CARPIO, Manuel
Poeta messicano nato il 1° matzo 1791 a Cosamaloapán (stato di Veracruz), e morto nella città di Messico il 16 febbraio 1860. Alternò gli studî di latino e filosofia con quelli di medicina, che interruppe arrolandosi, non appena il Messico insorse per conquistare l'indipendenza. Tradusse dal latino nel 1823 gli aforismi, i pronostici e il trattato di Ippocrate su Le arie, le acque e i luoghi. Deputato al Congresso nel 1825 e 1826 e alla Legislatura di Veracruz nel 1826 e 1827, ritornò nella città di Messico, dove raccolse i suoi studî di medicina; fu in seguito nominato alla cattedra di fisiologia e d'igiene che tenne sino alla morte. Nel 1836 fondò, con altri professori, la società donde sorse l'attuale Academia Nacional de Medicina. Vicepresidente del Consejo de Salubridad nel 1841, deputato e senatore nel 1848 e 1851, membro del Consiglio di stato nel 1853, dedicatosi con altruismo alla sua professione, trovò il tempo di svolgere un'attività letteraria importante, che incominciò a render pubblica solo nel 1832 e continuò poi per tutta la vita. Riunita in volume dall'amico J. Pesado (Poesías, 1849), fu completata dopo la sua morte, in una ristampa preceduta da una biografia di B. Conto.
La sua opera letteraria, costituita di composizioni liriche, fra cui varie traduzioni del Metastasio e due liriche dedicate a Roma, è notevole per la forza descrittiva dei paesaggi messicani, e per la rievocazione di scene e figure del Vecchio e del Nuovo Testamento, ma soprattutto per la profonda melanconia, specialmente in quelle poesie che si riferiscono alle guerre civili del Messico che portano il poeta a considerare la caducità umana e l'immensa potenza di Dio. Forme prosaiche e inutili amplificazioni turbano talvolta la purità dello stile; ma la sincerità dell'emozione e l'elevatezza degli argomenti hanno esercitato una grande influenza sull'educazione civile e religiosa del Messico.