché il valore di " è chiaro " si completa in quello di " è logico, conseguente ". Si veda per es. quel passo della Vita Nuova, in cui si parla della morte del padre di Beatrice (Onde con ciò sia cosa che cotale partire sia doloroso a coloro che... sono stati amici di colui che se ne va; e nulla sia si intima amistade come da buon padre a buon figliuolo e da buon figliuolo a buon padre; e questa donna fosse in altissimo grado di bontade, e lo suo padre... fosse bono in alto grado; manifesto è che questa donna fue... piena di dolore, XXII 2); ma cfr. anche Cv II IV 12 E perché questa vita è più divina, e quanto la cosa è più divina è più di Dio simigliante, manifesto è che questa vita è da Dio più amata; IV VI 5 L'altro principio, onde ‛ autore ' discende... è uno vocabulo... che... vale... ‛ degno di fede e d'obedienza '. E così ‛ autore '... si prende per ogni persona degna d'essere creduta e obedita. E da questo viene questo vocabolo... ‛ autoritade '; per che si può vedere che ‛ autoritade ' vale... ‛ atto degno di fede e d'obedienza '. [Onde, quand'io provi che Aristotile è degnissimo di fede e d'obedienza,] manifesto è [con valore di futuro: " sarà "] che le sue parole sono somma... autoritade (l'integrazione qui riportata è anche nell'ediz. Simonelli, mentre nella '21 si legge: [Onde, avvegna che Aristotile sia dignissimo di fede e d'obedienza]. Busnelli-Vandelli giustificano la loro scelta, osservando che " il processo del... ragionamento mira... alla dimostrazione... che Aristotile è degnissimo di fede e d'obbedienza, per far manifesto, come appare dal sillogismo che [D.] soggiunge in forma logica, che ‛ le sue parole sono somma e altissima autoritade ' "). E così ancora I VI 8, XII 6 e 13, XIII 4 e 9, II IV 15, XIV 8, IV VII 11, XI 2, XX 9 (seconda occorrenza), XXII 8.
Ancora legato ai valori già visti, ma con più complesse sfumature di significato, si veda il sintagma ‛ far m. ', sempre nella Commedia (unica eccezione in Cv III XIV 6 la divina virtù... questo amore tragge a sua similitudine. E ciò si può fare manifesto [si può " dimostrare "] massimamente in ciò, che...): Pd XVII 128 rimossa ogne menzogna, / tutta tua visïon fa manifesta, " rivelala ", " rendila nota " (abbastanza vicino a X 126); If X 25 La tua loquela ti fa manifesto [" ti palesa "] / di quella nobil patrïa natio (cfr. Matt. 26, 73 " loquela tua manifestum te facit "). Nelle parole di s. Pietro - Dì, buon Cristiano, fatti manifesto, Pd XXIV 52 - l'espressione invita a una solenne professione di fede (" ma come San Pietro può proclamare Dante buon cristiano prima di averlo esaminato? Per me è predicativo di fatti manifesto ", Porena).