ACCORAMBONI, Marcello
Quarto figlio di Claudio, fu uno dei "bravi" che nell'aprile del 1581 uccisero, per incarico di Paolo Giordano Orsini, Francesco Peretti, nipote del cardinale di Montalto e marito della sorella Vittoria. Tre anni dopo, in duello, uccise Matteo Pallavicino. Bandito da Roma, nel giro di pochi mesi ottenne, per intercessione del cardinale Luigi d'Este, una sentenza assolutoria e il perdono tanto del cardinale di Montalto quanto della famiglia Pallavicino. Nel 1585seguì la sorella Vittoria a Padova, e qui si macchiò di un nuovo omicidio nella persona di un servo. Rifugiatosi in un convento, approfittò della compassione popolare suscitata dall'atroce assassinio di Vittoria e del fratello Flaminio per presentarsi ai giudici di Padova, che lo assolsero nel gennaio del 1588. Ma richiesto dal governatore di Roma, su ordine del pontefice, per essere nuovamente giudicato per l'assassinio di Francesco Peretti, la Serenissima fece rinchiudere l'A. nelle prigioni del Consiglio dei Dieci. Il 19 maggio 1588 fu imbarcato per Ancona e in quella città venne processato e condannato a morte. L'episodio suscitò notevole scalpore perché il pontefice Sisto V, che, pare, agiva su richiesta della sorella Camilla, cancellava con ciò il suo precedente perdono. L'esecuzione della condanna ebbe luogo nel carcere di Ancona, il 18 giugno 1588.
Bibl.: F. Mutinelli, Storia arcana e aneddotica d'Italia, raccontata dai veneti ambasciatori, I, Venezia 1856, pp. 172 ss.; D. Gnoli, Vita di Vittoria Accoramboni, Firenze 1870, pp. 378 ss. e passim; B. Capogrossi Guarna, Ricordi storici della famiglia Accoramboni, Roma 1896, pp. 67-68; L. v. Pastor, Storia dei Papi, X, Roma 1928, p. 73; P. Pecchiai, Roma nel Cinquecento, Roma 1943, p. 154.