BOLDRINI, Marcello
Nacque a Matelica (Macerata) il 9 febbr. 1890 da Vincenzo, insegnante elementare e poi ispettore scolastico e rinomato poeta dialettale, e da Seconda Galconi. Compiuti gli studi elementari e medi nella città natale e poi a Perugia, si iscrisse alla facoltà di economia e commercio della "Bocconi" di Milano, ove il 21 dic. 1912 si laureò in statistica con F. Coletti. L'anno dopo si trasferì a Padova per il perfezionamento in statistica, sotto la guida di C. Gini. Dopo la parentesi della guerra (si arruolò volontario nel corpo degli alpini e fu inviato al fronte, raggiungendo il grado di capitano), alla fine del 1919 si recò a Ginevra come esperto presso la Società delle Nazioni (vi curò tra l'altro i primi numeri del periodico che, con successive trasformazioni, sarebbe diventato il bollettino di statistica delle Nazioni Unite).
Ottenuta il 28 luglio 1922 la libera docenza in statistica, rientrò in Italia e, dopo aver tenuto corsi liberi a Messina e a Palermo, dal 1° nov. 1924 ebbe l'incarico di statistica presso l'Università cattolica di Milano, divenendo straordinario dal febbraio 1925 e ordinario dal febbraio 1928. Qui ricoprì anche, dal 1925 al 1955, l'incarico di demografia e, per periodi più brevi, di statistica economica, di politica economica, di biometria e (dal 1938 al 1942) di demografia generale e comparata delle razze, senza però condividere i presupposti e i fini della "disgustosa antropologia razzistica" (si veda il suo Zibaldone, Varese-Milano 1948, pp. 64-68); dal 1936 al 1955 fu preside della facoltà di scienze politiche e poi di economia. Fu anche incaricato di statistica economica e demografica presso la "Bocconi" (1934-51) e di statistica presso la Statale (1948-1955). Dall'anno 1955-56 passò all'università di Roma, succedendo al Gini sulla cattedra di statistica della facoltà di scienze statistiche demografiche e attuariali fino al raggiungimento dei limiti di età (31 ott. 1960).
Accanto all'insegnamento universitario e all'attività scientifica (che gli meritò numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui la presidenza, dal 1959 al 1963, dell'Institut international de statistique), il B. svolse una importante attività manageriale iniziata nel giugno 1948 con la presidenza dell'AGIP, dove collaborò con Enrico Mattei, con cui aveva stretto a Milano, sin dall'anteguerra, un forte rapporto d'amicizia. Durante la frequentazione, e proprio ad opera del B., si determinò una vera e propria svolta nella concezione della vita del futuro creatore dell'ENI, privo fino ad allora di una solida formazione ideologica e culturale (si veda M. Boldrini, Una svolta nella vita di Enrico Mattei, in Città di Matelica. Ventennale della Resistenza. III anniversario della scomparsa dell'ing. E. Mattei, Fabriano 1965, pp. 8 s.). Il B. gli trasmise informazioni storico-politiche e storico-economiche, ma principalmente messaggi e stimoli di una nuova visione dello Stato, della società e delle funzioni pubbliche.
Tali idee (in sostanziale sintonia con la dottrina sociale cattolica rielaborata da uomini come G. Dossetti, G. La Pira, E. Vanoni e poi espressa più organicamente nel "codice di Camaldoli") si riassumevano nella subordinazione della politica e dell'economia alle leggi morali, nella finalizzazione di esse al superamento degli egoismi, dei privilegi e delle ingiustizie, e nel riconoscimento della funzione essenziale dell'intervento dello Stato in economia, data l'incapacità degli automatismi del mercato, propri del capitalismo, di eliminare la disoccupazione e le disuguaglianze tra le classi e tra i popoli. Su queste basi avvenne la partecipazione del Mattei alla Resistenza nelle file democristiane.
