MARBURGO (sloveno Maribor, ted. Marburg; A. T., 77-78)
Città della Iugoslavia (Banato della Drava) presso il confine austriaco della Stiria. Situata a 274 m. s. m. allo sbocco della Drava dalla stretta dei dossi cristallini del Pohorje (Bacher Gebirge) e del Hoziak (Poskrucs), sull'estesa conca alluvionale del Dravsko Polje (Pettauer Feld), ai piedi dei colli terziarî dei Slovenske Gorice, ha sempre avuto grande importanza come nodo stradale delle vie che dalla Drava divergono per l'Ungheria a oriente, per la Croazia a sud, e per la Stiria a nord. Posta in una conca a clima continentale, la città ha inverni assai rigidi e nebbiosi (gennaio − 1°,7) ed estati lunghe e calde (luglio 20°,6), ma piogge abbondanti (mm. 900 annui) con massimi in autunno. Le pendici delle circostanti colline più favorite dall'esposizione, sono coperte di boschi di querce, di robinie e di flora mista pannonica e illirica, con qualche elemento mediterraneo. Mentre le zone circostanti di pianura sono coltivate a cereali e a pascoli, le pendici dei colli sono coperte, per oltre il 40% della superficie, da frutteti e da vigneti, che dànno ben noti vini da pasto e da dessert, per cui la città è anche oggi uno dei mercati vinicoli maggiori per l'Europa nord-orientale.
In territorio etnicamente sloveno, la prima colonizzazione tedesca apparve qui solo dopo il sec. X, ma ben presto essa sopraffece la popolazione originaria, soprattutto nel campo culturale, tanto che Marburgo (la vecchia Markburg) divenne centro d'una zona germanica in una regione mistilingue; e ciò soprattutto dopo la sua unione con la Siiria (1148). Avamposto germanico, Marburgo ha avuto un aumento continuo della popolazione tedesca, specie tra il 1846 e il 1910; dagli ultimi censimenti iugoslavi risulta invece diminuita rapidamente. Centro agricolo e città di confine, Marburgo s'è accresciuta fino a 30.000 ab. e 40.0000 con i sobborghi (1921; 33.000 ab. nel 1931) soppiantando la vicina Ptuj (Pettau) che era l'antico capoluogo della regione. Prima della guerra si era sviluppata anche industrialmente, con capitali tutti tedeschi (fabbriche di macchine, di cuoio, di conserve, mulini, ecc.); divenendo anche un centro di produzione di energia idroelettrica, ricavata dalla Drava.
La vecchia città si stende a sinistra della Drava ai piedi dei Hozjak, coperto di boschi e di vigneti. Essa racchiude la cattedrale gotica, con un castello, il municipio (secolo XVII) e la recente scuola di pomologia e viticoltura. Sul lato meridionale della Drava si ha la città moderna e industriale, col monumento al concittadino Tegethoff, e le due stazioni ferroviarie, da dove si diramano le linee per Graz, Klagenfurt, Lubiana e per l'Ungheria.
Bibl.: R. Sieger, Die Südgrenze der deutschen Steiermark, in Zeit. des d. und ö. Alpenvereins, 1923.