ROMAGNESI, Marc’Antonio (Cinzio). – Nacque a Verona attorno al 1633, figlio degli attori Brigida Fedeli (in arte Aurelia), nota pure con il cognome del terzo e ultimo marito, Marc’Antonio Bianchi, e Agostino Romagnesi (Leandro). Suo nonno paterno, Marc’Antonio (v. la voce in questo Dizionario)
, fu il Pantalone della compagnia dei Confidenti di don Giovanni de’ Medici.
Compì gli studi nel collegio Clementino di Roma e il 31 marzo 1653 sposò a Bologna Elisabetta Giulia della Chiesa. Negli anni successivi recitò in importanti compagnie tra cui quella ducale dei Gonzaga. Nel 1667 si trasferì a Parigi chiamato dalla madre alla Comédie italienne come secondo amoroso. Da subito si distinse come autore e adattatore di canovacci della tradizione favorendo il processo di francesizzazione degli scenari della Comédie italienne.
Portano la sua firma Le remède à tous maux, Le théâtre sans comédie (1668); Les métamorphoses d’Arlequin, Le soldat par vengeance ou Arlequin soldat en Candie (1669); Arlequin esprit follet (1670); Les jugemens du duc d’Ossone (1671); A fourbe, fourbe et demy, Arlequin berger de Lemnos (1674); è invece dubbia l’attribuzione di altri canovacci quali Le monde renversé (1669); Addition au triomphe de la médecine (1674); Le voyage de Scaramouche et d’Arlequin aux Indes comédie meslée d’ornements (1676).
Nel 1673 pubblicò a Parigi una raccolta di Poesie liriche dedicata a Luigi XIV. Amante delle lettere, della filosofia, dell’astrologia, mantenne contatti con il pittore Salvator Rosa, con il letterato Antonio Abati e con i numerosi protagonisti italiani dello spettacolo d’Oltralpe tra cui il cantante e diplomatico Atto Melani, il librettista Francesco Buti, l’architetto e scenografo Carlo Vigarani, l’abate Giovanni Bentivoglio. Rimasto vedovo nel 1675 durante una tournée a Londra, un decennio più tardi fu naturalizzato cittadino francese. Nel 1688 sostituì Giovanni Andrea Zanotti (Ottavio) nel ruolo di primo amoroso della Comédie italienne assumendo mansioni protoregistiche e amministrative. Per il teatro parigino nel 1689 si recò in Italia con il compito di reclutare nuovi attori.
Dotato di un carattere energico e deciso, nel 1694 visse in prima linea il clima di crescente tensione all’interno della Comédie partecipando alla vertenza contro Evaristo Gherardi (Arlecchino) per i diritti di pubblicazione del Théâtre italien. In quello stesso anno rimase turbato dall’avvicendamento nel ruolo di primo amoroso con Giovanni Battista Costantini (Ottavio): con un banale pretesto sfidò il più giovane collega a un duello di spada ottenendo in cambio una denuncia alla magistratura parigina. Come Dottor Balouard, maschera in cui successe ad Angelo Agostino Lolli, fu raffigurato in una serie di pose sceniche da Bernard Picart e Claude Gillot. Si ritirò dal teatro dopo l’espulsione dei comici italiani da Parigi nel 1697.
Morì nell’ottobre del 1706 nella capi-tale francese e fu sepolto nella chiesa di St. Laurent.
Ebbe molti figli: Augustin Alexandre, militare legato alla corte del duca di Mantova e cavaliere dello Sperone d’oro; Hippolyte, domenicano e allievo del pittore Domenico Maria Canuti; Jérôme Alexandre, interdetto per demenza e morto in manicomio; Pierre, nato il 23 settembre 1667; Charlotte Marguerite, battezzata nel 1669; Marguerite Mathilde il cui padrino fu nel 1671 lo scenografo Joseph Susini. Seguirono le orme professionali del padre Gaétan e Charles Virgile (Léandre).
Gaétan entrò in Arte alla fine del Seicento esibendosi alla Comédie italienne e alla Foire. Recitò poi nelle Fiandre e nei Paesi Bassi insieme alla moglie e comica Anne Richard da cui ebbe Jean-Antoine, anch’egli attore. Morì a Bruxelles il 26 ottobre 1700.
Charles Virgile nacque a Parigi il 7 maggio 1670. Studiò a Roma e debuttò alla Comédie italienne come amoroso nel 1694 nella commedia Le départ des comédiens di Dufresny. Recitò per lungo tempo in provincia nella compagnia di Giuseppe Tortoriti (Pascariello) e nel 1708 sposò a Parigi la figlia d’arte Anna Elisabetta Costantini. Come ufficiale del re di Francia acquisì il nome di Romagnesi di Belmont. Morì a Parigi il 9 marzo 1731. Suo erede universale fu il nipote Jean-Antoine.