Da parte sua il B., convinto dal radiomessaggio di Pio XII del Natale 1942 che ormai "il precetto è l'azione", intervenne (con A. Fanfani, Dossetti, P. Saraceno e altri docenti, professionisti, imprenditori) alle riunioni indette alla Cattolica da A. Gemelli per progettare un nuovo Stato e una nuova società. Nel giugno 1944, tornato a Matelica, prese parte alla Resistenza con funzioni di collegamento e informazioni logistiche; liberata la città, dal luglio 1944 al dicembre 1945, fu, come indipendente, assessore supplente alla Pubblica Istruzione nella giunta tripartita DC-PCI-PSI. Pur mantenendo legami di amicizia con molti esponenti democristiani, non aderì mai formalmente al partito: ma fu lui, ad esempio, a presentare nel 1945 Mattei a Vanoni (che divenne l'alto protettore dell'AGIP e dell'ENI) e fu poi il partito democristiano a candidarlo alla presidenza dell'azienda petrolifera di Stato.
Dal 1948 ebbe così inizio un sodalizio manageriale tra il B. e il Mattei che dall'AGIP (con il B. presidente e il Mattei prima vicepresidente, e poi amministratore delegato) si estese, dal 1953 al 1962, all'ENI (con presidente Mattei e il B. vicepresidente) e fu sempre caratterizzato da una perfetta divisione di ruoli, esercitando il primo l'effettiva guida gestionale e imprenditoriale e fornendo il secondo idee rese più credibili presso l'estemo da un indiscusso prestigio intellettuale e accademico. Il B. in particolare difese con grande autorevolezza le ragioni favorevoli al monopolio statale degli idrocarburi e la funzione sociale. delle imprese pubbliche e, creato l'ENI (1953), fu instancabile promotore di iniziative scientifiche, editoriali e didattiche di sostegno all'attività dell'ente. Tra queste vanno ricordate, oltre alla pubblicazione del volumetto Problemi economici del metano in Italia (Roma 1953), l'organizzazione del convegno, indetto insieme all'Accademia nazionale dei Lincei, sui Giacimenti gassiferi dell'Europa occidentale (Milano 1957), la pubblicazione dal 1958 del mensile Mercurio, l'avvio dell'Enciclopedia del petrolio e del gas naturale (1962-1971, con contributi monografici di esperti e studiosi di tutto il mondo) e la fondazione della Scuola di studi superiori sugli idrocarburi (di cui il B. fu preside fino alla morte), che insieme con la sua rivista La Scuola in azione fu strumento di formazione di molti giovani anche provenienti dai paesi del terzo mondo, ai cui problemi di sviluppo il B. fu particolarmente attento.
Egli fu inoltre dal 1953 al 1959 presidente della SISI (società a capitale misto AGIP, FIAT, Pirelli e Italcementi, per lo sviluppo di iniziative stradali in Italia: sue furono l'idea originaria e la denominazione dell'autostrada del sole) e, dal 1953 al 1955, della Commissione economica di studio per il piano di rinascita della Sardegna; dal 1953 alla morte fu vicepresidente del Comitato per le nuove chiese, presieduto prima dal Mattei e poi dal cardinal G.B. Montini; dal 1958 al 1961 fu presidente della ROMSA (Raffineria oli minerali) e dal 1959 alla morte dell'IROM (Industria raffinazione oli minerali) e della STEI (Società termo elettrica italiana). Dal 1964 divenne, infine, presidente dell'ISCO (Istituto per lo studio della congiuntura), da lui fondato nel 1957 insieme con Vanoni ed altri.
Frattanto morto Mattei (27 ott. 1962), gli era stata affidata la presidenza dell'ENI, da lui accettata per spirito di servizio. Ceduta allora a E. Cefis, nominato vicepresidente, la gestione soprattutto finanziaria (e la presidenza dell'AGIP) e a R. Girotti, nominato direttore generale, la gestione tecnica, si riservò la funzione di garante della continuità nel perseguimento degli obiettivi fondamentali del gruppo. Lasciò l'incarico il 26 giugno 1967.
