MANRESA
(lat. Minorisa)
Città della Spagna, in Catalogna (Barcellona), che sorge sulla sponda del fiume Cardener, presso la confluenza con il Llobregat.Il nucleo medievale di M., di cui si conservano alcuni resti delle mura, si eleva intorno al Puig Cardener, promontorio vicino al fiume da cui prende il nome. L'insediamento, probabilmente abitato fin dal Neolitico, ebbe una continuità di frequentazione durante la dominazione romana e le successive numerose invasioni barbariche e razzie saracene. Tra i secc. 11°-12° e 14° M. giunse al suo massimo sviluppo urbanistico. Nel 1315 il re Giacomo II (1291-1327) le ratificò il titolo di città e istituì il regime municipale. Episodio fondamentale nella storia di M., con implicazioni di segno anche religioso, fu la costruzione, a partire dal 1339, di un canale di irrigazione che assicurasse alla città il rifornimento di acqua del Llobregat; questa impresa venne osteggiata dal vescovo di Vic, ma nel 1345, secondo la tradizione, la visione miracolosa di una luce che giunse fino alla chiesa del convento del Carme comportò la fine del conflitto tra città e vescovo e l'istituzione della festa della luce in relazione con la nuova dedicazione della chiesa principale alla Vergine dell'Alba o dell'Aurora.La chiesa di Santa Maria de l'Aurora è nota anche come Santa Maria de la Seu, nonostante non sia mai stata sede vescovile; dal sec. 9° è documentata come chiesa parrocchiale e dall'11° come sede dei Canonici regolari di s. Agostino, che sostituirono una precedente comunità aderente alla regola di Aquisgrana. Le strutture anteriori al sec. 12° sono testimoniate solo da un brano di una galleria con due livelli di archi databile al sec. 11°, la cui funzione non è chiara, e da un capitello del sec. 10° (Mus. Històric de la Seu).Nel sec. 12° la chiesa venne ricostruita; ciò che rimane di questo nuovo edificio - un muro del lato nord inglobato nella costruzione gotica, alcuni resti nel sottosuolo, nonché un portale scolpito che attualmente si apre sul chiostro, ma la cui ubicazione originaria non è nota - ha consentito la ricostruzione ipotetica della chiesa romanica. Le sculture del portale rinviano direttamente alla bottega attiva nei chiostri di Santa Maria di Gerona e di Sant Cugat del Vallès e il timpano con la Vergine con il Bambino e angeli, la cui scultura originale, molto deteriorata, è stata sostituita da una copia moderna, è confrontabile con quello della vicina chiesa di Santpedor, opera della stessa bottega.È soprattutto la costruzione del sec. 14° a destare il maggior interesse, essendo una delle più notevoli realizzazioni del Gotico catalano; è attribuita a Berenguer de Montagut, il maggiore architetto catalano del Trecento, autore insieme a Ramon Despuig di Santa Maria del Mar di Barcellona. Nel 1322 i rappresentanti dei Canonici regolari e del governo municipale di M. incaricarono Berenguer de Montagut di realizzare il nuovo edificio, che ebbe inizio poco dopo e si protrasse fino alla fine del sec. 15°, nonostante il capocroce fosse in uso dalla metà del sec. 14° e l'altare maggiore venisse consacrato nel 1371.Profondamente permeata dal gusto catalano per gli spazi diafani e unitari, Santa Maria de l'Aurora è un ampio edificio a una sola navata con sette campate con volte a crociera e con alte cappelle tra i contrafforti, che, mediante l'originale soluzione di aprire grandi archi a sesto acuto nelle pareti delle cappelle, produce un singolare effetto di chiesa a tre navate con deambulatorio; ogni campata delle navate laterali sembra condividere con la cappella contigua la volta a crociera e con la navata centrale i pilastri poligonali di separazione. I contrafforti emergono all'esterno al di sopra delle cappelle e si appoggiano al corpo della navata mediante coppie di archi rampanti, conferendo all'edificio un particolare profilo, dal grande impatto visivo grazie anche alla posizione elevata. La chiesa venne terminata con la cripta e il campanile nel 16° secolo.Rilevanti sono i sei sepolcri di pietra collocati su mensole, di cui quattro con la figura del giacente, quasi tutti della metà del sec. 14°, attualmente conservato nel deambulatorio ma provenienti dal chiostro della chiesa. Sono databili allo stesso periodo due grandi immagini di santi vescovi, una delle quali