MANILA (A. T., 95-96)
Capitale delle Isole Filippine, è situata sulle coste occidentali dell'isola Luzon, allo sbocco del fiume Pasig, nell'ampia baia di Manila, a circa 14° 35′ lat. N. e 120° 58′ long. E. Ha un clima tipicamente equatoriale, con una temperatura media annua di 26°,4 (3°,7 di escursione annua): le precipitazioni sommano a 1963 mm., distribuiti in ogni mese dell'anno con prevalenza da maggio a novembre (massimo in luglio con 457 mm.). La città è divisa in due parti dal fiume: la città vecchia o Intramuros si estende a sud del Pasig: all'epoca spagnola era interamente circondata da mura, difese da un ampio fossato riempito con le acque del fiume, fossa interrata per ragioni igieniche nel 1905. Gran parte delle mura rimane ancora oggi nelle primitive condizioni; solo piccoli tratti sono stati abbattuti per ragioni di traffico. L'entrata nella città murata era possibile mediante porte (tre delle quali rimangono ancora intatte) e ponti levatoi: in essa si conservano i monumenti e le opere d'arte più importanti, quali il Forte Santiago, dominante lo sbocco del fiume, che, incominciato a costruire nel 1582, fu per oltre 300 anni il caposaldo della difesa militare spagnola; l'Ayuntamiento, già sede del governo municipale di Manila e ora occupato dagli uffici delle Department Secreteries, la cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione, il convento di Santa Chiara; l'università di San Tommaso, fondata dai domenicani nel 1605 (l'edificio data dal 1611); la chiesa dei domenicani (1888); degli agostiniani (1599-1614); dei gesuiti (1878-99); dei francescani; dei cappuccini (1898); l'ateneo di Manila (1857); l'aquarium, ecc.
Al di là del fiume Pasig, attraversato da numerosi ponti di pietra e di ferro, si estende la Manila commerciale e industriale, che ritrae notevole vantaggio dalla presenza del fiume, eccellente via di traffico: gli stabilimenti siderurgici, tessili (canapa di Manila), le fabbriche per l'olio di cocco, i cantieri, si allineano lungo il fiume, mentre, arretrando, si entra nel distretto tipicamente commerciale della città con strade che si tagliano ad angolo retto: le arterie più importanti sono le vie Escolta ed Echague, parallele al fiume, Rosario e Rizal che intersecano le precedenti ad angolo retto. È questa la parte della capitale che si è andata più sviluppando.
La città contava 93.600 ab. nel 1876 e 285.300 nel 1918; nel 1932 superava i 341.000 ab.; nel 1918 dei nati all'estero si avevano 18.000 Cinesi, 2916 Americani degli Stati Uniti, 2050 Spagnoli, 1600 Giapponesi, 664 Inglesi, 200 Tedeschi, 121 Francesi, ecc.
Manila è il principale porto delle Filippine e uno degli scali più importanti dell'Estremo Oriente: oltre i 4/5 in valore delle importazioni dell'arcipelago passano attraverso Manila; ne esce circa la metà delle esportazioni. Il traffico è andato gradatamente aumentando: dalle 2000-2500 navi entrate annualmente nel porto nel periodo 1901-1905, si sale a 4000-4500 negli anni 1924-28; il tonnellaggio, alle stesse date, sale da 1-1,5 milioni di tonnellate, a 4-4,5 milioni. La città è sede di numerosi istituti d'istruzione superiore e scientifici: l'University of Santo Tomas; l'University of the Philippines fondata nel 1908; l'University of Manila (1913); l'Union Theological Seminary (1907); l'U. S. Army Medical Department Research Board, fondato nel 1900, riorganizzato nel 1922; il Philippine Health Service (1898); il Philippine Central Observatory (1865), ecc.
Storia. - La città era già un porto notevole per il commercio allorché vi approdarono nel 1575 gli Spagnoli, dopo la scoperta dell'isola da parte di Magellano e l'effimera presa di possesso fattane prima della sua morte. La Spagna ne fece, data la magnifica posizione, il grande centro del commercio orientale, la residenza del governatore, la sede di un arcivescovo e un'importante base navale, stazione d'una squadra permanente, resa necessaria dall'infierire della pirateria. La città fu cinta di robuste mura e munita di una fortezza formidabile. Fu più volte molestata dagli Olandesi, mentre anche le popolazioni indigene, aizzate dalla Cina, con frequenti sollevazioni e rivolte (memorabile per la violenza, quella del 1603) misero in serio pericolo il dominio spagnolo. Viene specialmente ricordato il tentato blocco di Manila del 1624 a opera degli Olandesi, che furono respinti in una battaglia navale.
Altra sventura per la colonia, e per Manila in particolare, furono le continue discordie tra i governatori e le autorità ecclesiastiche.
Agli Olandesi nelle ostilità contro Manila succedettero gl'Inglesi: durante la guerra dei Sette Anni una squadra inglese (1762) si presentò davanti alla città, che ignorava lo stato di guerra, sbarcò un corpo di milizie, che iniziarono l'assedio, finché, conchiusa la pace di Parigi, gli assedianti dovettero ritirarsi (1763). Ma nuovi moti indigeni turbarono il paese, fra i quali quello scoppiato alla fine del sec. XIX, che ebbe per protagonista José Rizal. Fu una vera rivoluzione, che la Spagna credette di spegnere mandando a morte il suo capo: ma essa divampò invece più violenta. A essa è connessa la guerra ispano-americana (1896), nella quale l'ammiraglio degli Stati Uniti, G. Deaey, bloccò Manila, mentre grosse masse d'indigeni, guidate dal condottiero E. Aguinaldo, l'attaccavano da terra. Il generale Sardines fu costretto ad arrendersi al Deaey (agosto 1898). L'assemblea rivoluzionaria ratificò l'indipendenza dell'arcipelago, già proclamata nel giugno dall'Aguinaldo, e riconobbe Manila come capitale della nuova repubblica, assalendola con tutte le forze: ma le truppe degli Stati Uniti respinsero gli assalitori, e, giunti rinforzi, li ricacciarono nell'interno. Durante la guerriglia tra gl'insorti e gli Stati Uniti, Manila restò nelle mani di quest'ultima potenza, che tenne il governo dell'arcipelago dopo la pacificazione.