Negli ultimi anni di vita presiedette anche il comitato ordinatore dell'Istituto superiore di scienze sociali di Trento. Dal 1° ott. 1951 era socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
Il B. morì a Milano il 5 marzo 1969.
La produzione scientifica del B. (che va dal 1914 al 1968, contando quasi duecento titoli: Uggè, 1969, pp. 336-342) interessa due filoni, uno teorico-speculativo sui principi e sui metodi della conoscenza scientifica e uno pratico-applicativo.
Per quanto riguarda il primo filone, è notevole anzitutto l'articolo La statistica come storia empirica delle scienze naturali (in Giornale degli economisti e rivista di statistica, XI [1920], pp. 236-250). In esso il B., allora sottol'influsso del pensiero del Croce (letto in chiave essenzialmente antipositivistica), utilizzava la teoria degli pseudo-concetti per l'approfondimento dei giudizi scientifici e statistici in specie, rimuoveva molti pregiudizi (ad esempio la contrapposizione tra fenomeni tipici o individuali e fenomeni atipici o collettivi), ed enucleava una concezione della statistica come "storia empirica" di tutte le scienze naturali comprensive, per lui, di quelle sociali. Questa concezione subì poi un lungo processo di maturazione in conseguenza delle ricerche empiriche condotte presso il laboratorio di statistica della Cattolica e della conoscenza delle teorie epistemologiche di E. Mach, di K. Pearson, di B. Russell, di L. Wittgenstein e di R. Carnap, nonché della revisione della fisica classica ad opera di teorie come quelle della relatività e dei quanti. 1 frutti di questa rielaborazione sono visibili nel volume Statistica: teoria e metodi (Milano 1942; più edizioni fino al 1968), ma soprattutto nella Teoria della statistica (ibid. 1963, ediz. inglese, London 1972), in cui trovano sistemazione organica tutti i problemi epistemologici e tecnici della statistica. Questa (scienza formale astratta come la matematica e la logica, ma distInta da esse) è concepita dal B. come puro metodo di tutte le scienze naturali, autonomo e indipendente dal contenuto di ognuna di esse e, soprattutto momento essenziale nell'articolazione del loro processo conoscitivo sia nella fase induttiva sia in quella deduttiva. La valorizzazione della deduzione è legata alla riscoperta della centralità dell'uomo nella costruzione della scienza della natura, nella quale non esisterebbero leggi oggettive che l'uomo scopre, ma soltanto "regolarità" che egli le impone, elaborando concettualmente, omogeneizzando e classificando i dati. Questo "neo-umanesimo" si pone in antitesi con l'empirismo ottocentesco e con il positivismo, ma non si identifica né con l'immanentismo né con l'idealismo. Ritenere la scienza costruzione della mente umana non significa infatti per il cattolico B. condannare la metafisica, ma solo riconoscerne la specificità dei metodi e dei fondamenti (si veda anche Neo-umanesimo e statistica, Roma 1956).
Nel campo della ricerca applicata il B. indirizzò i suoi studi in varie direzioni. Nel settore della biometria, antropometria e demografia, sono da ricordare soprattutto quelli riguardanti la proporzione numerica tra i sessi nei concepimenti e nelle nascite, la fertilità, la statura, la relazione tra predisposizioni morbose o mortalità e i tipi costituzionali. Aspetto sociologico assunsero i suoi studi sulla formazione, l'alternanza e la tipologia dei ceti dominanti, sul tipo morfologico degli atleti e degli attori dello schermo e sulla stratificazione sociale dei difetti fisici. Notevoli furono gli studi di demografia costituzionalistica, con i quali fornì una base sperimentale alle ipotesi della scuola di medicina costituzionabstica fondata all'inizio del secolo da A. De Giovanni. Grazie alla sua singolare versatilità allargò le sue ricerche anche ai campi della letteratura e dell'arte, compiendo tra i primi, negli anni Quaranta, studi statistici sulla struttura del linguaggio e studiando (1954) le forme di espressione del tempo nella pittura e nella scultura.
