DOSI, Marc'Aurelio
Nacque a Piacenza il 5 genn. 1676, da Giacomo Antonio e Laura Colombi.
Collaboratore di D. Cervini, architetto e scenografo, ne condivise forse la formazione bibienesca. Le fonti non sono eloquenti al proposito, cosicché la ricostruzione della attività di questo "pittore d'Architettura scolaro del Bibiena" (Bozzini, 1880) risulta difficoltosa.
Il 21 nov. 1703 ricevette il pagamento per l'affresco compiuto nella altana di palazzo Casati a Piacenza (Arch. di Stato di Piacenza, Casati Rollieri, c. 17 d). Nel 1710 sempre a Piacenza affrescò la balaustra della cappella della Madonna della Cintura nella chiesa, oggi sconsacrata, di S. Lorenzo e, nel 1722, dipinse la facciata di S. Donnino (pittura distrutta; Fiori, 1972). Quattro anni dopo è documentato nella chiesa di S. Giovanni in Canale, precisamente nel dormitorio del convento, dove eseguì un ciclo di pitture.
Progettò la chiesa di S. Lorenzo a Cortemaggiore, la cui costruzione si protrasse per nove anni dalla approvazione del progetto (9 marzo 1714) a opera del vescovo Giorgio Barni.
Sorto probabilmente sulle rovine del preesistente cimitero di S. Lorenzo, l'edificio a croce greca, coperto da cupola poggiante sui bracci della croce, fu consacrato il 16 ott. 1723. Il prospetto della chiesa non corrisponderebbe all'originario progetto, del quale non si è rinvenuta documentazione iconografica, che prevedeva un atrio che "giungeva sul filo della strada" (Cavalli, 1953).
A Piacenza il D. progettò la chiesa di S. Raimondo, della quale si conserva (Archivio di Stato di Parma (Mappe e disegni, Città di Piacenza, vol. 7) il disegno raffigurante la facciata, firmato e datato 1731.
Autore del progetto non è quindi il figlio Giuseppe, come indicato da G. Fiori (Architetti, scultori... piacentini, in Boll. stor. piacentino, LXVI [1971], 2, p. 59), ma lo stesso D., la chiesa però fu eretta nel 1734 dall'architetto piacentino S. Buzini, con minime varianti rispetto al disegno suddetto (Matteucci, 1979, pp. 82 s.). L'edificio, a croce greca, ha un esiguo tamburo, fortemente scavato dagli archi di accesso alle cappelle che determinano la croce, nel quale sono clipei di busti di santi. Probabilmente il D. eseguì anche i disegni per i due altari in marmo policromo della medesima chiesa (trasferiti nel 1812 nella chiesa di S. Maria di Campagna; Arisi, 1984, tav. 75).
Anche gli altari marmorei delle chiese di S. Paolo a Piacenza (1732) e di S. Giuseppe a Castell'Arquato sono realizzati su suoi disegni.
Nel marzo 1733 il D. progettò il catafalco per le esequie del conte G. F. Marazzani, dipingendo una "Arma grande e altre tre picciole ... l'una per una delle porte della Chiesa, ed altre tre picciole servite per il Catafalco il giorno del funerale", opera per la quale ricevette lire 50 come attestato dal rogito Tammi conservato presso l'Archivio di Stato di Piacenza (Fondo notarile, Notaio F. Tammi, registri 1732-1743 alla data 27 marzo 1733). Accanto al D. è presente il pittore Domenico Bellini, autore dell'altra "Arma grande fatta ... per la seconda Porta della Chiesa" (ibid.).
In qualità di quadraturista il D. è documentato (Arisi, 1984) nella chiesa di S.Maria di Campagna per gli affreschi nella cappella di S. Vittoria nonché per il restauro delle quadrature sulla facciata "sopra le tre porte" (Corna, 1908).
Risalgono invece agli anni tra il 1743 e il 1747 le decorazioni condotte nella chiesa di S. Eufemia. All'interno dell'edificio infatti, in occasione dei lavori di rimozione di tutti gli stucchi dai pilastri della navata centrale e della posa in opera di un nuovo altare su disegno di Antonio Contestabili (Fiori, 1970), il D. affrescò a quadratura la cappella di S. Agostino (1746) e successivamente quella della Sacra Famiglia (1747). Non è chiaro invece se lo stesso D. abbia dipinto pure il coro (Piacenza, Bibl. com. Passerini Landi, Mss. Pallastrelli, 121, p. 189), lavoro per il quale avrebbe riscosso lire 4 (ibid.).
