Vedi MANTOVA dell'anno: 1961 - 1995
MANTOVA (Mantua)
Città di origine etrusca, a cui dovette il nome dalla divinità infernale Mantus; fece parte della dodecapoli padana.
Fu poi conquistata dai Galli Cenomani. Divenne municipio romano, iscritto alla tribù Sabatina e fu compresa nella X Regione. Durante le guerre civili parte del territorio fu confiscato per i veterani di Cesare (41 a. C.). Catullo la chiama parva ed ebbe infatti un piccolo territorio, comprendente il vicus Andes virgiliano, che si riconosce nell'odierna Pietole. Saccheggiata nel 401 da Alarico, invasa dagli Unni, fortificata dagli esarchi bizantini, presa più volte dai Longobardi; il primo vescovo noto storicamente è, nell'827, Lailulfo.
L'unica testimonianza archeologica è costituita da un piccolo numero di iscrizioni e da qualche rinvenimento isolato, quale un mosaico a decorazione geometrica, trovato nel 1941 presso la Nova Domus del Palazzo Ducale. Al Palazzo Ducale è la importante raccolta di sculture greche e romane acquistate dai Gonzaga - soprattutto da Isabella d'Este (1474-1539) e da Vespasiano Gonzaga (1531-1591) - per ornamento dello stesso palazzo e di svariate ville del territorio, tra cui la famosa Sabbioneta. Nella seconda metà del 1700 le sculture furono riunite nel Museo dell'Accademia. Nel 1915 la collezione fu ceduta dal Comune allo Stato, e intorno al 1930 riordinata nelle sale del Palazzo Ducale. La collezione comprende circa 200 pezzi scelti, rappresentanti quasi tutti i periodi della scultura antica. Non mancano originali greci, quali una magnifica testa femminile di arte prefidiaca, un'erma-ritratto di Euripide, un piccolo gruppo di stele funerarie e di rilievi votivi. Tra le copie di sculture del V sec. eccelle il noto Apollo di Mantova (in cui l'arco e il turcasso sono stati mutati dal copista in alberello di alloro), ed una Cariatide, forse dello stesso gruppo delle Cariatidi di Venezia e di Leningrado, di scuola fidiaca. Tra le sculture ellenistiche una bella Afrodite velata, in cui la dea stante in posizione chiastica appare vestita del solo chitone "bagnato", ed una statua di Leda, completamente nuda, trasformazione ellenistica del gruppo di Timotheos. Ricca la collezione di ritratti greci e romani di varie epoche, tra cui sono la testa bronzea attribuita ad Arsinoe III ed il busto di Cicerone.
Particolarmente notevole la serie dei sarcofagi romani coi miti di Medea, di Adone, di Endimione, col combattimento delle Amazzoni, con le fatiche di Ercole, con l'Ilioupèrsis, con le scene della vita di un generale romano: generalmente tra i più belli e perfetti sarcofagi di ciascun tipo.
Merita infine menzione il grande frammento di fregio proveniente da Roma con combattimento tra Romani e Galli, della fine del I sec. d. C.
Nello stesso Palazzo Ducale è una collezione epigrafica e ricca suppellettile proveniente da scavi preromani e romani del Mantovano.
Bibl.: A. Levi, Sculture greche e romane del Palazzo Ducale di Mantova, Roma 1931; ivi bibl. precedente.