BACCIARELLI, Marcello
Nacque a Roma il 16 febbr. 1731, da Filippo e Ortensia Capazzi. Studiò pittura con Marco Benefial. Nel 1750 (o 1753 ?) fu chiamato a Dresda dal direttore della Pinacoteca, K. H. von Heinecken, alla corte di Augusto III re di Polonia. Qui soggiornò fino al 1756. La sua attività più nota a Dresda è principalmente quella di disegnatore: copiò alcuni quadri per il Recueil d'Estampes d'après les pluscélèbres tableaux de la Galerie Royale de Dresde (Dresda 1753, 2 voll.). Quando, in seguito alle vicende della guerra dei Sette anni, la corte di Dresda si trasferì nel 1756 a Varsavia, al contrario della maggior parte degli artisti, il B., come G. B. Internari, seguì il sovrano nella capitale polacca; il suo soggiorno in questa città pare sia stato più lungo di quel che in genere si creda, dal 1756 fino al 1764 (o al gennaio 1765?), forse interrotto solo da un viaggio a Vienna nel 1761. L'Accademia di Dresda, fondata dopo la morte di Augusto III (1763), offrì nel 1764 al B. il posto di professore di ritrattistica; il pittore, dato che aveva già in vista una occupazione stabile alla corte polacca, lo rifiutò, chiedendo invece di essere nominato accademico, ciò che gli fu concesso. Durante questo soggiorno a Varsavia il B. si dedicò principalmente ai ritratti. Verso il 1760 conobbe il principe Stanislao Augusto Poniatowski, gran mecenate d'arte, il quale, eletto nel 1764 re di Polonia, chiamò alla corte vari artisti. Il B., però, passò gli anni tra il 1764 (1765 ?) e il 1766 alla corte imperiale di Vienna, dove - come riferiscono le biografie - ritrasse la famiglia imperiale e dipinse anche un gran quadro, Apollo e le Muse in Parnaso, in cui rappresentò le figlie dell'imperatrice (la sorte di questi quadri non è conosciuta).
Nell'ottobre 1766 il B. si stabilì definitivamente a Varsavia al servizio di Stanislao Augusto. Nel 1768 fu fatto nobile dalla Dieta. Fu primo pittore di corte e, a cominciare dal 1775 circa, il re, a poco a poco, gli affidò la gestione di tutti i suoi affari artistici; nel 1786 lo nominò direttore generale delle Fabbriche reali. Al B. spettavano in particolare l'arredamento dei palazzi e la creazione della galleria reale dei quadri. Per gli affari artistici del sovrano egli venne nel 1787 in Italia, passando per Vienna e giungendo fino a Napoli, e forse fu in seguito anche nella Francia meridionale; in questa occasione (o in altro momento ?) fu nominato socio da accademie di Roma, Bologna, Venezia e Vienna; fu anche socio di quella di Berlino. Il B. dirigeva al castello reale di Varsavia, dove abitava, un grande studio dove istruì molti allievi polacchi: attività importante, data la mancanza di una Accademia di Belle Arti, la cui creazione d'altronde era nelle intenzioni del re.
Come pittore, il B. fu molto attivo: le sue opere migliori sono i ritratti. I primi noti (Isabella Lubomirska, 1757, Museo Nazionale di Varsavia; Stanislao Poniatowski, padre del re, 1758, smarrito) risentono del gusto dell'ambiente di Dresda della metà del secolo, dove prevaleva il tipo tardo barocco di ritratto di parata ispirato ai modelli francesi. Durante il regno di Stanislao Augusto il B. fu il ritrattista preferito dal re, dall'ambiente della corte e dalle più note famiglie aristocratiche. In più di duecento ritratti egli seppe offrire un'immagine ampia e vera del mondo ufficiale degli ultimi trent'anni della Polonia indipendente. Difficili sono le attribuzioni; esistono molte repliche autografe accanto a copie eseguite nella bottega o altrove; il fare è spesso frettoloso e il livello non uguale. Nei ritratti migliori - mentre quello del re nelle vesti della cerimonia della incoronazione (verso il 1768, Museo Nazionale di Varsavia) segue ancora l'indirizzo stilistico sopramenzionato - il B., sempre sotto l'influsso della ritrattistica francese, forse con ispirazioni al Batoni, diventa più raccolto, tende al rococò e nello stesso tempo approfondisce la espressione psicologica. Il tocco è nervoso, molle nei passaggi, nel colorito prevalgono toni di pastello, bruni dorati, grigi caldi, rossi teneri, azzurri chiari. Alla morbidezza ricercata dal pittore si adattava bene la bella e sottile persona del sovrano (Stanislao Augusto con cappello piumato,verso il 1785; Stanislao Augusto con la clessidra, 1793; ambedue al Museo Nazionale di Varsavia) e, in specie, i modelli femminili (Lodovica Zamoyska, Museo Nazionale di Poznań). Ripeté parecchie volte l'autoritratto: il più noto, col berretto alla polacca (1785), il più bello, quello semplice (verso il 1790; ambedue al Museo Nazionale di Varsavia). Col tempo, l'impronta rococò cede all'influsso neoclassico e il pittore dà più rilievo alla linearità delle immagini, senza mai rompere d'altronde con la tradizione barocca.
