Scrittore spagnolo (Madrid 1772 - ivi 1857). Studiò a Salamanca e si formò sulle idee filosofiche e politiche dell'enciclopedismo; durante l'invasione francese (1808), svolse parte attivissima per difendere l'indipendenza nazionale. La sua fama di poeta lirico era già assicurata agli inizî del sec. 19º da composizioni magniloquenti e oratorie, di materia occasionale, o consuete allo stile neoclassico del Settecento (Poesías, 1788; Poesías patrióticas, 1808). Le due tragedie El duque de Viseo (1801) e Pelayo (1805) sono d'influenza decisamente alfieriana. Di formazione neoclassica, fu sensibile alle suggestioni del romanticismo, come testimoniano El panteón de El Escorial e la romanza La fuente de la mora encantada. Motivi dominanti della sua poesia sono il tema patriottico (Al combate de Trafalgar, 1805; A España después de la revolución de marzo, 1808) e quello umanitario (A la invención de la imprenta, 1800; A la expedición española para propagar la vacuna en América, 1806). Coltivò anche la poesia didattica con le Reglas de drama (1791) derivate da N. Boileau; la storiografia con le Vidas de españoles célebres (1807) e gli studî di critica letteraria sul Cid di Corneille, sull'idillio e sull'egloga, sulla rima e sul verso sciolto, ecc.