DESBOUTIN, Marcelin-Gilbert
Letterato, pittore e incisore, nato a Cérilly (Allier) il 26 agosto 1823, morto a Parigi il 18 febbraio 1902. Fu allievo dell'Etex e del Couture. Ricco, visitò Londra, Amsterdam e Firenze, dove si stabilì. Disegnava, copiava nei musei, lavorando senza metodo e soprattutto scrivendo drammi abbastanza mediocri (Ali-Pacha, Cardinal Dubois, M.me Roland) e una traduzione in versi del Don Juan di Byron. Nel 1873, completamente rovinato, tornò a Parigi e si vide costretto a dipingere e incidere per vivere. La filosofia con cui accettava la miseria, il carattere gaio e fantasioso, lo resero popolarissimo. Dal 1873 al 1890, i suoi invii al Salon si succedettero senza interruzioni: scene e giuochi infantili, soggetti di genere, soprattutto ritratti. Si recò poi a Nizza, indi a Ginevra e di nuovo a Nizza, ritornando a Parigi nel 1900.
Pittore di buone qualità, ma poco personale, si scorge nella sua arte l'influenza degli ambienti nei quali visse successivamente: i Bolognesi gli fanno dapprima prediligere tonalità cupe rischiarate poi da influssi inglesi e francesi del secolo XVIII; infine, non rimase insensibile alla pittura del Manet. Più celebre come incisore, maneggiò la punta secca abilmente, e di questa sua attività ci restano molti ritratti degli artisti che egli conosceva: Manet, Degas, Renoir, Puvis de Chavannes, Zola, Verlaine, Goncourt, autoritratti, ecc. Eseguì pure incisioni per riproduzioni e illustrazioni.
Bibl.: H. Beraldi, Les graveurs du XIXe siècle, Parigi 1886; G. Lafenestre, in Revue de l'art. anc. et mod., XII (1902), p. 401 segg.; L. Rosenthal, La Gravure, Parigi 1909; Bender, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IX, Lipsia 1913 (con bibl.); Cl. Janin, La curieuse vie de M. D., Parigi 1922.