Jean-Antoine nacque a Namur nel 1690. Debuttò come attore a quindici anni nella compagnia materna intraprendendo poi la carriera militare per sfuggire ai maltrattamenti del patrigno. Accusato di diserzione, riparò prima in Savoia – dove lavorò per un periodo nell’esercito di Vittorio Amedeo II – e poi, ridotto in condizioni di miseria, a Basilea. Attorno al 1710 l’attore Jean Quinault, amico di vecchia data del padre, lo soccorse procurandogli un congedo dall’esercito francese e scritturandolo per due anni nella sua compagnia di Strasburgo. Tra il 1712 e il 1716 Jean-Antoine recitò alle Foires di Parigi nella troupe di Giovan Battista Costantini esordendo come drammaturgo con la commedia in prosa Arlequin au Sabat. Dopo una parentesi professionale a Marsiglia, nel 1718 una prestigiosa scrittura alla Comédie française (recitò in Rhadamiste et Zénobie, Misantrope, Britannicus, Crispin rival de Son Maître, Mithridate) non gli procurò il successo sperato: deluso, riprese per alcuni anni la via della provincia lavorando a Bordeaux, Bruxelles, Cambrai. Il 13 aprile 1725 l’attore apparve sulle planches dell’Hôtel de Bourgogne di Parigi nella commedia La surprise de l’amour di Pierre de Marivaux imponendosi rapidamente come uno dei pilastri della Comèdie italienne. Nell’organico della compagnia restò fino alla morte interpretando con scioltezza parti serie e comiche, arie cantate e passi di danza. Per il teatro italiano compose circa sessantasette pièces, molte in collaborazione con Pierre François Biancolelli (Dominique fils), Francesco Antonio Valentino Riccoboni (Lelio fils) e altri autori, contribuendo a rinnovare il repertorio della troupe. La sua versione francese del Samson (1730) di Luigi Riccoboni fu rappresentata per oltre un trentennio. Scrisse anche due commedie italiane: Arlequin dans le château enchanté (1740) e Les fourberies de Scapin (1741). Dal 1730 tenne i libri contabili della Comédie. Negli anni parigini strinse amicizia con lo scrittore Crebillion fils.
Morì l’11 maggio 1742 a Fontainebleau dove insieme ai compagni si era recato a recitare su invito di Luigi XV.
Fu sepolto a Parigi nella chiesa di St. Sauveur. Molte delle sue opere furono pubblicate in varie raccolte del XVIII secolo dedicate al Théâtre italien.
Fonti e Bibl.: F. Parfaict - C. Parfaict, Dictionnaire des théâtres de Paris, IV, Paris 1767, pp. 517-531; A. Jal, Dictionnaire critique de biographie et d’histoire, Paris 1867, pp. 1081 s.; E. Campardon, Les comédiens du roi de la troupe française pendant les deux derniers siècles, II, Paris 1880, pp. 107-120; L. Rasi, I comici italiani. Biografia, bibliografia, iconografia, II, Firenze 1905, pp. 394-402; X. de Courville, Un apôtre de l’art du théâtre au XVIIIe siècle: Luigi Riccoboni dit Lélio, Paris 1942-1958, I-III, ad indices; B. Brunelli - X. de Courville, Romagnesi, in Enciclopedia dello spettacolo, VIII, Roma 1961, coll. 1137-1139; C. Vinti, Jean-Antoine R. al Théâtre italien: gli esordi drammatici, Napoli 1988; R. Guardenti, Gli italiani a Parigi. La Comédie italienne (1660-1697). Storia, pratica scenica, iconografia, I, Roma 1990, ad ind. e per i ritratti di Cinzio cfr. II, pp. 27, 31, 64, 173; D. Gambelli, Arlecchino a Parigi, Roma 1993-1997, I-II, 3 tt., ad indices; G. Fabbricino Trivellini, Il teatro di Jean Antoine Romagnesi. Testi inediti ed esame linguistico, Napoli 2002; F. Bartoli, Notizie istoriche de’ comici italiani, a cura di G. Sparacello, introduzione di F. Vazzoler, trascrizione di M. Melai, Paris 2010, ad ind., edizione on-line disponibile nella collana Les savoirs des acteurs italiens (http:// www.iremus.cnrs.fr/fr/publications/les-savoirs-des-acteurs-italiens, 29 novembre 2016); E. De Luca, Il repertorio della Comédie-italienne di Parigi (1716-1762). Le répertoire de la Comédie-italienne de Paris (1716-1762), Paris 2011; S. Ferrone, La Commedia dell’Arte. Attrici e attori italiani in Europa (XVI-XVIII secolo), Torino 2014, pp. 312 s.; C. Nencetti, La «vicenda» di Aurelia ed Eularia. Vite in scena di Brigida Fedeli ed Orsola Cortesi tra le piazze italiane e la Comédie Italienne, tesi di dottorato in Storia dello spettacolo, Università degli studi di Firenze, 2013-15, ad indicem.