Il B. si occupò anche di economia, che distingueva in economia pura o 1 (scienza formale astratta) e in sperimentale o I (scienza naturalistica concreta). Sulle orme del Benini, ma senza pretese sistematiche, egli si occupò soltanto della seconda, effettuando ricerche soprattutto sul reddito, sui prezzi, sull'imposizione fiscale. Esemplare, tra questi scritti, è la relazione Le indagini congiunturali in Italia (in La Scuola in azione, 1966, n. 9, pp. 5-26), nella quale configura "un indice delle variazioni del costo del denaro e delinea una corrispondenza tra variazioni della liquidità e variazione dei tassi".
Fonti e Bibl.: Documenti riguardanti la biografia e l'attività del B. si trovano presso la famiglia e presso gli archivi dell'ENI, dell'AGIP e delle altre società di cui tenne la presidenza. Necr. in Corriere della sera, 6 marzo 1969; L'Osservatore romano, 7 marzo 1969; Il Giorno, 6 marzo 1969 e 5 marzo 1979; Addio Professore, in ENI, 1969, n. 3, pp. 1-3; B. Colombo, M. B. (1890-1969), in Genus, XXV (1969), n. 1-4, pp. 337-341; A. Costanzo, Commemorazione del prof. M. B., in Rivista di antropologia, LXXVI (1969), pp. 300-304; M. G. Kendall, M. B., in La Scuola in azione, 1969, n. 9, pp. 5-9; A. Maros Dell'Oro, L'epistemologia boldriniana, ibid., 1969, n. 12, pp. 110-120; A. Uggè, M. B.: l'uomo e l'opera, in Statistica, XXIX (1969), pp. 317-342 (con bibliogr. degli scritti); Id., M. B., in Accademia nazionale del Lincei (seduta del 17 aprile 1970, Roma 1971, pp. 3-19, U. Curi, M. B. epistemologo, in Bollettino filosofico, VI (1972), n. 2, p. 24; L. Faleschini, M. B., in Annuario dell'università cattolica del S. Cuore, anno accad. 1972-73, pp. 3-12. Si vedano inoltre: Onoranze a M. B., Roma 1962; Accademia nazionale dei Lincei, Annuario, Roma 1963, pp. 110, 214, 284 s.; V. Caruso, Come nacque l'idea dell'autostrada dei sole, in Il Gatto selvatico, ottobre 1964, pp. 14 s.; A. Barone, L'ENI dopo Mattei, in Itinerari, XIV (1967), n. 112-116, pp. 111-114 (intervista al B.); P. H. Frankel, Petrolio e potere, Firenze 1970, pp. 43, 101; L. Valiani-G. Bianchi-E. Ragionieri, Azionisti cattolici e comunistinella Resistenza, Milano 1971, p. 159; A. Giarratana, Cento anni del petrolio in Italia (1870-1970), in Rivista italiana del petrolio, 1972, n. 12, fasc. straordinario, ad Indicem; G. Galli, La sfida perduta. Biografia di E. Mattei, Milano 1976, passim; M. Magini, L'Italia e il petrolio tra storia e cronologia, Milano 1976, ad Indicem; E. Vanoni, La politica economica degli anni degasperiani, a cura di P. Barucci, Firenze 1977, pp. VIII, LI; Ricerca sulle Partecipazioni Statali, a cura di G. Cottino, II, L'ENI da Mattei a Cefis, Torino 1978, ad Indicem; M. Colitti, Energia e sviluppo in Italia. La vicenda di E. Mattei, Bari 1979, passim; Id., E. Mattei (1906-1962), in Protagonisti dell'intervento pubblico in Italia, a cura di A. Mortara, Milano 1984, pp. 685-714 e passim; L. Bazzoli-R. Renzi, Il miracolo Mattei, Milano 1984, ad Indicem; G. Cosmacini, Padre Gemelli, Milano 1985, ad Indicem; P. Ottone, Il gioco dei potenti, Milano 1985, ad Indicem.