Marcella Frangipane
Come un gatto dell’Anatolia
Alla guida di una delle più importanti missioni archeologiche italiane in Turchia, è la prima donna italiana a divenire membro della National Academy of Sciences. Riscoprire l’antica civiltà anatolica è stata per lei una vocazione, ma anche un impegno intellettuale per ricostruire i processi fondativi delle società umane.
Marcella Frangipane è nata a Palermo nel 1948 ed è professore di Storia e protostoria del Vicino e Medio Oriente all’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Nel 1994 è stata nominata ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, nel 2001 membro corrispondente del Deutsches Archäologisches Institut di Berlino, nel 2005 cavaliere dell’Ordine della stella della solidarietà italiana e dal giugno 2013 è Foreign Associate della statunitense National Academy of Sciences.
È il primo cittadino italiano e prima donna ad aver ricevuto questo riconoscimento in ambito umanistico e non scientifico. Frangipane, attualmente, dirige la Missione archeologica italiana in Anatolia Orientale. Collabora
alle riviste accademiche Ancient Near Eastern Studies (Melbourne), Paléorient (Parigi), Anatolia Antiqua (Istanbul-Parigi), Near East and Egypt Magazine (Madrid); per la casa editrice Laterza ha pubblicato, nel 1996, La nascita dello Stato nel Vicino Oriente.
Dal 1961, la Missione archeologica italiana in Anatolia Orientale ha condotto campagne sistematiche di scavo
prima sotto la guida dell’ittitologo Piero Meriggi (Università di Pavia) e di Salvatore Maria Puglisi (Università ‘La Sapienza’ di Roma), poi del solo Puglisi, poi di Alba Palmieri (Università ‘La Sapienza’ di Roma) e dal 1990 di Marcella Frangipane. Il sito di Arslantepe è, a oggi, uno dei 7 grandi progetti di scavo archeologico dell’Università di Roma.
Marcella Frangipane dice di sé di assomigliare a un gatto turco (‘Turkish Van Cat’), quei gatti che, come Voland ne
Il Maestro e Margherita, hanno occhi di colori differenti, e che, per questo, il suo soprannome è Van Cat; di aver
imparato il turco nel villaggio di Orduzu, nella parte sudorientale della piana di Malatya (Anatolia Orientale),
oasi nella catena dell’Antitauro, a circa 15 chilometri dalla riva destra dell’Eufrate e a 6 chilometri dalla città
moderna, dove sorge il sito di Arslantepe, e di parlare dunque il dialetto di quelle zone; di aver pensato spesso di andare via dall’Italia ma di non averlo mai fatto; di aver avuto una carriera accademica lenta ma di essere felice di essere arrivata dove è, nonostante i sacrifici e le rinunce; di essere stata per la prima volta ad Arslantepe quando aveva 28 anni ed era il 1976 e, da allora, di essere tornata in Malatya ogni anno per almeno 2 mesi e mezzo. È convinta che, nonostante la motivazione della National Academy of Sciences riguardi in generale i suoi personali contributi alla scienza, sia stata nominata Foreign Associate proprio per il lavoro sul sito di Arslantepe, per il quale è stata utilizzata una metodologia di scavo attenta alla stratigrafia e alla distribuzione degli spazi.
Il sito di Arslantepe è un tell, una collina artificiale che è nata dalla sovrapposizione di abitati ricostruiti per millenni nel medesimo punto e che ha dunque consentito, per questa natura peculiare, la convergenza di diverse
discipline grazie alle quali è stato possibile ricostruire modi di vita, fatti e processi di cambiamento, di studiare la genesi della burocrazia, le origini dello Stato e la nascita delle prime società gerarchiche. I risultati ottenuti dall’équipe di Frangipane hanno permesso di chiarire la storia delle prime forme di organizzazione statale e dunque di studiare i processi fondativi delle società umane. La dimensione civile, civica e intellettuale del lavoro di Frangipane, fatto di connessione, strutture, ruminazione e correzione, consiste anche nella possibilità di immaginare il futuro ricordando il passato e, per questo, il principale componente dell’équipe della studiosa è probabilmente il tempo: «L’archeologia richiede un tempo lungo e tempo ci vuole per capire la storia attraverso l’archeologia».