mantenere [mantenghi, in rima, II singol. pres. cong.]
Il verbo si lega in qualche caso all'idea di ‛ salvaguardia ', ‛ protezione ': così dov'è detto che s. Domenico fu degno / collega di s. Francesco a mantener la barca / di Pietro in alto mar per dritto segno (Pd XI 119), " idest, ad praeservandam ecclesiam " (Benvenuto), o nelle due occorrenze di Detto 139-140 i' fu' del convento / d'Amor cu' Dio mantenga, / e sempr'e' me mantenga.
Altrove significa " far durare " (Le buone donne fatt'hanno far pace / tra me e te: or fa che la mantenghi, Fiore XVI 13), " conservare nello stato primitivo ", come nel caso dei ‛ pensieri ' che occupano la mente del poeta: l'un meco ardisce e fammi coraggioso / ched io d'amor richieda la mi' amanza; / l'altro mantiene il cherir dubitoso (Rime dubbie XX 12), cioè " lo frena e gli consiglia una richiesta timorosa " (Barbi-Pernicone).
Nel costrutto intransitivo pronominale vale " comportarsi ": se tu ami femina volaggia / ... tutt'a la sua guisa ti mantieni (Fiore LXI 7), consiglia Amico ad Amante; e cfr. anche LXIV 1 A sua maniera ti mantien tuttora.