MARASMA (dal gr. μαραίνω "consumo, distruggo")
Termine derivato dall'antica medicina. Designa uno stato peculiare di progressiva e generale atrofia dell'organismo con corrispondente riduzione delle attività funzionali. Si manifesta in maniera caratteristica nell'estrema vecchiezza, potendo rappresentare - quando non intervengano, come il più spesso accade, complicazioni morbose terminali - il modo fisiologico, cioè naturale, di morire.
Ab antiquo i medici avevano distinto, e variamente designato, numerose altre condizioni patologiche caratterizzate da grave deperimento organico e decadimemo delle forze. Così si riconosceva il semplice dimagramento per riduzione di grasso, specie sottocutaneo (emaciatio), l'atrofia muscolare di certe malattie nervose (tabes), l'atrofia generale dovuta a suppurazioni o febbri (phtisis, termine oggi limitato alle forme da tubercolosi polmonare), il deperimento da profuse diarree, emorragie, ecc. (hectisia), e infine si dava il nome più generico di cachessia a stati patologici contrassegnati dall'aspetto miserevole del malato, soprattutto per il colorito anemico, e da profonda debolezza generale (astenia); potevano essere dovute, queste cachessie, alle più svariate cause morbigene cronicamente operanti (per es., cachessia cancerigna, sifilitica, tubercolare, ipotiroidea, ipopituitaria, da malattie del sangue, da avvelenamenti cronici, ecc.). A tutte queste forme, ora elencate, di generale decadimento organico, si aggiungeva il marasma (per lo più alludendo al marasma senile) nel quale, come s'è detto, l'elemento distintivo dominante è dato dalla progressiva e grave riduzione ponderale e regressione strutturale di tutti i sistemi organici, e dal loro scadimento funzionale.
Lo stato marantico può verificarsi anche nei giovani ed essere allora dovuto a malattie esaurienti (malattie cachetizzanti) che attraverso la cachessia conducono al marasma. Tali, ad es., certe gravi affezioni dei centri nervosi (meningiti divenute croniche, malattie ipofiso-diencefaliche) che sopprimono gli stimoli normali del ricambio.
Nel marasma (marasma senile) dominano, nel quadro anatomico, l'atrofia della cute e delle mucose e delle loro ghiandole, la rarefazione e decalcificazione delle ossa con relativa fragilità, la calcificazione delle cartilagini con relativa rigidità, la regressione del midollo osseo e conseguente anemia, la perdita della elasticità del polmone (enfisema) e dei vasi sanguiferi che divengono rigidi, e, infine, e molto importanti, alterazioni regressive assai evidenti del sistema nervoso centrale. In una parola si ha il quadro di un'involuzione generale su base atrofica e degenerativa con sostituzione dei tessuti nobili e differenziati con tessuti indifferenti e meno evoluti.
Date queste diffuse alterazioni strutturali è agevole comprendere come tutte le funzioni siano corrispondentemente alterate o ridotte. Si ha cosi la debilità psichica, muscolare, circolatoria e nutritiva in genere (riduzione del ricambio) che caratterizzano lo stato marantico. Una facile complicazione è data dalla coagulazione del sangue nelle vene (trombosi marantiche).
Quanto al problema della natura del marasma senile esso coincide con quello della senescenza fisiologica.
Il decadimento fatale degli organismi, che prelude alla morte individuale, è un fenomeno certamente collegato alla complessità strutturale degli organi più che a una necessità che incomba sui suoi singoli componenti. Infatti, è oggi dimostrato che parti isolate di un vivente possono, in certe condizioni, continuare a vivere e a riprodursi indefinitivamente fuori dell'organismo (v. tessuto: Coltura dei tessuti, XXXIII, p. 703). La senescenza, dunque, può non avvenire in cellule sottratte all'influenza dell'organismo in toto; esse divengono immortali nel senso che sfuggono alla morte mercé un'incessante moltiplicazione che le ringiovanisce di continuo, evitando la senescenza (cfr. G. Levi e G. Vitale in Fisiopatologia della vecchiaia, Milano 1933).