oggi inserita al centro del retablo dei Ss. Michele e Nicola, nonché le più antiche chiavi di volta e i due portali dello pseudo-transetto. La Madonna con il Bambino del timpano dello pseudo-transetto settentrionale viene attribuita a ragione allo scultore cittadino Berenguer Ferrer, al quale talvolta sono state ascritte arbitrariamente anche le sculture citate.Nelle cappelle della chiesa sono inoltre conservati importanti retabli di epoca gotica, tra i quali emerge, nella zona dello pseudo-deambulatorio, quello trecentesco dedicato ai ss. Marco e Aniano, oggi nell'antica cappella dei Ss. Gioacchino e Anna, ma proveniente dalla cappella dell'Hospital de San Marcos e Santa Bárbara. Sembra però che questo retablo sia identificabile con quello per la cattedrale di Barcellona, commissionato nel 1346 dalla Corporazione dei calzolai di quella città ad Arnau Bassa, figlio di Ferrer Bassa. Il retablo acquisterebbe così un valore fondamentale per la conoscenza dell'attività della bottega antesignana dell'introduzione dell'italianismo nella pittura catalana del 14° secolo. Va inoltre menzionato anche il magnifico retablo a cinque scomparti, di schietta impronta italiana, realizzato verso il 1394 da Pere Serra per la cappella dello Spirito Santo. L'opera, dominata dalla raffigurazione della Pentecoste, presenta un'iconografia originale che riassume la storia della creazione e della salvezza dell'uomo e accosta temi eucaristici ed ecclesiologici. Solo la predella è incompleta, integrata con l'inserimento del Pianto su Cristo morto, unico resto del retablo di S. Antonio Abate di Lluís Borrassà, dipinto verso il 1411. Infine, il retablo dei Ss. Nicola e Michele (1406 ca.) è un'opera fondamentale per la conoscenza dell'attività di Jaume Cabrera, che, seguendo la tradizione italianizzante, fu timido interprete del Gotico internazionale.Oltre al retablo dello Spirito Santo, Pere Serra avrebbe ricevuto altri incarichi a M.; ne è testimonianza la tavola centrale di quello destinato alla cappella dei Ss. Bartolomeo e Bernardo della chiesa di Sant Domènec (Vic, Mus. Arqueologic-Artistic Episcopal).Sono conservati nel Mus. Històric de la Seu un crocifisso di legno policromo del sec. 13° e il ricamo della Passione di Geri di Lapo, come attesta l'iscrizione "Geri Lapi rachamatore me fecit in Florentia", donato alla chiesa da Ramon Saera nel 1357 e destinato all'altare maggiore; l'opera adatta formule di una plasticità evidentemente postgiottesca alle possibilità e alle caratteristiche proprie del ricamo.Per quanto concerne l'architettura civile di M. sono da menzionare - oltre a strutture medievali inglobate in alcune case del nucleo antico e nell'od. Mus. Comarcal - il grande Pont Vell del 1300, formato da otto archi a tutto sesto, che sostituì l'analoga struttura del sec. 12°, e il Pont Nou, nella costruzione del quale nel 1318 intervenne, non è chiaro con quale ruolo, Berenguer de Montagut. L'architetto fu attivo in città anche in altri cantieri, come quello della chiesa del convento del Carme, di cui fu nominato operaio e capomastro nel 1322, anno di inizio della costruzione, protrattasi durante il sec. 15° e successivamente ampiamente restaurata. Fino alla demolizione nel 1936, durante la guerra civile, la chiesa, di notevoli dimensioni, si presentava a navata unica, con abside poligonale, volte a crociera e cappelle tra i contrafforti, come la Mare de Déu del Pi di Barcellona. Un'importante collezione di ceramica proveniente dall'edificio è nel Mus. Comarcal.Sono sopravvissuti alle demolizioni della guerra civile, che distrusse alcune chiese degli inizi del sec. 14° (chiesa del convento di Sant Domènec dedicata a s. Pietro Martire, Sant Miquel, Santa Lucía), solo pochi monumenti: la chiesa della Puríssima Concepció del convento di Santa Clara, fondazione del 1322 che integrò una chiesa anteriore (1300 ca.) dedicata ai ss. Biagio e Lazzaro, nella quale spicca un portale gotico arcaicizzante; il chiostro del convento delle monache cistercensi di Valldaura, con un interessante complesso di capitelli figurati della fine del sec. 14° o degli inizi del 15°, reimpiegati nell'od. convento delle Cappuccine; l'Hospital de San Andrés, che ingloba una chiesa del 1300, molto trasformata.
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