Nel 1745 realizzò, in collaborazione con Domenico Cervini, un grandioso apparato: il Tempio della Gloria, documentato dalla incisione di Pietro Perfetti (Arch. di St. di Parma, Mappe e disegni, Città di Piacenza, vol. 35; Piacenza, Bibl. comunale Passerini Landi, Miscellanea, vol. 11). La macchina pirotecnica, approntata in occasione del giuramento di fedeltà a Elisabetta Farnese, fu innalzata sulla piazza Cavalli l'8 nov. 1745.
Il D. morì a Piacenza il 28 febbr. 1757.
Sono pochissimi i disegni noti del D. (cfr. Arch. di Stato di Parma, Mappe e disegni, vol. 7, n. 51; vol. 35, n. 42).
Il figlio Giuseppe, avuto dalla moglie Barbara Manara, nacque il 21 ott. 1711 e si formò a! la sua scuola. Architetto e sacerdote, collaboro col padre all'apparato funebre per il duca Antonio Farnese (1731). La quasi totalità dei "suoi lavori subirono la stessa sorte di quelli del padre" (Ambiveri, 1879), "inesorabilmente rovinati" dal tempo (Mensi, 1899). Il quadraturista Pietro Dordoni possedeva un disegno di Giuseppe (Bozzini, 1880) dei quale è impossibile per ora ricostruire l'attività, essendo le stesse fonti lacunose in più passi. Giuseppe morì a Piacenza il 21 sett. 1746.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Bibl. com. Passerini Landi, Schede Rapetti, Personaggi, ad vocem; Ibid., Mss. Pallastrelli, 121: M. Boeri, Libro delle memorie di S. Eufemia (sec. XVIII), pp. 185, 189; Archivio di Stato di Piacenza, Archivi privati, Archivio Casati-Rollieri, c. 17d; Ibid., Arch. Marazzani, c. 52, Funerali, note di spese dal 1700 al 18…, fasc. Funerali del fuGianfr. Marazzani morto il 27 marzo 1732; Ibid., Fondo notarile, Rogito A. Rabò, registri 1730-1734; Ibid., Rogito F. Tammi, registri 1732-1743, cc. n.n.; P. Zani, Enciclopedia metodico-critico-ragionata delle belle arti, Parma 1821, VII, I, p. 375; L. Ambiveri, Gli artisti piacentini, Piacenza 1879, pp. 152 s.; P. Bozzini, Elenco di artisti piacentini, in Strenna piacentina, VI (1880), p. 130; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, ad vocem; A. Corna, S. Maria di Campagna, Bergamo 1908, p. 245; La chiesa di S. Lorenzo di Cortemaggiore, in Nuovo Giornale, 15 nov. 1930; T. Cavalli, Cortemaggiore, Parma 1953, p. 100; F. Arisi, G. Paolo Pannini, Piacenza 1961, p. 40, n. 12; G. Fiori, Memorie di un ecclesiastico sulla chiesa di S. Eufemia, in Libertà, 18 febb. 1970; Id., Documenti biografici di pittori piacentini dalla fine 400 al 1700, in Arch. stor. d. province parmensi, XXIV (1972), pp. 187 s.; B. Adorni, Progetto per la facciata di S. Raimondo, in Boll. stor. piacentino, LXXIII (1978), I, p. 56; F. Arisi, in Società e cultura nella Piacenza del Settecento (catal.), Piacenza 1979, I, p. 119 n. 30; A.M. Matteucci, ibid., I, pp. 67 s.; II, pp. 29, 82 s.; M. Barbieri, ibid., pp. 93, 95; S. Cattadori, ibid., pp. 100 s.; A. M. Matteucci, Palazzi di Piacenza dal barocco al neoclassico, Torino 1979, ad Ind.; A. Aimi, Documenti di storia dell'arte a Cortemaggiore, in Parma per l'arte, I (1980), pp. 88, 100; S. Pronti, P. Perfetti incisore del Settecento, Piacenza 1980, p. 133; F. Arisi, S. Maria di Campagna a Piacenza, Piacenza 1984, pp. 154, 248, 254; L. Allegri, La Parma infesta, Modena 1986, ad Indicem; F. Arisi, G. Paolo Pannini, Roma 1986, pp. 12-16; G. Cirillo-G. Godi, Guida artistica del Parmense, II, Parma 1986, p. 340; A. Coccioli Mastroviti, Da C. Rangoni a F. Bibiena a M. A. D.: apparati funebri a Piacenza..., in Strenna piacentina, 1986, pp. 87-102; Id., Di alcune tangenze pittoriche fra Emilia e Lombardia nel XVIII secolo…, ibid., 1987, pp. 75-85; Id., L'iconografia del "castrum doloris" a Piacenza dal 1647 al 1760, in Atti del XXII congr. d. Associaz. naz. archiv. ital. in Archivi per la storia, (1988), pp. 445-456; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon..., IX, p. 493.