mano [al plurale anche la forma mano]
Il termine ricorre frequentemente in senso proprio, per la parte estrema del braccio: cfr. Vn XXII 4 io mi ricopria con porre le mani spesso a li miei occhi; Rime CIV 20 'n su la man si posa / come succisa rosa, 24 e 95; Rime dubbie III 5 11.
Si vedano anche: Cv I VII 9 cinque dita ne la mano, XI 5, IV V 13, XIII 12; If III 27, IV 86, VI 17, VII 112, VIII 40, IX 59, X 37, XIII 31, 38 e 49, XIV 41, XV 29, XVII 47, XXIV 94, XXV 2, XXVI 18, XXVIII 29, 103 e 122, XXIX 45, XXX 92, XXXI 131, XXXII 62 e 103, XXVIII 58 e 148; Pg I 50 con parole e con mani e con cenni / reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio, e 124, II 80, III 69 e 102, IV 33, VI 8, VIII 9, IX 82, XII 130, XV 13, XIX 9 e 124, XXIV 106, XXVII 16, 30, 102 e 107, XXVIII 68, XXX 29, XXXII 98; Pd IV 44 e 84, VI 86 e 89, XXVI 12; Fiore VI 9, VII 14, XV 7, XVI 11, XXIV 11, CXII 4, CXXIX 4 e 9, CXLIV 2, CCVII 12, CCIX 6, CCXIII 10; Detto 219.
Il plurale mano, che non era raro nell'antica lingua letteraria (cfr. Rohlfs, Grammatica II § 354, e Barbi-Pernicone, ad l.), compare in rima in Rime CVI 83 da sera e da mane / hai raunato e stretto ad ambo mano / ciò che sì tosto si rifà lontano, in immagine figurata per indicare l'atto dell'avaro che tutto vorrebbe raccogliere e avere per sé; è contrapposta a questa l'immagine che indica un atteggiamento di prodigalità, in Pg XXII 44 troppo aprir l'ali / potean le mani a spendere, e If XI 40 Puote omo avere in sé man vïolenta / e ne' suoi beni, dove si allude ai suicidi e agli scialacquatori.
Il termine compare ancora nella metafora usata da Stazio che, dopo avere accennato alla sua conversione, si accinge a dirne le ragioni e i modi: ma perché veggi mei ciò ch'io disegno, a colorare stenderò la mano (Pg XXII 75), ed è inoltre riferito all'artista che, pur avendo buona disposizione, ha man che trema, cioè non ha una tecnica ferma e sicura. (Pd XIII 78).
In espressioni della lirica cortese: in Rime L 47 'l sì e 'l no di me in vostra mano / ha posto amore, e LXVI 1 Ne le man vostre, gentil donna mia, / raccomando lo spirito che more (cfr., per l'origine scritturale dell'espressione, Luc. 23, 46 " Pater, in manus tuas commendo spiritum meum "). È detto pure delle m. di Amore: Vn III 12 10 Allegro mi sembrava Amor tenendo / meo core in mano (così, in prosa, ai §§ 5 e 6); Rime CIII 40 Amore... alza ad ora ad or la mano; L 22 per man d'Amor là entro pinta sete; LXVII 8 i belli occhi feriro / quando li aperse Amor con le sue mani; Fiore II 6; oppure è riferito alle m. di Dio, in Rime CV 5 la... dritta man; Cv II V 12 l'opere de le sue mani annunzia lo fermamento; IV V 18 non puose Iddio le mani proprie a la battaglia, e 19 (due volte); XIX 7; Pg XVI 85 Esce di mano a lui che la vagheggia... / l'anima semplicetta.
Frequentemente il verbo compare in sintagmi verbali: ‛ prendere per m. ', in Vn XIV 7 lo ingannato amico... mi prese per la mano; If XIII 130 Presemi allor la mia scorta per mano (ugualmente in III 19 la sua mano a la mia puose); XXXI 28 caramente mi prese per mano; Fiore IX 5; ‛ uscir di m. ' in Fiore CLI 8; ‛ tenere m, di ' per " accompagnarsi con qualcuno ", in Fiore CXVII 8 man terrà di povertate; ‛ mettere m. ', in Rime CIII 65 ne' biondi capelli / ... metterei mano; Fiore CCVII 9 e CCX 1; ‛ porre m. a ', per " afferrare ", in If XXVIII 94 puose la mano a la mascella; Fiore CCIII 3 volli al fior porre la mano. In contesto figurato: Rime CIV 91 Canzone, a' panni tuoi non ponga uom mano; Pg VI 96 ponesti mano a la predella, e XVI 97 pon mano ad esse (le leggi); Fiore CCXII 1; per " avviarsi ", " dedicarsi ", in Pd XII 138 a la prim'arte degnò porre mano, e Fiore CX 13 a lavorare e' non vuol metter mano; per " contribuire ", in Cv III IV 3 ciascuna parte pone mano a lo principale intento, IV XXIX 2 e Pd XXV 2 'l poema sacro / al qual ha posto mano e cielo e terra. Sono interessanti altri sintagmi: ‛ porre in m, a qualcuno ' vale " affidare ", in Lime XCIX 11 in vostra gente ha molti frati Alberti / da intender ciò ch'è posto loro in mano; ‛ dar m. a qualcuno ' per " aiutare ", in Fiore XCI 5 e CLI 4; ‛ correre, essere per m. ' per " avere, trovarsi per le mani ", " star trattando un argomento al momento ", in Cv III IV 13 questa canzone... corre mo per mano, IV III 3, XXVII 4; ‛ essere, venire a m, di qualcuno ', ‛ avere, recare in m. ', cioè " in potere ", in Cv I IX 6, IV V 18 uno solo Romano ne le mani ebbe la franchigia di Roma, If XXII 45 e 83, Pg XI 123 (con la stessa connotazione m. è in Pg XX 55 trova' mi stretto ne le mani il freno / del governo del regno; ugualmente in Pd VI 8, detto dell'aquila che governò 'l mondo... di mano in mano, passando dalla m. di un imperatore a quella di un altro; cfr. anche i vv. 86 e 89). Talvolta il termine è in congiunzione con verbi a indicare il gesto della preghiera: in Pg II 29 Ecco l'angel di Dio: piega le mani; VI 16 pregava con le mani sporte; Pd XXXIII 39 vedi Beatrice con quanti beati / per li miei prieghi ti chiudon le mani; Detto 19 chi gli sta cortese / od a man giunte avante. Ancora nella locuzione prepositiva ‛ per m. di ', in Rime CII 12 una donna / … fatta d'una bella petra / per man di quei che me' intagliasse in petra; Fiore XXXI 2 per man di Gelosia, e CLXXXVI 12; e Fiore CLIX 9 fa pur che ti paghi innanzi mano, " in anticipo ".
Frequente è anche l'uso di m. nel significato di " direzione ", nella Commedia: If VII 32 tornavan per lo cerchio tetro / da ogne mano a l'opposito punto; IX 110 veggio ad ogne man grande campagna, e 132 a la man destra si fu vòlto; X 133 mosse a man sinistra il piede; così ancora XVII 118, XXVII 22, XIX 41, XXIII 68 e 129, XXVI 110, XXIX 53, XXX 6, Pg I 22, III 52 e 58, XI 40 e 49, XII 100, XIV 8, XXV 110, Pd XXVII 46.