marabutto
Termine derivato dall’ar. murabit, indicante l’asceta dedito al acquartierato nel ribat – fortino e convento insieme – nelle zone di frontiera con gli infedeli. Da qui è derivato il nome degli Almoravidi, mentre, nell’uso popolare maghrebino, m. è passato a indicare uomini santi (spesso i fondatori di confraternite mistiche), la cui virtù benefica (baraka) si estende agli oggetti di loro proprietà e si trasmette alla loro discendenza, e la cui tomba, detta anch’essa m., è meta di pellegrinaggio. Il fenomeno del marabuttismo conobbe un enorme sviluppo a partire dal sec. 14°, e dal Marocco si estese a tutta l’Africa settentr. e subsahariana.