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manto

di Antonietta Bufano - Enciclopedia Dantesca (1970)
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manto (sost.)

Antonietta Bufano

Esclusivo della poesia, con una sola eccezione nel Convivio; ricorre per lo più in senso proprio. In Pg XIII 47 vidi ombre con manti / al color de la pietra non diversi, il termine non sembra avere un significato particolare, come in If XXXI 66, dove l'espressione loco... dov'omo affibbia 'l manto indica semplicemente la gola o la spalla. Ancora nel senso proprio di " mantello " (v.), cfr. Pg XXX 32 e Pd XXI 133.

In If XXIII 67 il faticoso manto è la cappa di piombo dorato che grava sulle spalle degl'ipocriti. Il gran manto (If XIX 69 e Pg XIX 104) è quello del papa, di cui simboleggia la dignità (v. in questo senso anche AMMANTO; e cfr. Rime LXXXIII 13 fa degno di manto / imperial colui dov'ella [la leggiadria] regna, " fa degno di signoreggiare sugli altri, colui che la possiede ", Fraticelli). Nel medesimo senso appare in Fiore XCV 14.

Quanto all'uso figurato, talvolta è esplicito il riferimento al senso proprio del " mantello ", come di qualcosa che avvolge, ricopre: Lo real manto di tutti i volumi / del mondo (Pd XXIII 112) è il Primo Mobile, che contiene in sé gli altri cieli; anche in Cv II I 3 [il senso allegorico] è quello che si nasconde sotto 'l manto di queste favole, è chiara la metafora delle favole, involucro, per così dire, entro cui si cela l'allegoria.

Meno evidente il senso del paragone di Pd XVI 7 O poca nostra nobiltà di sangue / ... Ben se' tu manto che tosto raccorce, dove Benvenuto commenta: " sicut... mantellum tegit et velat omnem paupertatem et maculam pannorum, ita nobilitas sanguinis celat et occultat vilitatem et turpitudinem vitiorum intrinsecorum "; per il Lombardi, invece, il m. sarebbe la " veste talare ", e " siccome cotal veste coll'uso rodesi nella inferior parte continuamente ed accorciasi, così " ecc. Tra i più moderni, il Torraca vede nel m. una " cosa posticcia, che copre e adorna la persona e che presto s'accorcia, rifilato dalle forbici del tempo, se assiduamente... non vi si fanno giunte ", e anche il Chimenz e il Mattalia danno interpretazioni analoghe. Opportunamente l'Aglianò rimanda " all'uso traslato (per indicare fatti della vita psichica e morale) di ‛ vestire ', ‛ vesta ' e simili ". Notevole infine l'uso del sostantivo in Rime XLII 1 Qual che voi siate, amico, vostro manto / di scienza parmi, tal che non è gioco. Secondo alcuni la parola vale qui " ornamento " (cfr. anche Tesoretto 34-35 " Che voi corona e manto / portate di franchezza ", citato da Barbi-Maggini); il Crescini vede invece in m. il neutro sostantivato dell'aggettivo (v. voce precedente), e spiega: " il vostro molto di scienza, la quantità di vostra scienza " (cfr. manto aggettivo e, per tutta la questione, " Bull. " XXIV [1917] 165, XXV [1918] 79). Il Contini osserva che il m. " è frequente nelle immagini stilnovistiche ", e cita vari esempi: " manto d'umiltate " e " manto di soavitate " in Lapo Gianni; " O povertà, come tu sei un manto " in una canzone pseudocavalcantiana; aggiunge inoltre che " aver manto significava ottenere il massimo di qualcosa ".

Bibl.- S. Aglianò, Restauro di Paradiso, XVI, 1-15, in " La Bibliofilia " LXIX (1967) disp. II, 15.

Vocabolario
manto²
manto2 manto2 s. m. [dal lat. tardo mantum o mantus, tratto da mantellum «mantello»]. – 1. a. Mantello lungo con strascico, usato come vestimento solenne e anche come distintivo ereditario annesso ai titoli di principe e di duca e concesso...
manto¹
manto1 manto1 agg. [dal fr. maint, di etimo incerto], ant. – Tanto, molto: Ché mante fiate son ch’io mi dispero (Ch. Davanzati).
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