Altro campo dell'attività pittorica del B. fu la pittura monumentale. Eseguì dipinti a soggetto allegorico, storico e mitologico nelle imponenti sale neoclassiche del castello reale di Varsavia e del palazzo suburbano di Lazienki. Nel castello reale il B. dipinse (1768 circa-1785 circa) le seguenti opere: nel gabinetto di marmo, ventidue ritratti di re polacchi e, insieme con G. B. Plersch, il soffitto con La Fama; nella sala delle udienze, il soffitto con Il fiorire delle arti, scienze e industria nel tempo di pace e quattro sovrapporte con Virtù reali; nella sala da ballo, il grande soffitto con Giove che dal caos crea il mondo;nella camera da letto, due sovrapporte a soggetto biblico; nella sala dei cavalieri, sei grandi tele con soggetti tratti dalla storia della Polonia (Casimiro il Grande riceve suppliche di contadini, Ladislao Jagellone rinnova l'istituzione dell'Accademia di Cracovia, L'omaggio del principe Alberto I di Prussia al re Sigismondo I, L'unione della Lituania alla Polonia a Lublino, La pace di Chocim e Giovanni III Sobieski alla battaglia di Vienna) e dieci ritratti storici di illustri polacchi dei secoli passati. Per il palazzo di Lazienki il B. dipinse fra il 1788 e il 1793 personificazioni delle Virtù per la sala rotonda centrale, e per la sala detta di Salomone il soffitto con il Sogno di Salomone, oltre a due pannelli e due grandi tele: Salomone che sacrifica alle false divinità e Il giudizio di Salomone.
Di tutta questa decorazione dei due edifici reali (distrutti dai nazisti negli anni 1939-44) sono state salvate (Varsavia, Museo Naz.) tutte le pitture del B. nel castello, tranne i soffitti, e quattro tele della sala rotonda del palazzo di Lazienki (sul posto, nell'edificio recentemente ricostruito). Si conservano alcuni bozzetti per questi complessi decorativi nei musei nazionali di Poznań, Varsavia e Cracovia e in raccolte private.
Il re definiva il programma iconografico delle pitture, entrando spesso in dettagli di composizione. I dipinti illustrano quindi le idee del sovrano che tendeva a glorificare la propria persona, ma illustrano anche gli exploits piuttosto pacifici dei suoi predecessori. Stanislao Augusto vi si manifesta illuminista (cfr. Fabre 1952). Nell'esecuzione il B. ha seguito l'indirizzo tardo barocco italiano, in alcuni dipinti mostrandosi più classico, come se si ricordasse dei suoi inizi benefialeschi, ma anche sotto l'influsso del gusto neoclassico francese e italiano del tempo. La pittura decorativa dei B., elegante, non senza pregi di composizione, è eclettica, priva di forza e molto meno originale dei suoi ritratti.
Di soggetto sacro il B. dipinse due tele per la chiesa di Szczorsy presso Nowogródek (Bielorussia).
Il B. si mantenne, a Varsavia, in contatto con Stanislao Augusto, quando il sovrano, dopo aver abdicato (1795), pose la sua residenza a Grodno e a Pietroburgo, intrattenendo una corrispondenza che proseguì fino alla morte di Stanislao, avvenuta nel 1798, e continuando a curarne gli interessi artistici a Varsavia, durante l'occupazione prussiana. Al tempo del Regno polacco autonomo, creato dopo il congresso di Vienna, il B. divenne, nel 1817, decano onorario della facoltà di Belle Arti dell'università di Varsavia; dal 1807 era membro della Società degli Amici delle Scienze. In quegli anni la forza creativa del B. tende a diminuire; il fare diventa secco. Dipinse pitture a soggetto sacro (S. Stanislao che resuscita un morto e S.Giovanni Evangelista davanti alla Madonna, pala d'altare per la cattedrale di Varsavia, dopo il 1807, smarrita), fece un gran quadro con Napoleone che dà la costituzione al ducato di Varsavia a Dresda (finito nel 1811, smarrito; bozzetto nel Museo Nazionale di Varsavia) e dipinse anche ritratti.
Il B. morì a Varsavia il 5 genn. 1818.
Egli fu uno dei più operosi artisti italiani che lavorarono fuori patria nel sec. XVIII. In Polonia fu uno dei tre pittori stranieri, con Bernardo Bellotto e Jean-Pierre Norblin de la Gourdaine, la cui attività contribuì alla formazione della pittura nazionale polacca negli ultimi anni del sec. XVIII. Il B. ebbe il merito di istruire allievi polacchi e diede un particolare contributo allo sviluppo del ritratto e della pittura di soggetto storico in Polonia.
