TOSCANA, Marca della
Fu un'istituzione militare e politica dei Carolingi predisposta alla difesa marittima del "Regnum Italicum". Sorse, in continuazione del ducato longobardico di Lucca, col fissarsi, nella linea bavarese di questi duchi e conti (iniziata circa l'anno 812 da Bonifacio II, di poteri straordinari sopra gli altri conti della Toscana ricevuti nelle lotte contro i Saraceni e, primamente, nella grande spedizione navale condotta, l'818, da Bonifacio II in Corsica e in Africa; il titolo ufficiale di marcensis, unito a quello di prefetto (tutor) della Corsica, si documenta nel figlio e successore di questo, Adalberto I (845-898).
Con Adalberto I e Adalberto II il Ricco (898-915) la marca di Toscana acquista massima preponderanza negli avvenimenti politici d'Italia; fuor dei confini storici della "Tuscia", estende la sua autorità sul "Litus Italicum" (Riviera Ligure) e, forse, su alcuni comitati dell'alta valle del Po e della Provenza; nella costituzione interna, assume progressivamente un carattere unitario e un potere semisovrano, con la subordinazione e l'eliminazione (almeno, temporanea) dei comites, sostituiti da visconti o gastaldi sottratti alla diretta autorità dell'Impero.
La casa bavarese crollò con l'avvento al regno d'Italia di Ugo di Provenza, il quale, nel 929, spodestata la legittima dinastia, diede il governo della marca al proprio fratello Bosone, deposto a sua volta, nel 936, e sostituito con Uberto, figlio del re stesso, a cui successe Ugo (circa 970-1001), il "gran barone" (investito, come era stato temporaneamente il padre, anche del ducato di Spoleto), uno dei più forti sostegni, in Italia, della politica degli Ottoni. Sotto questa linea salica, la struttura e l'orientamento territoriale della marca mutarono sensibilmente: circa la metà del sec. X, questa veniva limitata, nell'Italia settentrionale, con la creazione delle nuove marche liguri-piemontesi (le quali ne ereditarono anche l'originario ufficio militare e navale) e il suo centro si spostava, da Lucca, verso Firenze.
Un terzo grande periodo della storia della marca si aperse nel 1027, allorché Corrado II, deposto Ranieri, discendente di Suppone (v.), creò marchese Bonifacio della casa degli Attoni di Canossa; la vecchia marca toscana e la recente lombardo-emiliana degli Attoni, unite sotto il lungo governo di Bonifacio, di Beatrice e di Matilde (e saltuariamente dei loro mariti), formarono il più potente organismo politico e territoriale d'Italia, sul quale s'imperniò la grande lotta delle investiture (v. attoni). Frattanto s'indeboliva la coesione interna dell'istituto, col lento progresso delle autonomie cittadine, insorte, quasi generalmente, nell'ampio circuito della duplice marca, alla morte di Matilde. Ma in pari tempo le pretese imperiali sull'eredità matildina davano luogo a un forte tentativo, da parte dell'impero, di restaurare l'antica autorità marchionale quale vera e propria delegazione sovrana; s'inizia così, con Rabodo (1115), la serie dei marchesi "teutonici", durata, pur senza lo stabilimento di nessuna vera linea dinastica, fino all'età di Federico I. Questi marchesi non riuscirono però a riconquistare alcuna ferma autorità entro le cerchie urbane; ridotti al contado, trincerati nella vecchia corte imperiale di S. Miniato "al Tedesco", essi non si sostennero che con l'appoggiarsi all'uno o all'altro dei grandi comuni toscani. Con Federico I, decade il nome e l'ufficio dei marchesi di Toscana, a cui subentrano "legati" e poi "vicarî" imperiali.
Bibl.: E. Bresslau, Jahrb. d. d. Reichs unter Konrad II., Lipsia 1879; C. Desimoni, Sulle marche dell'Alta Italia e sulle loro diramazioni in marchesati, Genova 1896; A. Hofmeister, Markgrafen u. Markgrafschaften im ital. Königreich, in Mittheil. d. Inst. für österr. Geschichtsforschung, VII (1904-07); F. Gabotto, I ducati dell'Italia carolingia, in Boll. st.-bibl. subalpino, XIV: G. Pivano, Contro la asserita divisione del Regno Italico in cinque grandi ducati, in Riv. ital. di sc. giur., L; A. Fulce, Il marchese Ugo di Tuscia, Firenze 1921; id., Documenti inediti dei duchi e marchesi di Toscana, in Arch. st. it., 1928; U. Formentini, La tenuta cartense degli antichi marchesi della Tuscia in Val di Magra e Val di Taro, in Arch. st. per le prov. parmensi, XXVIII (1928).