Il B. ebbe due figli, Federico (1756-1829), segretario di Stanislao Augusto, poi diplomatico e funzionario nell'amministrazione civile, Francesco, e tre figlie, Maria, Elisabetta (morta prima del 1811) e Anna. La moglie del B. e le figlie Maria e Anna si dedicarono al disegno e alla pittura. La loro attività è poco nota.
La moglie, di origine tedesca, Johanna Juliana Friederica Richter, nacque a Dresda il 21 maggio 1733. Sposò il B. nel 1755 a Dresda e lo seguì nei suoi viaggi. Apprese pittura da Charles Hutin e dal marito a Dresda. Nel 1759 fu nominata da Augusto III pittrice di corte; nel 1764 ricevette il grado di "académicienne agrégée" dell'Accademia di Belle Arti di Dresda. Morì a Varsavia probabilmente il 26 febbr. 1809 (secondo Wiessner). Pare sia stata principalmente miniaturista; un suo medaglione, raffigurante Stanislao Augusto portato sulle nuvole da una aquila, fu inciso nel 1765 da A. De Marcenay.
La figlia Maria (Manon), moglie del ciambellano di Stanislao Augusto Giorgio Wilczewski, fu una disegnatrice dilettante. Morì fra il 1795 e il 1804. Anna, nata verso il 1770, fu anche cantante. Apprese la pittura dai genitori; dipingeva quadri e miniature e disegnava. Una sua pala d'altare, con l'Assunzione,siconserva (ridipinta) nella chiesa di Odechów presso Radom, dove ella morì nel 1818.
Fonti e Bibl.: Documenti nell'Archívio centrale degli Atti Antichi e nelle Biblioteche dell'università e Nazionale a Varsavia, nell'Archivio Czartoryski di Cracovia e nel Hauptstaatsarchív di Dresda.
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[Catalogo della mostra per commemorare il centenario del Museo Nazionale di Varsavia], Warszawa 1962, II, nell'introduzione di S. Kozakiewicz, pp. 24-36, nn. 8-2 s, 27-30 (K. Kozak), pp. 139-147, 371-375, 399 (M. Suchodolska). - Informazioni dovute alla Signora Alina Chyczewska. che sta preparando la monografia dell'artista. J. R. Füssli, Allgem. Künstler Lexikon (1779), p. 43; G. K. Nagler, Neues Allgem. Künstlerlexikon, I, p.215; U. Thieme-F. Becker, Künstler Lexikon, II,p. 306; Encicl. Ital.,V,pp. 783 s.; Polski Słownik Biograficzny, I, pp.198-200.
Per Johanna Suliana Friederica: [K. W. von Heinecken], op. cit.,1768, pp. 216-17; S. Ciampi, op. cit., I,1834, p. 174; II, 1839, p. 238; E. Rastawiecki, op. cit.,I,1850, pp. 24, 46 s.; M. Wiessner, op. cit., 1864, pp. 41, 58, 90, 92; T. Mańkowski, op.cit., 1932, p. 452, n. A7; Z. Batowski, Malarki Stanislawa Augusta, Wroclaw 1951, pp. 37-40; Id., op. cit.,1951, pp. 82, 83, 87-92; M. Wallis, op. cit.,1956, pp. 123, 125-129; [A. Chamiec], in Sztuka warszawska od średniowiecza do polony XX w., cit.,1962, pp. 69 s., nn. 93-95; G. K. Nagler, op. cit., XIII, p. 139 (sub voce Richter Friederike); U. Thieme-F. Becker, op. cit., II, pp. 305 s.; Polski Slownik Biograficzny, I, p. 197.
Per Maria: Z. Batowski, Malarki Stanislawa Augusta,Wroclaw 1951, p. 40; M. Wallis, op. cit.,1956, pp. 123-26, 128 s.
Per Anna: E. Rastawiecki, op. cit., III,1857, p. 118; J. Boloz Antoniewicz, op. cit.,1894, p. 70, n. 360; s.Mycielski, op.cit.,1898, p. 63; Katalog Galeryi Obrazów w Muzeum im. Mielżyṅskich... cit.,1912, p. 106, nn. 643 s.; F. Kopera, op.cit.,1926, p. 299; T. Mańkowski, op.cit., I,1932, pp. 207 s.; Z. Batowski, Malarki Stanislawa Augusta, Wroclaw 1951, pp. 40-42; M. Wallis, op.cit., 1956, pp. 123-25, 128 s.; Katalog zabytków sztuki w Polsce, III, Woj kieleckie,fase. 10, Pow.radomski [Warszawa 1961], p. 15; Sztuka warszawska od gredniowiecza do Polony XX w., cit.,p. 113, n. 265; U. Thieme-F. Becker, op. cit.,p. 305; Polski Słownik Biograficzny, I, p.197.